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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE DI
ANAGNI

Anagni (FR) - Domenica, 31 agosto 1986

 

Carissimi fratelli e sorelle di Anagni!

1. Grande è la mia gioia in questo momento, nel trovarmi qui, in questa celebre città di Anagni, così importante nella storia della Chiesa, e nel rivolgervi la mia parola in occasione di questa mia visita pastorale, purtroppo breve, ma tuttavia profondamente cordiale. Porgo il mio deferente saluto al vescovo e ai suoi collaboratori, come pure a tutte le autorità civili e religiose; e rivolgo il mio pensiero affettuoso a tutti voi, che ringrazio per la vostra presenza.

La stupenda cattedrale dedicata all’Annunziata, fatta costruire negli anni 1077-1104 dal vescovo Pietro, una delle più belle chiese romaniche del Lazio, che si è arricchita dell’opera marmorea dei Maestri Cosmati e dei meravigliosi affreschi della cripta, sia per voi sempre un simbolo e un ideale, per mantenere salda e ferma la vostra fede cristiana, approfondendo e chiarificando ogni giorno il suo contenuto di verità e di salvezza, e vivendo con coerenza i comandamenti di Dio, riguardanti la vita morale e la carità fraterna.

2. Il pensiero corre in questo momento alle epoche passate e a tante figure storiche: Leone IV, a metà del secolo IX, che qui si rifugiò per salvare la sua indipendenza; Adriano IV, che sfidò Federico Barbarossa; Alessandro III. Non si può inoltre non ricordare Innocenzo III e Alessandro IV, oriundi di questo territorio, e Gregorio IX nato ad Anagni come Bonifacio VIII, successore di Celestino V, che qui subì l’affronto di Guglielmo Nogaret, regio cancelliere di Filippo il Bello, e di Sciarra Colonna, che Dante Alighieri ricorda con i suoi celebri versi (Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, XX, 86-89). Quanti secoli sono passati! Quante vicende, talvolta drammatiche e burrascose, si sono succedute sul quadrante della storia sia civile che ecclesiastica!

Nei tempi a noi vicini brilla indimenticabile e paterna la figura di Leone XIII, nativo di Carpineto Romano, che resse la Chiesa in un periodo assai delicato; la profonda spiritualità, la notevole intelligenza e cultura, e l’esperienza ecclesiale prima come nunzio a Bruxelles e poi come vescovo di Perugia, contribuirono a formare in lui una personalità lungimirante, aperta a tutte le novità assillanti e prementi dell’epoca, come ben dimostrano, tra le altre, le sue encicliche Aeterni Patris (1879), Immortale Dei (1885), Libertas (1888), Rerum Novarum (1891), Providentissimus Deus (1893). Nella sua lunga esistenza, e particolarmente durante il suo pontificato, Leone XIII fu un vero faro di luce, e il suo messaggio dottrinale e morale rivolto alla Chiesa e all’umanità intera è tuttora ricco e illuminante. In questa sua amata città è tuttora presente il Pontificio Collegio Leoniano, da lui fondato, che nel corso di novanta anni di attività ha dato alla Chiesa circa mille sacerdoti, sotto la guida dei padri Gesuiti.

3. Tutto questo complesso di avvenimenti che nel passato remoto e più recente hanno come perno la città di Anagni devono confortare i nostri propositi di fiducia e di fermezza. Cari fedeli! Rimanete saldi nella fede! Tutto passa: passano gli uomini con le loro avventure e loro ambizioni; ma la Verità che Gesù ci ha rivelato rimane in eterno, insegnata e difesa dalla Chiesa, che è appunto madre e maestra di Verità. Non dobbiamo lasciarci sconcertare dagli avvenimenti; dobbiamo sempre avere una visione soprannaturale delle cose e della storia.

Possa la mia visita pastorale alla cara città e diocesi di Anagni confermare i vostri animi nella fede e stimolarvi a una vita cristiana sempre più impegnata e fervorosa, aperta alle richieste e alle necessità della comunità civile, e sensibile alla carità fraterna, per l’amore di Dio, per il bene della Chiesa e della società, nella reciproca costante edificazione.

Con questi auguri, a voi tutti la mia benedizione.

 

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