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DISCORSO DEL SANTO PADRE 
AI PARTECIPANTI ALLA V ASSEMBLEA PLENARIA 
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

Venerdì, 28 Maggio 1987

 

Eminenza,
Cari fratelli nell’episcopato,
Cari amici.

1. Insieme ai membri e collaboratori permanenti del Consiglio Pontificale per la famiglia, sono felice di salutare tutti i partecipanti alla vostra quinta assemblea plenaria. Essi mettono al servizio della famiglia le risorse del loro spirito e del loro cuore, l’esperienza della loro vita e del loro apostolato. Li ringrazio vivamente per la loro collaborazione specifica a questo Dicastero romano, e domando loro di continuare sempre a mantenere, nella loro missione, gli obiettivi prioritari che hanno elaborato, per il bene della Chiesa e dell’intera società.

Il tema della vostra assemblea, “la sacramentalità del matrimonio e la spiritualità coniugale e familiare”, mette in luce uno degli aspetti importanti che il prossimo Sinodo dei Vescovi sulla vocazione e la missione dei laici nella Chiesa non mancherà di affrontare.

La vocazione degli sposi, di padre e madre di famiglia, è la caratteristica propria della grande maggioranza dei membri del Popolo di Dio. La loro condizione di battezzati è specificata dal sacramento del matrimonio che li rende partecipi al mistero dell’unione di Cristo con la Chiesa. Prendere coscienza della chiamata universale alla santità, come il Concilio Vaticano II ha ricordato ai fedeli, presuppone che si scopra, nella propria esistenza, la volontà concreta di Dio e che si abbia il desiderio di rispondervi generosamente. La vita ordinaria degli sposi e di tutti i fedeli assume anche, alla luce della fede e con il sostegno dello Spirito Santo, la dimensione di un dialogo della creatura con il suo Creatore, dell’uomo con Dio, del figlio con il Padre.

2. Una delle manifestazioni confortanti dell’azione dello Spirito Santo nel corso degli anni che hanno seguito l’ultimo Concilio è precisamente la fioritura di gruppi di spiritualità, dei quali un certo numero ha per scopo di promuovere la spiritualità coniugale. Tali movimenti, inseriti nella pastorale della Chiesa, costituiscono uno strumento qualificato ed efficace per stimolare presso numerosi fedeli una vita di santità e di condurli a scoprire la grazia e la missione proprie che, come sposi cristiani, essi ricevono nella Chiesa. Voi siete numerosi, cari membri del Consiglio Pontificale per la famiglia, a conoscere per esperienza i valori di questi movimenti. All’origine di certe iniziative pastorali, si trovano degli uomini e delle donne, preti e laici, che spinti dall’amore di Cristo, hanno intuito che il loro servire Dio e la società doveva compiersi in favore della famiglia. Ai loro occhi, gli elementi che sono parte integrante della vocazione umana degli sposi come l’amore coniugale, la paternità, l’educazione dei figli, dovrebbero prendere una dimensione soprannaturale e trascendente.

3. Questi promotori della spiritualità coniugale e familiare, si sono dunque mostrati pieni di iniziativa, ma conviene anche sottolineare la loro preoccupazione di fedeltà alla Chiesa. Anche quando attività pastorali sono sorte alla dipendenza del magistero, la rettitudine di pensiero e la rettitudine di vita devono essere incessantemente una conquista nello Spirito, man mano che gli anni passano.

Questioni che riguardano la santità di vita degli sposi e dei genitori cristiani potrebbero perdere il riferimento alla fede, al livello dottrinale e nella vita pratica, senza una ripresa costante del senso cristiano della vita coniugale. Altrimenti si arriverebbe ad un disorientamento o anche, in certi casi, ad una deformazione della coscienza dei fedeli. Il magistero della Chiesa che, in questi ultimi anni, ha chiarito delle questioni fondamentali, deve essere fedelmente seguito, quando si tratta della formazione cristiana degli sposi o della preparazione al matrimonio.

Certo, in contrasto con questo insegnamento, nella nostra società, esiste un certo numero di miserie che non bisogna perdere di vista, quelle che particolarmente colpiscono gli sposi tentati di disunione o che sono separati, i figli di genitori separati, i giovani tentati di abbandonarsi ad esperienze senza preoccuparsi dell’impegno nel matrimonio che solo giustificherebbe la loro unione intima. Bisogna trovare il modo di aiutare tutti costoro - e sono purtroppo numerosi - e di prepararli a riscoprire il disegno meraviglioso di Dio sulla loro vita come un cammino, seminato di tentazioni e di trappole, ma mai privato della grazia divina e della speranza.

Ma si può dire che, in tutte le comunità, sorgono delle difficoltà nel momento in cui si voglia corrispondere pienamente alla vocazione coniugale e di genitori; sarebbe illusorio ignorarli, o pretendere di risolverli negando le esigenze morali che la coscienza cristiana impone.

Se si aiutano gli sposi a raggiungere una migliore qualità di vita umana e una più grande perfezione cristiana, il fatto di scoprire i fondamenti di una migliore capacità del dono di sé tra gli sposi e verso i bambini, di dare alla propria vita delle motivazioni valide di ordine naturale e cristiano, può trasformare un orizzonte adombrato dagli ostacoli in una prospettiva di speranza che si basa sull’ascesi, la conquista ed il dominio di sé, con l’aiuto di Dio. Molti uomini e donne di numerose comunità hanno potuto approfondire la loro propria incorporazione in Cristo con i sacramenti. Tutta la spiritualità cristiana affonda in effetti le sue radici nel sacramento del battesimo.

4. Facendoci partecipare alla filiazione divina, Dio ci ha configurato a Cristo e ci ha posto sotto la sua legge di santità. È ciò che dice il Concilio Vaticano II nella costituzione sulla Chiesa: “Chiamati da Dio, non per merito delle loro opere ma per suo disegno e sua grazia, giustificati in Gesù nostro Signore, discepoli di Cristo sono veramente diventati, nel battesimo della fede, figli di Dio, che partecipano della natura divina e, di conseguenza, sono realmente santi. Questa santificazione che hanno ricevuto è dunque da conservare e portare a termine con la loro vita” (Lumen Gentium, 40).

Questa vita divina che ogni cristiano ha ricevuto con il battesimo, si nutre e cresce per mezzo della preghiera e degli altri sacramenti, soprattutto quello che rende presente la passione redentrice di Cristo, la sua morte e la sua resurrezione. L’Eucaristia è veramente il centro e la radice della vita cristiana. Gli sposi cristiani vi partecipano a titolo speciale. In effetti il sacramento del matrimonio è il segno del mistero d’amore con il quale Cristo si è dato per la sua Chiesa ed è un mezzo per parteciparvi (cf. Gaudium et Spes, 48), l’Eucaristia è precisamente il sacramento e il memoriale di questo mistero. La vita eucaristica è dunque un elemento specifico di tutta la spiritualità coniugale: comporta le stesse leggi di dono di sé a gloria di Dio e per la salvezza dell’umanità, ed apporta il nutrimento necessario per seguire questo cammino.

5. Da parte sua il sacramento del matrimonio, che riprende e specifica “la grazia santificatrice del battesimo, è certo una sorgente speciale e un mezzo originale di santificazione per gli sposi e per la famiglia cristiana” (Familiaris Consortio, 56). L’essere marito e moglie e la loro relazione sono stati configurati al mistero dell’unione di Cristo e della Chiesa per mezzo della celebrazione di questo sacramento. La spiritualità coniugale zampilla della docilità stessa dello Spirito Santo che ha segnato gli sposi nel loro essere. Lo Spirito Santo “rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come il Cristo ci ha amati” (Familiaris Consortio, 13) e di manifestare “a tutti gli uomini la presenza vivente del Salvatore nel mondo e la vera natura della Chiesa, sia attraverso gli sposi, la loro fecondità generosa, l’unità e la fedeltà del focolare, sia con la cooperazione amicale di tutti i suoi membri” (Gaudium et Spes, 48).

6. Ma se il battesimo e la partecipazione al mistero pasquale, che operano l’introduzione in Cristo, sono gli elementi costitutivi della spiritualità coniugale, non bisogna dimenticare i contenuti specifici che devono essere santificati nella fedeltà allo Spirito. Il matrimonio, che corrisponde al disegno di Dio, si radica nella natura umana. La struttura stessa dell’essere umano comporta un’esigenza di verità nel suo agire. Promuovere una spiritualità coniugale cristiana ignorando totalmente o in parte le autentiche esigenze naturali, significherebbe deformare contemporaneamente il valore naturale del matrimonio e il suo aspetto di sacramento cristiano.

La spiritualità coniugale cristiana non è infine cosa diversa dallo sviluppo normale della vita secondo lo Spirito di Cristo, del dono e delle esigenze matrimoniali. “I doveri che la famiglia è chiamata da Dio a compiere nella storia hanno la loro sorgente nel suo proprio essere e sono l’espressione del suo sviluppo dinamico ed esistenziale” (Familiaris Consortio, 17). Questi stessi doveri, percepiti con più chiarezza alla luce della Rivelazione e vissuti nello Spirito di Cristo, fanno del matrimonio cristiano un cammino specifico di santità per tantissimi laici cristiani.

7. Oggi, coloro che hanno preso coscienza di questa dimensione spirituale e trascendente dell’unione coniugale e familiare sapranno manifestare nella società frutti di un amore generoso e fecondo. Un apostolato tra le famiglie, tra gli sposi e i genitori cristiani è particolarmente necessario. Il benessere umano e cristiano delle persone e delle famiglie, e anche la pace e la prosperità della società, dipendono in gran parte da questa luce, da questo fermento che le famiglie cristiane sono chiamate ad essere in mezzo al mondo. Quando esse danno testimonianza della concordia tra i membri, dell’unità e della fedeltà nelle relazioni tra gli sposi, del loro amore saldo in mezzo alle prove e alle contrarietà, quando danno prova di comprensione e di apertura verso gli altri, rimanendo essi stessi umili e vigilanti, essi sono come delle luci che, nei momenti di oscurità e di dubbio, illuminano e fortificano altri sposi e altre famiglie tentati di scoraggiamento e di abbandono, di egoismo, di infedeltà, perfino di divorzio, e anche di fallimento.

Gli sposi e le famiglie cristiane, che svolgono la loro missione, costruiscono la Chiesa, all’interno della loro famiglia, quando, fedeli alla dinamica della loro comunione coniugale, essi consolidano e fortificano la loro unione umana e spirituale, conformemente alla promessa di diventare una sola carne, fatta al momento del patto nuziale. Essi la costruiscono ancora quando questa comunione intima del corpo e dello spirito fruttifica in maniera responsabile con l’arrivo dei figli ai quali si trasmettono un’autentica formazione umana e cristiana; quando l’amore per il coniuge e per i figli resta fedele malgrado la tentazione dell’infedeltà e dell’abbandono; e infine quando, anche se non ci fossero apparentemente più ragioni umane per amare, si continua nonostante tutto ad amare con la forza di Cristo. Così la società stessa si arricchisce di tutte queste virtù delle famiglie cristiane, nella misura in cui esse sostengono e difendono l’onestà e la fedeltà, il perdono e la riconciliazione, il dono di sé e lo spirito di sacrificio, lo spirito di comunione e la pace, il rispetto e lo spirito di concordia.

8. Dovete dunque, cari membri del Consiglio Pontificale per la famiglia, promuovere una pastorale che faccia scoprire tutte le ricchezze che comporta la spiritualità coniugale. “La famiglia cristiana . . . edifica il regno di Dio nella storia attraverso le realtà quotidiane che concernono e che caratterizzano la sua condizione di vita: è allora nell’amore coniugale e familiare - vissuto nella sua ricchezza straordinaria di valori e con le sue esigenze di totalità, di unicità, di fedeltà e di fecondità (cf. Humanae Vitae, 9) -, che si esprime e si realizza la partecipazione della famiglia cristiana, alla missione profetica, sacerdotale e regale di Gesù Cristo e della sua Chiesa” (Familiaris Consortio, 50).

Auguro dunque che le riflessioni di questa assemblea plenaria stimolino il Consiglio Pontificale per la famiglia, le commissioni per la famiglia delle Conferenze Episcopali, i gruppi di spiritualità e gli altri movimenti cristiani che servono la famiglia, a promuovere un intenso apostolato riguardante il matrimonio e la famiglia. Nella molteplicità delle iniziative apostoliche che lo Spirito Santo suscita nella Chiesa e in fedeltà all’unità della dottrina, il Signore benedirà di frutti abbondanti queste attività.

Come pegno di queste grazie vi benedico di tutto cuore e benedico i vostri figli e i vostri cari.



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