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SACRO CONCISTORO PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI

ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER L'IMPOSIZIONE DELLA BERRETTA E
L'ASSEGNAZIONE DEI TITOLI O DELLE DIACONIE

Sabato, 25 maggio 1985

 

Venerabili fratelli,

il sacro Concistoro suole essere nella vita della Chiesa un momento singolare, nel quale si celebra l’assemblea di coloro che, secondo una antica istituzione, sono i più vicini consiglieri e collaboratori del successore del beato apostolo Pietro. La vostra presenza è dunque per me motivo di grande gioia, e vi saluto tutti singolarmente con sentimento di fervida dilezione. Appartiene alla natura stessa del cardinale aderire fermissimamente alla Sede apostolica e a colui che detiene l’ufficio supremo di reggere la Chiesa universale; ma questo legame si fa più manifesto quando questo senato della Chiesa stessa si raduna in modo visibile.

Vi ho convocati, come sapete, per trattare alcune gravi questioni, principalmente per creare nuovi membri del sacro Collegio. Ho ritenuto di dover dare questo incarico e dignità a ventotto ecclesiastici, sebbene anche altri, per i loro meriti, avrebbero potuto esserne insigniti; ma è giusto rispettare il limite stabilito, per quanto riguarda il numero dei cardinali. Quelli che ora si aggiungono al vostro Collegio esprimono in certo modo l’universalità della Chiesa e rappresentano diverse mansioni che servono e concorrono alla sua edificazione.

Questo sacro Concistoro si svolge nel momento in cui si impone alla Chiesa un maggiore sforzo per portare la verità di Cristo e la sua opera salvifica in un mondo che spesso ignora o trascura o anche contrasta beni così grandi e necessari. Come sapete, nella prima domenica di Avvento dell’anno scorso ho promulgato l’esortazione apostolica sulla riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa oggi: cioè ho sintetizzato, per così dire, in un testo unico le conclusioni e le domande del sesto Sinodo dei vescovi. Nel considerare le divisioni e le ingiustizie che lacerano gli uomini e le nazioni del nostro tempo, si rendeva necessario cercarne attentamente le cause con quello spirito che permettesse di trovarne i rimedi adeguati. La radice di tutti questi mali è la ferita insita nelle profondità dell’animo umano: il peccato che gli uomini commettono facendo cattivo uso della libertà che Dio ha loro donato. È dunque necessario che essi si riconcilino con Dio, con se stessi e con i fratelli, e mediante la penitenza ristabiliscano l’ordine turbato dal peccato. Pertanto, come dicevo nel medesimo documento, poiché nel seno stesso della Chiesa esistono divisioni per quel che riguarda la dottrina e la pastorale, mi è sembrato opportuno riaffermare la verità sulla natura del peccato, e per quanto si riferisce alle norme del magistero sulla retta prassi del sacramento della Penitenza esortare tutti coloro cui compete.

Inoltre, com’è noto, è in corso l’Anno internazionale della gioventù, indetto dalle Nazioni Unite. La Chiesa non poteva fare a meno di cogliere questa occasione per mostrarsi madre e maestra verso i giovani nei quali è riposta in gran parte la sua speranza. Per questa ragione, pochi mesi fa ho indirizzato loro una lettera apostolica. È senza dubbio un soggetto che ci trova tutti solleciti, affinché quel “tesoro di ricchezze, che è la gioventù” (Giovanni Paolo II, Epistula Apostolica ad iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, 31 marzo 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 757) non si corrompa, ma venga custodito, alimentato, accresciuto. È stato necessario illustrare specificatamente il tema della vocazione sacerdotale e religiosa, rendendosi evidente oggi, soprattutto in alcuni Paesi e in alcune congregazioni religiose, la penuria di operai nella messe del Signore e di persone che professino i consigli evangelici.

Vi ricordo queste cose, venerabili e diletti fratelli, affinché insieme con me vi adoperiate con grande impegno e instancabile alacrità nel venire incontro a queste necessità di cui la Chiesa sente il peso. In questo ci soccorre l’efficace aiuto celeste che dobbiamo implorare con instancabile preghiera.

Siamo ormai alla vigilia della dolce solennità di Pentecoste, nella quale invochiamo con particolari preghiere di adorazione lo Spirito Santo che vivifica e dà unità al corpo della Chiesa. Preghiamolo affinché elargisca con abbondanza i suoi doni, in questi tempi difficili, e renda feconde le nostre fatiche pastorali.

Gli apostoli, nell’attesa del Paraclito promesso, “erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria, la Madre di Gesù” (At 1, 14): seguiamo il loro esempio. Affinché abbiano un esito felice quelle cose che stanno massimamente a cuore alla Chiesa, non cessiamo di invocare colei che è stata associata al Salvatore nell’opera della riconciliazione del genere umano e che in Cana di Galilea, quando venne a mancare il vino, fece opera di intercessione a favore dei giovani, cioè degli sposi novelli.

Queste cose volevo dirvi con affetto e sollecitudine. Prima di fare i nomi di coloro che entreranno a far parte del sacro Collegio, occorre provvedere alla sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina, il cui titolo si è reso vacante per la morte del cardinale Paolo Marella, di felice memoria. Nomino dunque vescovo con il titolo di Porto e Santa Rufina l’eminentissimo signor Agostino cardinale Casaroli, che viene dal Consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa.

Luigi Dadaglio, arcivescovo titolare di Lero, pro-penitenziere maggiore;

Simon D. Lourdusamy, arcivescovo emerito di Bangalore, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o “de Propaganda fide”;

Francis A. Arinze, arcivescovo emerito di Onitsha, pro-presidente del Segretariato per i non cristiani;

Juan Francisco Fresno Larraín, arcivescovo di Santiago de Chile;

Antonio Innocenti, arcivescovo titolare di Eclano, nunzio apostolico in Spagna;

Miguel Obando Bravo, arcivescovo di Managua;

Augustin Mayer, arcivescovo titolare di Satriano, pro-prefetto delle Congregazioni per i sacramenti e per il culto divino;

Angel Suquía Goicoechea, arcivescovo di Madrid;

Jean Jèrôme Hamer, arcivescovo titolare di Lorium, pro-prefetto della Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari;

Ricardo Vidal, arcivescovo di Cebu;

Henryk Roman Gulbinowicz, arcivescovo di Wroclaw;

Paulos Tzadua, arcivescovo di Addis Abeba;

Jozef Tomko, arcivescovo titolare di Doclea, pro-prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o “de Propaganda fide”;

Myroslav Ivan Lubachivsky, arcivescovo maggiore di Lviv degli Ucraini;

Andrzej Maria Deskur, arcivescovo titolare di Tene, presidente emerito della Pontificia commissione per le comunicazioni sociali;

Paul Poupard, arcivescovo titolare di Usula, presidente del Segretariato per i non credenti e presidente del Comitato esecutivo del Pontificio consiglio per la cultura;

Albert Vachon, arcivescovo di Québec;

Albert Decourtray, arcivescovo di Lyon;

Rosalio José Castillo Lara, arcivescovo titolare di Precausa, pro-presidente della Pontificia commissione per l’interpretazione autentica del Codice di diritto canonico;

Friedrich Wetter, arcivescovo di Monaco e Frisinga;

Silvano Piovanelli, arcivescovo di Firenze;

Adrianus J. Simonis, arcivescovo di Utrecht;

Edouard Gagnon, arcivescovo titolare di Giustiniana prima, pro-presidente del Pontificio consiglio per la famiglia;

Alfons Stickler, arcivescovo titolare di Bolsena, pro-bibliotecario e pro-archivista di santa romana Chiesa;

Bernard F. Law, arcivescovo di Boston;

John J. O’Connor, arcivescovo di New York;

Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna;

Pietro Pavan.

Pertanto, con l’autorità di Dio onnipotente, dei santi apostoli Pietro e Paolo e mia, creo e pubblico cardinali di santa romana Chiesa:

dell’Ordine dei presbiteri: Juan Francisco Fresno Larraín, Miguel Obando Bravo, Angel Suquía Goicoechea, Ricardo Vidal, Henryk Roman Gulbinowicz, Paulos Tzadua, Myroslav Ivan Lubachivsky, Albert Decourtray, Friedrich Wetter, Silvano Piovanelli, Adrianus J. Simonis, Bernard F. Law, John J. O’Connor, Giacomo Biffi;

dell’Ordine dei diaconi: gli altri che ho prima nominato.

Io che, nel sacro Concistoro celebrato il 13 giugno del 1979, dissi di tenere “in pectore” alcuni altri presuli, in questa solenne assemblea rinnovo e confermo questa mia volontà.

Con le dispense, le deroghe e le clausole necessarie ed opportune. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Resta da provvedere alle Chiese cui è venuto a mancare il loro Pastore.

 

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