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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI INFERMI

Sabato, 12 marzo 1988

 

Signor Cardinale,
Care Sorelle.

1. A voi il mio cordiale benvenuto! Saluto con animo grato il signor Cardinale Sebastiano Baggio che ha propiziato questo incontro e tutte voi, religiose delle Poverelle di Bergamo, che vi spendete con infaticabile dedizione nella cura delle numerose persone ospiti del complesso di opere assistenziali, sorte nella parrocchia di Rosà per l’intraprendenza del compianto arciprete, monsignor Luigi Filippi.

A voi, bambine presenti a questa udienza, rivolgo poi una affettuosa parola di compiacimento e di augurio. In voi vedo le messaggere delle vostre compagne che non hanno potuto venire e di tutte le altre persone impedite in qualche modo dalla malattia, ma vicine a noi col pensiero e col cuore. Voi mi recate in dono la vostra e la loro sofferenza. Mentre ringrazio di cuore, presento questo prezioso dono al Signore, chiedendogli di concedere a voi ed a tutte serenità e pace, ed alla Chiesa intera purità e grazia, perché sempre glorifichi la bontà divina e partecipi ad ogni uomo l’amore infinito da cui è nata.

Vi invito tutte a volgere il vostro cuore confidente a Cristo, il quale dalla croce vi parla del grande valore della sofferenza e vi chiede di voler partecipare alla sua opera redentrice. Nella vastità dell’afflizione che così frequentemente visita gli essere umani, la consolazione di Gesù ristora l’animo di chi gli sta accanto, sofferente ma consapevole di poter contare sulla comprensione del suo cuore e sul sostegno della sua grazia.

2. Il termine ultimo dell’esistenza cristiana non è il dolore, ma la gioia, come ci ricordano i misteri pasquali ai quali ci stiamo preparando. Gesù, che ha provato la sofferenza fino a morirne, è però risorto, ed ora, ricolmo di compassione (cf. Eb 2, 17-18), ci sta accanto per aiutarci a portare con lui la croce, per poter con lui condividere a suo tempo la gloria della risurrezione.

Mentre auspico per voi dal cielo ogni consolazione e il vigore di quella carità che rende meritorio il patire, desidero incoraggiare le dilette suore nel servizio prezioso che rendono a chi è nel bisogno. Perseverate, carissime sorelle, nel cammino intrapreso, confidando nella particolare benevolenza del cuore di Gesù e nella materna protezione della Vergine santissima.

Vi affido tutte a lei, perché vi accompagni sempre e vi ottenga da suo Figlio innocente agnello immolato, quei celesti favori che consentono di compiere con generosa intelligenza, l’alta missione di servire i fratelli per amore di Dio.

Nell’augurare che il Redentore sia per ciascuna di voi luminosa via di santità, assicuro una speciale preghiera volta ad ottenere che egli vi conduca alla fonte della vita, sostenendo i vostri buoni propositi. Portate alle consorelle ed alle bambine rimaste a Rosà la mia benedizione, che a voi tutte qui presenti imparto con grande affetto a sostegno di una costante testimonianza di cristiano, sollecito amore.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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