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VISITA UFFICIALE DI SUA ALTEZZA EMINENTISSIMA FRA ANDREW W. N. BERTIE,
PRINCIPE E GRAN MAESTRO DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Lunedì, 4 luglio 1988

 

Altezza eminentissima.

1. Sono lieto di riceverla a poco tempo dalla sua elezione a settantottesimo Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. La sua visita conferma il reale, costante attaccamento manifestato dai suoi predecessori al successore di Pietro.

Accolgo con favore le sue intenzioni di far conservare all’Ordine l’alta ispirazione dei fondatori, con lo scopo primario di servire la fede e soccorrere i poveri e gli ammalati.

2. I Cavalieri e le dame hanno questa motivazione per consacrare il loro tempo, la loro generosità e le loro forze: avvicinare i loro fratelli feriti nel corpo e nello spirito, a imitazione di Cristo che, sorprendendo il mondo, affermò con forza la sua identificazione con gli umili. Voi avete il bel nome di “ospitali”, che ben suggerisce la rispettosa accoglienza da voi riservata a quanti servite nelle più svariate circostanze. Mi piace sottolineare lo sforzo congiunto da parte dei membri dell’Ordine per dare all’impegno di dedizione vissuta in tutti i continenti l’efficacia di una organizzazione moderna, con una sempre migliore competenza.

Voi ricevete, nella nostra società, numerose richieste ed appelli. Certamente, le cure mediche progrediscono e richiedono sempre maggiori mezzi finanziari. Ma voi sapete meglio di chiunque altro che non basta la sola tecnica medica per alleviare le sofferenze di un uomo o una donna malata: curare implica una relazione interpersonale, una compagnia piena di affezione, richiede la liberazione dalla solitudine e dalla angoscia, esige sempre l’esercizio di una solidarietà pienamente umana che lascia intravedere la fonte divina della speranza.

Al di là dei problemi sanitari propriamente detti, che restano nel mondo di grande importanza, la partecipazione alle attività di una istituzione come la vostra vi mette in contatto con ogni tipo di vittime nella società, nelle diverse società. Voi dovete rompere il crescente isolamento di molte persone anziane; voi contribuite a proteggere la vita nascente tanto spesso minacciata; voi raggiungete quelli che restano ai margini della strada e si rifugiano nella tossicodipendenza, e altri ancora che si trovano di fatto respinti ai margini della società col rischio di perdere la loro dignità.

3. La presenza dell’ordine sovrano in numerosi Paesi e il suo status diplomatico vi conferiscono grandi responsabilità e vi permettono anche di essere vicini agli uomini in modo originale. Voi siete spesso in grado di far udire la vostra voce nella vita internazionale, là dove nessuno sforzo è troppo grande per far entrare nelle relazioni tra i Paesi e le aree il rispetto dei diritti e dei doveri dell’uomo. I vostri rappresentanti e le vostre istituzioni ben conoscono le molteplici esigenze dello sviluppo integrale dell’uomo e la strada che rimane da percorrere. L’esempio della vostra dedizione ai lebbrosi non esaurisce le forme del vostro impegno nel terzo mondo.

So di poter contare sui cavalieri di San Giovanni per mettere in atto la dottrina sociale della Chiesa, soprattutto nel campo dello sviluppo sul quale la riflessione è stata ripresa di recente, vent’anni dopo la pubblicazione dell’enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI.

4. Con queste semplici riflessioni, desideravo semplicemente, altezza, esprimere il senso del vostro impegno. Il successore di Pietro non può dimenticare il simbolo dell’Ordine che lei dirige. La croce di Cristo è per voi più che un segno distintivo. Essa ricorda ai membri dell’Ordine come anche agli assistiti e ai testimoni della loro azione che la salvezza dell’uomo è stata guadagnata dal sacrificio supremo del redentore, rivelazione dell’immensità dell’amore divino. Mentre incoraggio le molteplici vostre iniziative di carità, auspico che in esse risplenda la gloria della croce. Così l’Ordine manifesterà ancora la sua fedeltà alla Chiesa, che è ripiena della presenza di Cristo e riflette il suo volto davanti al mondo.

Questo incontro avviene nel corso dell’Angelus dedicato alla Vergine Maria, così a lei mi rivolgo per affidarle la sua persona, quanti ricoprono le alte cariche dell’Ordine, i cavalieri e le dame di San Giovanni.

E di tutto cuore, prego Dio onnipotente di benedirvi.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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