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VISITA PASTORALE IN SARDEGNA

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AL POPOLO DI SASSARI

Sabato, 19 ottobre 1985

 

Signor Sindaco,
Fratelli e Sorelle della città di Sassari.

1. Sono veramente lieto di trovarmi qui, oggi, in mezzo a voi, mentre felicemente prosegue la mia visita apostolica alla vostra bella e forte Isola.

Ringrazio di cuore il Signor Sindaco per le parole calorose di benvenuto, che mi ha rivolto a nome di tutta la cittadinanza sassarese, per il riferimento così significativo ai valori propri di questa nobile terra, per il richiamo ai problemi e alle speranze del presente momento storico, per l’auspicio appassionato di pace, di giustizia, di amore.

Sono grato altresì al Signor Ministro Senatrice Franca Falcucci, che ha voluto onorare questo nostro incontro con la sua presenza.

Rivolgo il mio saluto cordiale a tutti voi, accorsi così numerosi e vibranti di entusiasmo dal centro, dalla periferia, dai dintorni. Lo rivolgo a ciascuno di voi qui presenti e insieme a quanti, non avendo potuto venire di persona, sono in questo momento vicini mediante gli strumenti della comunicazione sociale.

L’incontro tra il Successore di Pietro e un popolo credente nel Vangelo ha sempre significati che trascendono il semplice fatto di un assembramento fisico, perché realizza una presenza divina promessa dal Signore a quanti si radunano nel suo nome. Ma simile ineffabile realtà si avverte in maniera più profonda e viva se l’incontro avviene con un popolo, come il vostro, che da quando ha ricevuto il dono della fede si sente legato alla Sede di Roma da sincera e profonda adesione di affetto, al di là della distanza geografica segnata dal mare.

Ripercorrendo infatti la storia della vostra Città, la fedeltà a Roma appare subito come una costante di fondo, una mentalità ereditaria, un costume di vita. È a questa caratteristica di romanità della vostra fede che mi piace fare riferimento, soprattutto in una prospettiva d’avvenire. Io vi auguro che il vostro futuro risalga dalla profondità di tali sane e feconde radici del passato per svilupparsi in una nuova germinazione.

2. La vostra storia, fratelli sassaresi, rivela una sua chiara identità, come cammino di un popolo che ha lottato tenacemente lungo l’arco di molti secoli per la conquista delle proprie libertà civili e la difesa della fede religiosa. È stato un itinerario arduo, segnato drammaticamente da periodi tristi e lieti, condiviso con altre città sarde, ma caratterizzato anche da aspetti del tutto particolari. La grande storia umana di millenni, svoltasi nel teatro del mare che circonda l’Isola, si è riflessa in maniere diverse nel vostro territorio. E voi, per salvaguardare la vostra fisionomia, siete stati costantemente all’erta contro le ondate incalzanti di altri popoli, che vi hanno spesso coinvolti, ma giammai schiacciati. Sullo specchio del vostro mare si sono combattute battaglie che hanno influito a lungo sulla sorte della regione. E tutti questi popoli hanno lasciato le loro tracce nella vostra terra, con singolari monumenti preistorici e protostorici, che gli esperti non hanno finito ancora di scoprire e di interpretare.

Segno di questo passato, ricco di vicende e soprattutto carico di fede, son rimaste qui, nel Sassarese, le sagre popolari ispirate a motivi di grandi festività religiose, e sorgono luoghi sacri di grande bellezza, che suscitano ancor oggi interesse e ammirazione. Mi piace ricordare la chiesa di Santa Maria di Betlem; quel gioiello di architettura, che ha fatto sempre parte della diocesi, l’abbazia della Santissima Trinità di Saccargia; e in particolare il Duomo, eretto nel cuore della città, a gloria del Patrono San Gavino e dei compagni martiri Proto e Gianuario.

3. Ma per voi la fede è stata forza propulsiva di civiltà e di umanizzazione; e questo vostro lungo e travagliato cammino di popolo si è sviluppato in rapporto costante con la Chiesa.

Certamente fin dal primo secolo il Vangelo approdò alle vostre sponde insieme con i cristiani condannati alle miniere, anche se la prima comunità cristiana chiaramente organizzata si fa risalire all’età costantiniana. Siete dunque un popolo di antichissima fede cattolica; e questo dono, a voi offerto dalla bontà del Padre, è stato da voi accolto e diligentemente custodito con un rapporto di costante fedeltà col Vescovo di Roma.

Il Papa San Gregorio Magno, mosso dalla sua sollecitudine pastorale, nel 590, quando all’orizzonte si profilò la minaccia dei Vandali, s’interessò direttamente a voi, sollecitando le autorità locali perché provvedessero ad allontanare il pericolo di un’invasione.

Sassari si sviluppò in libero Comune attorno al metropolita turritano, da cui dipendevano varie sedi vescovili. La Basilica cattedrale, del secolo XI, volle essere un monumento di pietra di questa collaborazione tra Chiesa e società civile, tra fede e arte, tra morale e costume civico.

4. Cari fratelli, il vostro passato divenga stimolo efficace a superare con coraggio le difficoltà del presente e sia motivo d’ispirazione a costruire un migliore futuro.

Conosco la situazione con le sue pesantezze e i suoi lati negativi. Depressione economica, disoccupazione, specie giovanile, tentazioni della società del benessere e della secolarizzazione, con conseguente pericolo di caduta dei valori familiari morali e religiosi, spinte al pessimismo e al disimpegno di fronte a taluni ritardi o inadeguatezze degli interventi sociali e pubblici.

Nonostante ciò, una società può riprendere e accelerare il proprio passo quando non si piega su se stessa e riesce a trovare in sé la forza dell’iniziativa. Voi avete larghe possibilità di farlo, anche valorizzando le bellezze naturali dell’isola, con il lancio di tante attività che favoriscano la conoscenza e l’espansione della vostra tipica civiltà e dei suoi prodotti.

Auguro che Sassari divenga un polo di sviluppo, nel rispetto della natura e dei grandi valori.

In questa impresa la Chiesa vi sarà sempre vicina, insieme con le organizzazioni ecclesiali. E vi accompagni la mia Benedizione.



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