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VISITA PASTORALE IN EMILIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE AUTORITÀ E LA CITTADINANZA IN PIAZZA GARIBALDI

Parma - Lunedì, 6 giugno 1988

 

Cari fratelli e sorelle.

1. A voi tutti il mio saluto cordiale! Sono lieto di incontrarmi con voi, abitanti di questa città dal glorioso passato e che tanta rilevanza conserva anche oggi nel contesto sociale e culturale della nazione.

Ringrazio l’onorevole rappresentante del governo e il signor sindaco per le apprezzate espressioni di saluto che mi hanno rivolto: nelle loro parole ho colto la nobiltà d’animo della città e l’attenzione che gli enti preposti al servizio della collettività portano alle categorie più deboli, con opportune iniziative e concrete realizzazioni, nello sforzo di essere vicini alla gente ed ai suoi problemi.

Dell’aspirazione a che la vita cittadina si mantenga sempre a livelli corrispondenti alle sue alte tradizioni di fede e di civiltà, siete palpitante testimonianza soprattutto voi, carissimi fratelli e sorelle presenti, che ringrazio egualmente di cuore per la calorosa accoglienza che avete voluto riservarmi.

Sono altresì contento che la giornata di oggi, densa di incontri umani e di soste di preghiera abbia un suo momento forte in questa piazza Garibaldi: con i suoi edifici ed i suoi monumenti essa è luogo emblematico della storia comunale e simbolo dell’impegno civile e religioso, che ha unito le passate generazioni nell’affrontare le difficoltà incontrate sul cammino.

2. A Parma, in effetti, tutto sembra parlare della riuscita sintesi di questi valori, e dell’impegno a mantenerli vivi. Erede di una ricca storia, che l’ha vista sede di governo e di gestione del potere amministrativo, a motivo della sua posizione naturale la città è stata crocevia di eventi e di idee, terra di passaggio e centro di alta cultura, aperta a rapporti ampi ed a relazioni diversificate. Grazie a ciò essa ha maturato una singolare capacità di recepire stimoli e correnti di pensiero, di prestare attenzione al nuovo che emerge senza dimenticare l’antico, di dimostrarsi ospitale ed accogliente nei confronti di coloro che vi provengono da fuori, e tuttavia fedele alla propria identità su quanto le è esclusivo e caratteristico.

Nessuna meraviglia, pertanto, che anche in questo nostro tempo Parma avverta, nel profondo del suo tessuto urbano e territoriale, vivaci tensioni, condizionamenti e spinte fra loro contrastanti. Altre volte nella sua storia essa è passata attraverso simile crogiolo, e risulta quindi allenata a discernere tra ciò che va recepito e ritenuto, perché vale effettivamente, e ciò che è futile e vano e, in quanto tale, deve essere tralasciato. Guardando alla sua storia, v’è da confidare che la città saprà accogliere saggiamente le nuove sfide e dar loro la giusta risposta.

3. Basandomi su questa fiducia, fondata sulla conoscenza della vostra storia, io desidero, carissimi fratelli e sorelle, rivolgervi un invito, che vuole essere anche un auspicio: nel rispetto delle convinzioni e delle differenti mentalità, nella certezza che i valori della persona rappresentano la più valida base di ogni vero progresso, date vigore, con la linfa perenne del Vangelo, a tutto ciò che di buono, di bello, di valido, di onesto e di giusto forma l’oggetto delle vostre aspirazioni. Cristo sa camminare accanto all’uomo. In modo invisibile, ma reale, egli cammina con ciascuno di noi, aspettando che ci si accorga della sua presenza e che lo si accolga come amico e consigliere verace. Occorre lasciarsi illuminare da lui nelle difficoltà per non imboccare strade sbagliate, occorre confidare in lui per superare le asperità del cammino.

Con Cristo, e quale suo strumento visibile ed aperto a tutti, si pone la Chiesa. Di come essa abbia fatto la propria parte nell’annuncio di Cristo e nell’interesse dell’uomo, ponendosi a servizio delle sue necessità, voi avete avuto prova, in questo secolo e in questa terra, attraverso la testimonianza di elette figure, come il beato Cardinale Andrea Ferrari, il padre Lino Maupas, il venerabile servo di Dio monsignor Guido Maria Conforti, fondatore dei missionari Saveriani. La Chiesa locale, con l’apporto costruttivo di tutte le sue componenti, desidera continuare su tale scia ed invita alla collaborazione, perché di questa sintesi tra valori cristiani e valori umani si avverte impellente il bisogno, mentre se ne intravedono fecondissimi gli sviluppi.

Per la sensibilità, che vi predispone a realizzare la prospettata armonia, sento di dirvi: Parma, diventa, anche per le altre città ed aggregazioni umane, città della sintesi dei valori e della loro difesa, e ciascuno dei tuoi figli si renda parte attiva di questa valida e benemerita impresa. E se per la meta additata le pubbliche istituzioni hanno un compito importante, sono soprattutto i giovani e le famiglie che devono farsene carico: i primi, perché hanno dalla loro l’avvenire; le seconde, perché la più ampia comunità cittadina può guardare ad un futuro sereno nella misura in cui esse sapranno prepararlo nel loro ambito, circoscritto, ma fondamentale.

“Hostis turbetur, quia Parmam Virgo tuetur” (“Tema l’avversario perché la Vergine protegge Parma”) si legge nell’antico stemma del Comune. È un motto che indica bene il legame che unisce la città alla beata Vergine Maria, alla quale i vostri avi hanno voluto erigere la statua che campeggia in questa piazza a perenne ricordo. Alla Madonna santissima, nella pienezza dell’anno che le abbiamo dedicato, io faccio salire oggi la mia preghiera per voi, e le chiedo che, madre amorosa, dia a tutti e ad ognuno la volontà e la forza di attendere con sempre maggior impegno ai propri compiti civili, sapendo scoprire negli avvenimenti di ogni giorno la grazia e la luce che orientano verso i beni eterni.

 

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