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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI NOTAI COLOMBIANI

Sala del Concistoro - Sabato, 4 luglio 1987

 

Signore e signori.

Come rappresentanti del Notariato della Nazione colombiana, sempre presente nella mia memoria e che ho avuto la grande fortuna di visitare pastoralmente esattamente un anno fa, nell’esercizio del mio ministero universale, voi avete voluto venire a far visita al Papa. Desidero prima di tutto ringraziarvi di questa presenza, segno di affetto nei confronti della Sede apostolica.

La nobile e delicata professione di notaio, come ben sapete, è un servizio che occupa un posto importante nella struttura interna di ogni società. Da ciò deriva la necessità di prendere coscienza di alcune qualità fondamentali: garanzia per poter esercitare rettamente questa importante funzione sociale. Come diceva il mio venerato predecessore Pio XII, queste sono “competenza tecnica e integrità morale” (Pio XII, Discorso al V Congresso dell’Unione Internazionale del Notariato Latino, 5 oct. 1958: Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XX 429ss.). Questi valori, tanto necessari nella pratica dell’attività professionale di ognuno, diventano imprescindibili in voi, che siete gli intermediari fra l’individuo o gruppo sociale particolare che ricorre ai vostri servigi e l’ordine giuridico stabilito di cui dovete essere sempre fedeli interpreti ed esecutori. Tutto questo vi deve spingere verso una conoscenza sempre più profonda dell’ordinamento legale, con lo sguardo rivolto in ogni istante al bene superiore dell’essere umano e della società stessa, cioè al bene comune.

Nell’ambito della sua attività il notaio, se vuole essere coerente con la sua professione, deve possedere una grande sensibilità per la dignità e i diritti delle persone che a lui si rivolgono; deve difendere come principi irrinunciabili tutto ciò che è giusto e tutto ciò che è vero; senza dimenticare la carità, volto gradito della giustizia, virtù così importante e necessaria nelle relazioni interpersonali. Ci avviciniamo alla soglia del terzo millennio dell’era cristiana e, come afferma con chiarezza il Concilio Vaticano II, “siamo testimoni del fatto che sta nascendo un nuovo umanesimo, in cui l’uomo si definisce per il suo senso di responsabilità nei confronti dei suoi fratelli e della sua storia” (Gaudium et Spes, 55). È questa una fase particolarmente importante. Voi, come altri settori della vita pubblica, a partire dalla vostra professione, mediante un servizio efficace e fraternamente giusto, dovrete collaborare alla realizzazione di un ordine sociale che risponda più fedelmente alla legge di Dio e alle norme etiche che da questa derivano.

La Colombia è un grande paese, ricco di valori spirituali e morali. Anche a voi compete lo sforzo, come dissi durante il mio viaggio apostolico nelle terre colombiane, di “ravvivare, riscattare e tutelare i solidi valori radicati nel vostro popolo” (Giovanni Paolo II, Al Presidente della Repubblica nella Casa de Nariño, 8 lug. 1986: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX/2 [1986] 34). Così sarete un importante anello per il raggiungimento della riconciliazione, della convivenza pacifica e di un equilibrato progresso sociale.

Presento questi ferventi voti, con la mediazione materna di Nostra Signora di Chiquinquirá, fiducioso nell’Onnipotente, con la certezza che saranno una gioiosa realtà. A voi, alle vostre famiglie, e inoltre ai membri degli illustri Collegi di Notai della Colombia, impartisco come prova della mia benevolenza, la benedizione apostolica.

 

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