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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RELIGIOSI E ALLE RELIGIOSE

Cattedrale Saint Mary di San Francisco
 Giovedì, 17 settembre 1987

 

Care sorelle e fratelli in Cristo,
cari religiosi degli Stati Uniti d’America
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1. Nel loro più profondo significato spirituale, i Vespri che stiamo celebrando insieme, rievocano le parole che la Sposa rivolge allo Sposo (cf. Sacrosanctum Concilium, 84). Rievocano inoltre le parole dello Sposo, “quella preghiera che Cristo stesso insieme al suo corpo, rivolge al Padre” (Ivi). Con voce unanime la Sposa e lo Sposo lodano il Padre nell’unità dello Spirito Santo.

In questo liturgico inno di lode, noi diamo espressione a “la reale natura dell’autentica Chiesa”: “umana e divina, visibile e tuttavia invisibile, ansiosa di agire e al tempo stesso votata alla contemplazione, presente nel mondo anche se non materialmente” (Sacrosanctum Concilium, 2). È proprio la presenza di Dio nella vita e nei problemi umani che voi proclamate con la vostra consacrazione religiosa e la pratica dei consigli evangelici. Voi, attraverso le molteplici forme del vostro amorevole servizio al popolo di Dio, date testimonianza della realtà dell’amore di Dio nel mondo.

2. Care sorelle religiose, sacerdoti e fratelli religiosi: questo per me è uno dei momenti più importanti della mia visita. Qui, insieme a voi tutti, religiosi e religiose degli Stati Uniti, e alla presenza spirituale di tutti i membri delle vostre Congregazioni, presenti ovunque in questo Paese o impegnati nell’opera di servizio altrove, io rendo grazie a Dio di cuore, per tutti e ciascuno di voi. Colui che è onnipotente ha fatto grandi cose per voi, santo è il suo nome! (cf. Lc 1, 49).

Saluto ciascuno di voi con amore e gratitudine. Vi ringrazio per la calorosa accoglienza riservatami e ringrazio suor Helen Garvey e padre Stephen Tutas, i quali hanno presentato un quadro delle vostre vite devote. Gioisco per il vostro amore profondo nei confronti della Chiesa e per il vostro generoso servizio al popolo di Dio. Ogni luogo da me visitato in questo vasto Paese, porta il segno dell’opera diligente e delle immense energie spirituali dei religiosi delle Congregazioni sia contemplative che attive nella Chiesa. La validità dei sistemi sanitari e educativi cattolici e la rete altamente progredita dei servizi sociali nella Chiesa non esisterebbero oggi, se non fosse per la dedizione più che giustificata e per l’abnegazione di coloro che ci hanno preceduto. Il vigore spirituale di tanti cattolici, testimonia gli sforzi di generazioni di religiosi in questo Paese. La storia della Chiesa di questo Paese, si identifica per la maggior parte con la vostra storia al servizio al popolo di Dio.

Ricordando il vostro glorioso passato, viviamo nella speranza che il vostro futuro non sia meno proficuo per la Chiesa degli Stati Uniti e nella speranza che rappresenti una testimonianza profetica del regno di Dio per ogni nuova generazione di Americani.

3. L’evento più straordinario che ha interessato la Chiesa in ogni aspetto della sua vita e missione nella seconda metà del XX secolo, è stato il Concilio Vaticano II. Il Concilio ha esortato la Chiesa intera alla conversione, alla “novità di vita”, al rinnovamento: un rinnovamento che consiste essenzialmente in una fedeltà sempre crescente a Gesù Cristo, suo divino fondatore. Come “uomini e donne che seguono più da vicino questo annientamento del Salvatore e più chiaramente lo mostrano, abbracciando la povertà nella libertà dei figli di Dio” (Lumen Gentium, 42), è naturale che i religiosi debbano vivere la chiamata al rinnovamento in maniera totale. Migliaia di religiosi degli Stati Uniti hanno risposto con generosità a tale chiamata e continuano a viverla con impegno profondo. I risultati, i buoni frutti di tale risposta sono visibili nella Chiesa: vediamo una spiritualità ispirata dal Vangelo che ha portato a un approfondimento della preghiera personale e liturgica; una sempre maggiore consapevolezza della Chiesa intesa come comunione di fede e amore, in cui la grazia e la responsabilità di ogni membro devono essere rispettate e incoraggiate; una rivalutazione dell’eredità dei vostri fondatori e fondatrici, cosicché lo specifico carisma di ogni Congregazione risalti più chiaramente; una maggiore consapevolezza delle urgenti necessità del mondo moderno, un mondo in cui i religiosi, in intima comunione con i vescovi e in stretta collaborazione con la Chiesa intera, cerchino di proseguire l’opera del buon pastore, del buon samaritano e del buon Maestro.

Non sarebbe realistico pensare che un così profondo e ampio processo di rinnovamento possa aver luogo senza rischi ed errori, senza indebita impazienza da parte di alcuni e ingiustificati timori da parte di altri. Quali che siano le tensioni e gli schieramenti provocati dal cambiamento, quali che siano gli errori del passato, sono sicuro che voi tutti siete convinti che è giunto il momento di avvicinarsi nuovamente gli uni agli altri in uno spirito di amore e riconciliazione in seno alle vostre Congregazioni, ma anche al di fuori.

Negli ultimi vent’anni si sono avute profonde intuizioni sul significato e il valore della vita religiosa. Molte di esse, concepite nell’esperienza della preghiera e della penitenza e che sono state avvalorate dal carisma magisteriale della Chiesa, hanno contribuito grandemente alla vita ecclesiale. Tali intuizioni hanno dimostrato la perenne identità della consacrazione e della missione religiosa nella vita della Chiesa. Al tempo stesso esse hanno evidenziato la necessità che i religiosi adeguino le loro opere alle esigenze delle persone del nostro tempo.

4. Fondamentale fra gli insegnamenti del Concilio è l’accento posto sulla natura ecclesiale della vocazione ad osservare i consigli evangelici. La consacrazione religiosa “appartiene indissolubilmente alla vita e alla santità della Chiesa” (Lumen Gentium, 44). “I consigli evangelici sono un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore e che con la sua grazia sempre conserva” (Lumen Gentium, 43). È stato precisamente alla luce di questo contesto ecclesiale che nel 1983 ho chiesto ai vescovi degli Stati Uniti di rendere un servizio pastorale, offrendo a voi e ai vostri Istituti, impegnati in attività apostoliche, conforto e uno speciale incoraggiamento a vivere la vostra vocazione ecclesiale nel modo migliore. Desidero ora ringraziare i vescovi e voi tutti per la vostra generosa collaborazione in questo importante sforzo. Ringrazio in particolare la Pontificia Commissione presieduta dall’arcivescovo John Quinn. Per grazia di Dio esiste ora un nuovo spirito di collaborazione fra i vostri Istituti religiosi e le Chiese locali.

La vostra continua partecipazione alla missione della Chiesa a livello diocesano e parrocchiale è di inestimabile valore per il benessere delle Chiese locali. La vostra comunione con i vescovi del luogo e la collaborazione con il ministero pastorale del clero diocesano, contribuisce fortemente ed efficacemente alla crescita spirituale dei fedeli. Le vostre iniziative a favore dei bisognosi e di tutti gli emarginati, persone e gruppi, i cui bisogni potrebbero altrimenti venire trascurati, sono davvero encomiabili. La vostra opera evangelizzatrice e missionaria in patria e in altre parti del mondo, è una delle grandi forze della Chiesa degli Stati Uniti. Accanto al vostro apostolato tradizionale - oggi importante come ieri e che vi incoraggio ad apprezzare nel suo pieno significato - voi vi impegnate quasi ovunque a difendere i diritti umani e a costruire una società più equa e più giusta. Questo rappresenta un primato nella generosa risposta al Vangelo di Gesù Cristo. Sì, la Chiesa intera degli Stati Uniti trae beneficio dalla dedizione dei religiosi americani alla loro missione ecclesiale.

5. Nello stesso tempo avete particolarmente a cuore alcuni problemi strutturali che riguardano i vostri Istituti. Il calo delle vocazioni e l’invecchiamento dei vostri confratelli, rappresentano una difficile sfida per ciascuno dei vostri Istituti, e per la realtà comunitaria della vita religiosa, anche se questi non sono fenomeni nuovi nella lunga esperienza della Chiesa. La storia ci insegna che in modi di solito inspiegabili la radicale “novità” del messaggio del Vangelo è sempre in grado di ispirare le generazioni future a fare ciò che voi avete fatto, a rinunciare a tutto per amore del regno di Dio, per possedere la perla di grande valore (cf. Mt 13, 44-45).

In questo momento voi siete chiamati a un nuovo coraggio e a una nuova fiducia. La vostra testimonianza gioiosa all’amore consacrato nella castità, povertà e obbedienza sarà in futuro ciò che maggiormente avvicinerà i giovani alla vita religiosa. Se essi avvertiranno l’autenticità del rinnovamento in voi e nelle vostre comunità, anche loro saranno disposti a seguirvi! La chiamata viene loro da Cristo, ma essi desiderano ascoltarla anche da voi. Il vostro essenziale contributo alla crescita delle vocazioni scaturirà dalla fedeltà, dalla penitenza, dalla preghiera e dalla fiducia nella forza del mistero pasquale di Cristo che ha il potere di rinnovare tutte le cose.

Conformandovi alle migliori tradizioni di amore cristiano, voi saprete come mostrare una particolare sollecitudine per gli anziani e per gli infermi che vivono nelle nostre comunità e il cui contributo di preghiera e penitenza, di sofferenza e amore fedele è di inestimabile valore per il vostro apostolato. Che essi possano trarre sempre conforto dalla certezza di essere amati e rispettati in seno alle loro famiglie religiose.

6. La vostra vocazione è, per sua stessa natura, una risposta radicale alla chiamati che Gesù rivolge a tutti i credenti nel momento della consacrazione battesimale: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6, 33). La vostra risposta si esprime con il voto di abbracciare e professare nella comunità, i consigli evangelici. Mediante la castità, la povertà e l’obbedienza, voi vivete in attesa di un regno escatologico in cui “non si prende né moglie né marito” (Mt 22, 30). E così anche ora “là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6, 21).

Attraverso la vostra professione religiosa, la consacrazione che lo Spirito Santo ha operato in voi con il Battesimo, è magistralmente e nuovamente indirizzata verso la perfezione della carità. Adempiendo ai voti, voi ogni volta morite con Cristo per risorgere poi a nuova vita con lui (cf. Rm 6, 8). La fedeltà al voto di castità vi dà la forza di amare dell’amore di Cristo e di entrare in comunione profonda con il suo amore, amore che ispira e promuove il vostro amore apostolico nei confronti del prossimo. Percorrendo la via della povertà dimostrerete veramente la vostra disponibilità a Dio e sarete vicini ai bisognosi e ai sofferenti nei quali vedrete riflessa l’immagine del Cristo povero e sofferente (cf. Mt 25, 31ss.). Attraverso l’obbedienza sarete intimamente uniti a Gesù nella ricerca costante di adempiere al volere del Padre. Mediante tale obbedienza, sarà svelata in voi la piena dimensione della libertà cristiana che vi permette di servire il popolo di Dio con abnegazione e instancabile devozione. I cattolici, e quindi la grande maggioranza dei vostri concittadini, hanno il massimo rispetto per la vostra consacrazione religiosa e si rivolgono a voi per trovare la “ragione” della trascendente speranza cristiana che è in voi (cf. 1 Pt 3, 15).

7. Il discepolo tuttavia non è superiore al Maestro. È giusto che voi vi aspettiate, come la Chiesa ha sempre sostenuto, che se osserverete le leggi del regno di Cristo, vale a dire il nuovo comandamento di amore e i nuovi valori proclamati nelle beatitudini, voi entrerete in conflitto con la “sapienza di questa epoca” (cf. 1 Cor 2, 6). In modo del tutto personale e con grande coraggio, i religiosi sono da sempre in prima linea impegnati in questo incessante conflitto.

Oggi, l’incontro tra il Messaggio salvifico del Vangelo e le forze che formano la nostra cultura umana, esige un profondo e devoto discernimento del volere di Cristo per la sua Chiesa in questo momento della sua vita. A questo proposito il Concilio Vaticano II resta il punto di riferimento necessario e rappresenta una guida luminosa. Tale discernimento è compito di tutta la Chiesa. Nessun singolo individuo o gruppo di persone può pensare di avere sufficienti intuizioni da monopolizzarlo. Tutti i membri della Chiesa, secondo il ministero ricevuto per il bene di tutto il corpo, debbono umilmente conformarsi allo Spirito Santo che guida la Chiesa alla pienezza della verità (cf. Gv 16, 13) e genera in essa i frutti della sua opera; frutti che san Paolo definisce: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5, 22-23). E poiché lo Spirito Santo ha riposto nella Chiesa lo speciale carisma pastorale del magistero, noi sappiamo che l’adesione al magistero è una condizione indispensabile per una corretta lettura “dei segni dei tempi” ed è inoltre condizione necessaria per la fecondità soprannaturale di tutti i ministeri della Chiesa.

Voi avete quindi un ruolo importante nel dialogo tra la Chiesa e l’ambiente complesso e multiculturale degli Stati Uniti. La prima legge di questo dialogo è la fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. E in questo fondamentale atto di fede e di fiducia voi dimostrate già al mondo il fondamento del vostro posto speciale in seno alla comunità del popolo di Dio. Ai fini del dialogo è inoltre necessaria un’autentica comprensione dei valori racchiusi nell’esperienza storica dell’America. Nello stesso tempo occorre operare una distinzione tra i concetti cristiani di bene comune, di virtù e coscienza, di libertà e giustizia e quello che talvolta e in modo inadeguato ci viene presentato come l’espressione di queste realtà. Come religiosi, voi siete particolarmente sensibili alle implicazioni di questo dialogo con il mondo in cui siete chiamati a vivere e a impegnarvi. Come uomini e donne consacrati a Dio, voi siete consapevoli di avere la speciale responsabilità di essere un segno - un autentico segno profetico - che parlerà alla Chiesa e al mondo non in termini di facile condanna ma mostrando umilmente il potere che la parola di Dio ha di risanare ed elevare, di unire e legare con l’amore.

In questo importante momento della storia della famiglia umana, è essenziale che la Chiesa proclami la piena verità su Dio - Padre. Figlio e Spirito Santo - e la piena verità sul nostro destino e la nostra condizione umana come sono stati rivelati in Cristo e autenticamente tramandati attraverso il magistero della Chiesa. I fedeli hanno il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa in tutta purezza e integrità con tutte le sue esigenze e la sua forza. Quando le persone cercano un punto di riferimento sicuro per i propri valori e le proprie scelte etiche, si rivolgono ai testimoni speciali della santità e della giustizia della Chiesa - ai religiosi. Esse si aspettano e desiderano essere convinte dall’esempio della vostra accettazione della parola di Dio.

8. Cari sorelle e fratelli, la vita che viviamo non ci appartiene; Cristo vive in noi. Noi viviamo ancora la nostra vita umana, ma è una vita di fede nel Figlio di Dio che ci ha amati e si è sacrificato per noi (cf. Gal 2, 20). In queste parole san Paolo riassume il fulcro della nostra esperienza cristiana e ancor di più il centro della vita religiosa. La validità e la fecondità della vita religiosa dipende dall’unione con Gesù Cristo.

L’unione con Cristo esige un’autentica vita interiore di preghiera, una vita di vicinanza a lui. Nello stesso tempo essa fa sì che voi siate testimoni attivi del potere salvifico e liberatorio del mistero pasquale. Ciò significa che il mistero pasquale, soprattutto nella vostra vita e nelle vostre comunità, viene innanzitutto celebrato e vissuto attraverso l’Eucaristia e il sacramento della Penitenza. In questo modo le vostre opere di carità e giustizia, di misericordia e compassione, saranno autentici segni della presenza di Cristo nel mondo.

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