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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI VESCOVI DELLA COMUNITÀ ANGLICANA

Venerdì, 22 aprile 1988

 

Cari fratelli in Gesù Cristo.

1. Benvenuti a Roma e qui in Vaticano.
Attraverso di voi, estendo i miei saluti cordiali a tutti i membri della Comunione anglicana.

Durante il vostro soggiorno a Roma, avete visitato molti dei monumenti sacri e storici di cui è ricca questa città. Avete camminato sulle tracce lasciate dai primi martiri cristiani e ripensato alla testimonianza della loro vita e della loro morte. Prego che voi siate rafforzati e incoraggiati nella vostra vita e nel vostro ministero da questi giorni trascorsi nella città di Pietro e Paolo.

Sono lieto che abbiate voluto far visita al successore di Pietro. Sono bene al corrente del lavoro compiuto da anglicani e cattolici alla ricerca di una comune comprensione del servizio universale all’unità che compete al ministero del Vescovo di Roma. È mia preghiera che questo lavoro porti frutto e aiuti ad aprire la via per quella pienezza di unità che è volontà di Cristo per i suoi seguaci.

2. Tra breve voi raggiungerete gli altri Vescovi della Comunità anglicana alla Conferenza di Lambeth. Questo incontro avviene in un momento significativo sia per lo sviluppo del movimento ecumenico, sia per la vita della Comunione anglicana. Nelle vostre discussioni a Lambeth, voi vi occuperete di questioni difficili e delicate che toccano aspetti essenziali delle vostre relazioni con la Chiesa cattolica e con i nostri fratelli e sorelle ortodossi. Prego che ritrovandovi insieme, voi diate il giusto peso all’importanza di mantenere e rafforzare i vincoli di quella reale se pur imperfetta comunione che unisce anglicani e cattolici. Approfondire questa comunione e ricercare la piena comunione è fondamentale per la missione affidata da Cristo ai suoi discepoli. Quelle cose che danneggiano l’unità cattolica nello stesso tempo indeboliscono l’impatto della testimonianza cristiana. Il nostro mondo, così diviso, desidera ardentemente di vedere la vera comunione e la profonda riconciliazione che noi siamo chiamati a testimoniare.

Cerchiamo di essere fedeli a quella testimonianza, così che il mondo possa vedere sempre più chiaramente a quale unità tutti sono chiamati. Che il nostro stesso impegno a favore dell’unità possa essere riconosciuto come un segno della riconciliazione operata da Dio.

Cari fratelli, vi saluto ancora in Cristo risorto. Vi benedica e custodisca sempre.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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