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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I BATTELLIERI E I LAVORATORI DEL PORTO SUL RENO

Strasburgo (Francia) - Domenica, 9 ottobre 1988

 

Signor presidente del Porto autonomo di Strasburgo,
Cari amici battellieri,
cari amici lavoratori del porto.

1. Sono felice di salutare tutti voi riuniti nel vostro posto di lavoro, al termine del bel percorso, che mi ha permesso di valutare l’ampiezza delle installazioni della zona portuale e di ammirare la potenza di questo fiume, da cui dipende la vostra attività. Ringrazio le autorità del Porto autonomo per avermi offerto anche l’occasione di conoscere meglio il Reno.

Saluto cordialmente la grande famiglia dei battellieri del Reno di Strasburgo, come pure quelli dei porti della Svizzera, della Germania e dell’Olanda. Ho saputo con gioia e gratitudine che alcuni di voi hanno tenuto ferme le imbarcazioni per questa giornata, per poter essere presenti a questo gioioso incontro con il successore di Pietro in questo crocevia europeo.

Saluto tutti coloro che esercitano la loro attività al servizio diretto del traffico fluviale o nelle aziende della zona portuale.

2. Trovandomi con voi sulla sponda del Reno, il mio pensiero si rivolge agli uomini e alle donne che lavorano e navigano, da Rheinfelden fino a Rotterdam, su questo fiume che è uno dei legami più forti fra i Paesi del continente. È stato detto del Reno che esso è come l’aorta dell’Europa, poiché bagna diversi Paesi e perché le comunicazioni che permette si ramificano attraverso il Meno e la Mosella, attraverso i canali che lo congiungono a regioni sempre più lontane.

Sì, questo fiume ha per gli europei un grande significato simbolico. Nascendo fra le nevi eterne, ingrandito da numerosi affluenti, esso attraversa terre densamente popolate portando ad esse l’abbondanza delle sue acque, elemento primordiale per la vita. Sin dall’antichità esso è stato per i popoli rivieraschi benefattore o ostile, frontiera o legame, teatro di conflitti o luogo di incontri e di aiuto reciproco.

3. L’uomo ha ricevuto da Dio il potere e la missione di dominare la terra, di sottomettere gli elementi. Quando vediamo tutto ciò che è stato fatto lungo il Reno, rimaniamo ammirati dinanzi all’ingegnosità e all’efficacia dell’opera umana. Il corso delle acque è stato regolato per proteggere le terre dalle inondazioni e facilitare la navigazione. Si è tratto profitto dall’abbondanza delle acque per le città, le coltivazioni, l’industria. L’energia dei flutti, in passato temuta, diviene energia utile e produttiva.

È vero che la vita propria del fiume e la qualità delle sue acque hanno subìto un uso a volte imprudente o eccessivo. Bisogna trarre delle lezioni dagli effetti perniciosi di certe attività industriali. Spero che si proseguano gli sforzi positivi intrapresi per lottare contro l’inquinamento del Reno. La natura è al nostro servizio, sappiamo essere gestori avveduti e rispettosi di un bene che deve conservare la sua fecondità per le generazioni a venire.

4. Il Reno traccia attraverso l’Europa una via segnata, in ogni tratto, nel corso dei secoli, dai guerrieri e dai mercanti di diversi Paesi. Come è chiaramente riconosciuto dal loro regime giuridico, le sue acque sono patrimonio comune per eccellenza. Non c’è nulla di più chiaramente internazionale di un tale fiume, al punto che le nazioni si sono molto presto accordate per regolare insieme la navigazione e creare l’organizzazione internazionale europea storicamente più antica. Continuando a sviluppare la sua attività, voi offrite un ammirevole esempio di cooperazione in questo continente che sta per giungere alla sua unità.

Grazie allo sforzo dei battellieri, che è stato per lungo tempo compiuto nelle condizioni più pericolose, il Reno rappresenta per molti Paesi una fonte di molteplici ricchezze, materiali e culturali. Al trasporto di merci e al loro commercio, si accompagnano naturalmente scambi intellettuali, artistici e spirituali. Non esiste forse una vera parentela tra le città renane, nonostante la storia le abbia sovente opposte?

5. Cari amici battellieri e lavoratori dei porti, siete gli efficaci artefici di questi legami internazionali, che il grande fiume favorisce. I vostri molteplici compiti si completano e si condizionano a vicenda per far vivere un vasto complesso economico. Lavorando qui, costituite un ambito umano denso e manifestate una preziosa solidarietà, che le frontiere non arrestano.

Sopportate anche i numerosi disagi dei battellieri: la vostra vita familiare è segnata dagli incessanti spostamenti, dalle separazioni, dalle difficoltà che presenta l’educazione dei vostri figli. La modernizzazione delle imbarcazioni e della manutenzione accresce la rapidità delle rotazioni. D’altra parte, il numero dei posti di lavoro diminuisce, e non avete la sicurezza di un lavoro regolare. I progressi della tecnologia non beneficiano sempre gli uomini secondo lo stesso ritmo.

6. È per questo che tengo a ricordare la convinzione della Chiesa. Non vi è progresso economico senza progresso sociale. Le vostre attività sono spesso designate come dei “servizi”, sono infatti servizi per coloro che ricevono materiali o merci. Ma si pensa abbastanza alle persone che compiono effettivamente tali servizi, ai battellieri e ai lavoratori dei porti?

L’insegnamento sociale della Chiesa parla di “civiltà del lavoro”. Ciò implica una solidarietà verso tutti coloro che prendono parte ai processi economici in vista del bene comune. Ed è bene ricordare che questo termine, “bene comune”, non designa un’entità astratta o impersonale. Si tratta del bene reale di tutte le persone, perseguito solidalmente dall’intera comunità. Il bene comune esige sacrifici e un grande senso di collaborazione; ma bisogna che tutto ciò sia sempre vissuto con la preoccupazione per la giustizia e l’uguale dignità di tutti.

Il Vescovo di Roma vorrebbe ripetervi oggi la stima della Chiesa per tutte le forme di lavoro delle vostre professioni e il suo profondo desiderio di vedere sempre rispettata la loro dimensione umana. Lo sapete, la dottrina sociale esige che l’obiettivo prioritario dell’economia sia lo sviluppo integrale dell’uomo, in condizioni tali che la vita professionale sia compatibile con l’accrescimento personale di ciascuno e con la sua vita familiare. Ciò suppone che non ci si lasci rinchiudere in un materialismo pratico e che gli agenti economici, a tutti i livelli di responsabilità, perseguano l’ideale di una società solidale, dove si pongono in primo piano i valori del servizio al prossimo, di apertura dell’uomo alla trascendenza nei suoi personali legami con Dio creatore e salvatore.

7. Cari fratelli e sorelle, la dimensione spirituale della vostra vita si arricchirà e si consoliderà tanto più quanto voi parteciperete alla vita delle comunità ecclesiali che sorgono negli ambienti particolari della vostra attività. I Vescovi dei diversi Paesi vi mandano dei sacerdoti per riunirvi, per aiutarvi il meglio possibile ad accogliere il messaggio del Vangelo e i doni dei sacramenti; io vorrei incoraggiarli vivamente nel loro ministero, così come i religiosi e i laici che collaborano con loro per rendere la Chiesa vicina ad ognuno. E ringrazio gli educatori che accompagnano i giovani nella loro formazione cristiana.

Sotto la protezione del vostro patrono, san Nicola, rimanete fedeli alla fede che vi è stata trasmessa. Siate uniti, pronti a condividere le vostre speranze e le vostre gioie. Trasmettete ai vostri figli il meglio delle vostre convinzioni. Fate fruttificare i doni che avete ricevuto, a cominciare dalla grazia del Battesimo e quella del Matrimonio. Offrite i vostri successi e i vostri dolori sull’altare della celebrazione eucaristica, quali segni della vostra unione con Cristo!

Volentieri ripeto ancora una volta il motto della vostra categoria.

“Prendi il timone della fede, leva l’ancora della speranza, avanza sulla rotta dell’amore”.

Di cuore invoco la grazia del Signore sui battellieri e su tutti i lavoratori del Reno, con le loro famiglie e soprattutto con i loro anziani. A ciascuno di voi, a coloro che non hanno potuto essere presenti oggi, imparto la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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