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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RESPONSABILI DELL'EDUCAZIONE
CATTOLICA UNIVERSITARIA

«Xavier's University» (New Orleans)
 Sabato, 12 settembre 1987

 

Cari amici,
responsabili dell’Istruzione Superiore Cattolica
.

1. Al termine di questa giornata dedicata alla celebrazione nella preghiera dell’educazione cattolica negli Stati Uniti, saluto voi e tutti coloro che rappresentate, con stima e con affetto nel Signore nostro Gesù Cristo. Ringrazio l’Associazione delle università e degli Istituti Universitari Cattolici per aver organizzato questo incontro. Esprimo la mia gratitudine al dottor Norman Francis e a tutti i componenti dell’università Xavier per la loro ospitalità in questo Istituto, che in tante diverse maniere serve la causa degli studi superiori cattolici.

“Benedirò il Signore in ogni tempo;
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome” (Sal 34, 2-4).

Sì, ringraziamo insieme Dio per le molte cose buone che egli, Padre di sapienza, ha compiuto nelle università e negli istituti universitari cattolici. E siamo anche grati per la grande vitalità delle vostre scuole - per la loro identità cattolica, per il servizio alla verità, e per il ruolo che svolgono contribuendo a far sentire la presenza della Chiesa nel mondo della cultura e della scienza. E siamo grati soprattutto agli uomini e alle donne impegnati in questa missione, quelli del passato e quelli di oggi, che hanno fatto e che continuano a fare dell’istruzione superiore cattolica la grande realtà che è oggi.

2. Gli Stati Uniti sono un caso unico, con la loro rete di 235 università e istituti universitari che si dichiarano cattolici. Il numero e la diversità dei vostri istituti sono infatti senza confronti; esercitano un’influenza non solo all’interno degli Stati Uniti, ma in tutta la Chiesa universale, e hanno una responsabilità per il suo bene.

Tra due anni celebrerete il 200° anniversario della fondazione, ad opera di John Carroll, dell’Università di Georgetown, prima università cattolica negli Stati Uniti. Dopo Georgetown, sotto la guida di congregazioni religiose e di vescovi lungimiranti, e con il generoso sostegno della popolazione cattolica, altre università sono state fondate in varie parti di questo vasto Paese. Da due secoli questi istituti danno un grande contributo ad un laicato cattolico emergente, oggi è ampiamente e intimamente coinvolto nell’industria, nel governo, nelle professioni, nelle arti e in tutte le forme d’impresa pubbliche e private - tutte attività che costituiscono il caratteristico dinamismo e la vitalità di questo Paese.

In mezzo a tante circostanze mutevoli, le università cattoliche sono sfidate e invitate a conservare un vivo senso della loro identità cattolica e adempiere alle loro particolari responsabilità verso la Chiesa e la società. Proprio facendo questo, portano un loro specifico contributo al campo più ampio degli studi superiori.

L’identità cattolica dei vostri istituti è una questione complessa e di vitale importanza. Questa identità è legata alla professione esplicita della cattolicità da parte dell’università in quanto istituzione, e anche alla convinzione personale e al senso di missione da parte dei suoi professori e amministratori.

3. Nel corso della mia visita pastorale a questo Paese nel 1979, parlai di vari elementi che vengono a far parte della missione dell’istruzione superiore cattolica. Sarà utile sottolineare ancora una volta l’importanza della ricerca su problemi vitali per la Chiesa e per la società: ricerca effettuata “con un giusto senso della storia unito alla preoccupazione di mettere in evidenza il pieno significato della persona umana rigenerata in Cristo”; accentuare la necessità di educare uomini e donne di grande cultura i quali, “avendo fatto una sintesi personale tra fede e cultura, siano capaci e desiderosi di assumere compiti al servizio della comunità e della società in genere, e di dare testimonianza della loro fede davanti al mondo”; e, infine, proseguire nella costituzione di una comunità vivente di fede, “dove un autentico impegno alla ricerca scientifica e allo studio sia accompagnato da un profondo impegno a una vita cristiana autentica” (Giovanni Paolo II, Discorso all’Università, 7 ott. 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II/2 [1979] 687).

4. Per apprezzare pienamente il valore del vostro patrimonio culturale, dobbiamo riandare alle origini della vita universitaria cattolica. L’università quale la conosciamo ebbe il suo inizio in stretto legame con la Chiesa. Non fu un caso. Fede e amore per lo studio sono in stretta relazione tra di loro. Per i Padri della Chiesa e per i pensatori e accademici del medioevo, la ricerca della verità era associata alla ricerca di Dio. Secondo l’insegnamento cattolico - quale è espresso anche nel Concilio Vaticano I - la mente è capace non solo di cercare la verità ma anche di afferrarla, per quanto imperfettamente.

La fede religiosa stessa esige l’indagine intellettuale; e la convinzione che non vi può essere contraddizione tra fede e ragione è un aspetto specifico della tradizione umanistica cattolica, quale è esistita in passato ed esiste ancora oggi.

L’istruzione superiore cattolica è chiamata a svolgere, per grazia di Dio, una straordinaria “cooperazione alla diffusione della verità” (3 Gv 1, 8). L’università cattolica si dedica al servizio della verità, come avviene per ogni università. Nella sua ricerca e nel suo insegnamento, tuttavia, essa parte dalla visione e dalla prospettiva di fede e viene così arricchita in maniera affatto particolare.

Sotto questo profilo si vede che esiste una relazione intima tra l’università cattolica e il magistero della Chiesa. I vescovi, quali “Doctores et Magistri fidei”, devono essere visti non come agenti esterni, ma come partecipanti alla vita dell’università cattolica nel suo ruolo privilegiato, quali protagonisti nell’incontro tra fede e scienza e tra verità rivelata e cultura.

La cultura moderna riflette molte tensioni e contraddizioni. Viviamo in un’epoca di grandi conquiste tecnologiche, ma anche di grandi ansietà umane. Troppo spesso la visione che l’individuo ha della realtà è oggi frammentaria. Talvolta l’esperienza è mediata da forze sulle quali la gente non ha alcun controllo: altre volte non vi è neanche consapevolezza di queste forze. Cresce la tentazione di relativizzare principi morali e di privilegiare il procedimento rispetto alla verità, con gravi conseguenze per la vita morale e anche per la vita intellettuale delle persone e della società. L’università cattolica deve affrontare tutti questi problemi sotto l’ottica della fede e attingendo al suo ricco patrimonio culturale.

5. La moderna cultura è caratterizzata da un pluralismo di atteggiamenti, di punti di vista e di intuizioni. Questa situazione esige giustamente una reciproca comprensione; significa che la società e i gruppi interni alla società devono rispettare coloro che hanno una prospettiva differente dalla loro. Ma il pluralismo non esiste unicamente per se stesso; è diretto alla pienezza della verità. Nel contesto accademico, il rispetto per le persone rettamente contemplato dal pluralismo non giustifica l’opinione che problemi ultimi riguardanti la vita e il destino dell’uomo non abbiano risposte finali, ne che tutte le fedi abbiano uguale valore, purché nessuna venga fatta valere come assolutamente vera e normativa. Non si serve così la causa della verità.

È naturale che la cultura di ogni epoca contiene certe ambiguità che riflettono tensioni interne del cuore dell’uomo, la lotta tra bene e male. Il Vangelo quindi, nel suo continuo incontro con la cultura, deve mettere sempre in discussione i successi e le ipotesi dell’epoca (cf. Rm 12, 2). Poiché le implicazioni di questa ambiguità sono oggi spesso così distruttive per la comunità, così ostili per la dignità umana, è d’importanza fondamentale che il Vangelo purifichi la cultura, la esalti e la orienti al servizio di quanto è autenticamente umano. La stessa sopravvivenza dell’umanità potrebbe dipendere da ciò. Per questo voi, come responsabili dell’educazione cattolica negli Stati Uniti, avete un contributo estremamente importante da offrire.

Esiste oggi l’esigenza sempre più chiara di una riflessione filosofica sulla verità riguardante la persona umana. Occorre un approccio metafisico come antidoto al relativismo intellettuale e morale. Ma ciò che occorre più di tutto è fedeltà alla parola di Dio per garantire che il progresso umano tenga in considerazione l’intera verità rivelata dell’atto eterno d’amore in cui l’universo, ma specialmente la persona umana, acquista il suo significato ultimo. Quanto più si cerca di svelare il mistero della persona umana, tanto più ci si apre al mistero della trascendenza. Quanto più profondamente si penetra il mistero divino, tanto più si scopre la vera grandezza e dignità dell’essere umano.

6. Nei vostri istituti, che sono il contesto di elezione per l’incontro tra fede e cultura, la scienza teologica ha un ruolo speciale da svolgere e merita un posto privilegiato nel programma degli studi e nell’assegnazione di risorse per la ricerca. Ma la teologia, come la concepisce la Chiesa, è molto più che una disciplina accademica. I suoi dati sono i dati della rivelazione di Dio affidati alla Chiesa. La comprensione più profonda del mistero di Cristo, la comprensione alla quale mira la riflessione teologica, è in definitiva un dono dello Spirito Santo elargito per il bene comune di tutta la Chiesa. La teologia è veramente una ricerca per comprendere sempre più chiaramente il retaggio di fede custodito, trasmesso e reso esplicito dal magistero della Chiesa. Inoltre l’istruzione teologica serve la comunità di fede aiutando le nuove generazioni a comprendere e a integrare nella propria vita la verità di Dio, così essenziale per le questioni basilari del mondo moderno.

7. La teologia è al servizio dell’intera comunità ecclesiale. L’impegno teologico comporta un’interazione tra i vari membri della comunità di fede. I vescovi, uniti con il Papa, hanno la missione di insegnare in maniera autentica il messaggio di Cristo; in quanto pastori, sono chiamati a sostenere l’unità nella fede e nel modo di vivere cristiano dell’intero popolo di Dio. Per questo hanno bisogno dell’assistenza di teologi cattolici, i quali rendono così un servizio inestimabile alla Chiesa. Ma i teologi hanno anche bisogno del carisma affidato da Cristo ai vescovi, e prima di tutto al vescovo di Roma. I frutti del loro lavoro devono infine essere vagliati e convalidati dal magistero, perché arricchiscono la linfa vitale della comunità ecclesiale. Concretamente, dunque, il contesto ecclesiale della teologia cattolica conferisce a questa un carattere e un valore particolari, anche quando la teologia vive in un contesto accademico.

A questo punto le parole di san Paolo riguardanti i doni spirituali devono essere una sorgente di luce e di armonia per tutti noi. “Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 4-7). Nelle differenti cariche e nei differenti ministeri nella Chiesa, non si tratta di una forma di potere e di dominio che viene ripartita, ma dello stesso servizio del corpo di Cristo che è condiviso a secondo della vocazione di ognuno. È una questione di unità nell’opera di servizio. In questo spirito desidero esprimere il mio cordiale sostegno al lavoro umile, generoso e paziente di ricerca teologica e di educazione che viene svolto nelle vostre università conformemente alla missione della Chiesa, che è quella di proclamare e insegnare la sapienza salvifica di Dio (cf. 1 Cor 1, 21).

8. La mia personale esperienza universitaria mi spinge a parlare di un’altra questione affine di suprema importanza negli istituti e nelle università cattoliche: cioè dell’educazione religiosa e morale degli studenti e della loro cura pastorale. Sono sicuro che anche voi prendete molto seriamente in considerazione tale servizio particolare e che lo ponete tra le vostre responsabilità più pressanti e più impegnative. Non è possibile incontrare uno studente universitario in alcuna parte del mondo senza udire le sue domande e notare la sua ansietà. I vostri studenti hanno nel cuore molte questioni riguardanti la fede, la pratica religiosa e la santità di vita. Ognuno arriva alle vostre università con un ambiente familiare, una storia personale e una cultura acquisita. Tutti vogliono essere accettati, amati e sostenuti da una comunità educativa cristiana che manifesti amicizia e un autentico impegno spirituale.

È vostro privilegio servire i vostri studenti nella fede e nell’amore; aiutarli ad approfondire la loro amicizia con Cristo; offrire loro occasioni di preghiera e di celebrazioni liturgiche, con la possibilità di conoscere il perdono e l’amore di Gesù Cristo nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Voi educatori cattolici siete in grado di condurre i vostri studenti a una forte esperienza di comunità e a un coinvolgimento molto serio in questioni sociali che allargheranno i loro orizzonti, metteranno in discussione il loro stile di vita e offriranno loro una possibilità autentica di realizzazione umana.

Gli studenti universitari, per esempio, si trovano in una situazione splendida per prendere a cuore l’invito del Vangelo ad uscire da se stessi, respingere l’introversione e concentrarsi sulle necessità degli altri. Gli studenti che hanno la possibilità di una educazione superiore possono facilmente comprendere l’attualità per il mondo di oggi della parola di Cristo del ricco e di Lazzaro (cf. Lc 16, 19ss.), con tutte le sue conseguenze per l’umanità. È in gioco non soltanto la rettitudine del cuore di ogni singola persona, ma anche l’intero ordine sociale quando tocca le sfere dell’economia, della politica, dei diritti e dei rapporti umani.

Qui nei centri universitari cattolici di questa nazione, vivificati dall’ispirazione del Vangelo, si devono trarre i modelli per la riforma di atteggiamenti e di strutture capaci di influenzare l’intera dinamica della pace e della giustizia nel mondo, che si ripercuote sull’Est e sull’Ovest, sul Nord e sul Sud. Non basta offrire ai diseredati del mondo briciole di libertà, briciole di verità e briciole di pane. Il Vangelo esige di più. La parabola del ricco e del povero è rivolta alla coscienza dell’umanità, e oggi in particolare alla coscienza dell’America. Ma questa coscienza passa spesso attraverso le aule delle università, attraverso notti di studio e ore di preghiera, fino a raggiungere e abbracciare l’intero messaggio profetico del Vangelo. “Volgete l’attenzione”, ci viene detto nella seconda Lettera di Pietro, “come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori” (2 Pt 1, 19).

9. Carissimi fratelli e sorelle: come responsabili dell’educazione universitaria cattolica, avete avuto in eredità una tradizione di servizio e di eccellenza accademica, lo sforzo globale di molti che hanno lavorato tanto e sacrificato tanto per l’educazione cattolica in questo paese. Ora si estende davanti a voi il vasto orizzonte del terzo secolo di esistenza costituzionale della nazione e si dischiude il terzo secolo degli istituti cattolici di istruzione superiore al servizio del popolo di questo Paese. Le sfide che si pongono a voi sono altrettanto serie quanto quelle poste ai vostri antenati allorché si accinsero a creare la rete di istituzioni alle quali oggi presiedete. Certamente la sfida più grande di tutte è, e resterà, quella di conservare e rafforzare il carattere cattolico delle vostre università: quell’impegno istituzionale alla parola di Dio quale viene proclamata dalla Chiesa cattolica. Questo impegno è una espressione di coerenza spirituale e nello stesso tempo uno speciale contributo al dialogo culturale proprio della vita americana. Mentre vi adoperate a rendere più luminosa la presenza della Chiesa nel mondo della cultura moderna, possiate ascoltare ancora una volta la preghiera di Cristo al Padre per i suoi discepoli: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Gv 17, 17).

Possa lo Spirito Santo, consigliere e Spirito di Verità, che ha vivificato e illuminato la Chiesa di Cristo sin dall’inizio, darvi grande fiducia nella parola del Padre e sostenervi nel servizio che rendete alla verità attraverso l’istruzione superiore cattolica negli Stati Uniti di America.

 

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