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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CAPITOLARI DELL’ORDINE DEI CAMILLIANI

Sabato, 20 maggio 1989

 

1. Mi è gradito porgere un cordiale saluto a voi, superiori e membri dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, partecipanti al cinquantatreesimo capitolo generale, iniziato il 2 maggio scorso a Bucchianico, luogo natale del vostro fondatore san Camillo de Lellis. Un augurio speciale al nuovo superiore generale ed ai consultori, ai quali l’assise capitolare elettiva ha affidato il compito di guidare e sostenere il vostro istituto per il prossimo futuro.

2. Secondo un criterio che va facendosi consuetudine, il vostro capitolo generale, assolti gli adempimenti costituzionali, si è proposto di approfondire in modo particolare un tema: “Verso i Poveri e il Terzo Mondo”. Alla riflessione capitolare l’ordine si è preparato sollecitando l’apporto di tutti i membri delle varie province del mondo, i quali si sono fatti portavoce delle istanze di giustizia e di amore che salgono dai poveri e dai paesi che conoscono le dolorose conseguenze della povertà.

Questo grave problema, del quale ho ampiamente trattato nell’enciclica Sollicitudo Rei Socialis, da sempre sta a cuore a voi religiosi. Perciò la vostra rinnovata costituzione, in spirito di rigorosa fedeltà al fondatore, afferma: “Il nostro Ordine dedica di preferenza le proprie attività agli infermi più poveri e abbandonati, ed è sollecito nel rispondere ai loro bisogni nelle nazioni in via di sviluppo e nelle terre di missione” (Costituzione, art. 51).

3. Il Concilio Vaticano II ricorda che “il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana ed allo spirito primitivo degli istituti e, nello stesso tempo, l’adattamento degli istituti stessi alle mutate condizioni dei tempi” (Perfectae Caritatis, 2).

È di perenne attualità il carisma di ogni istituto religioso approvato dalla Chiesa, nonostante il mutare delle condizioni dei tempi, alle quali la vita religiosa consacrata è chiamata ad adeguarsi, salvaguardando integralmente la sua ispirazione originaria. Quanto più le dimensioni della sofferenza conoscono oggi nuovi aspetti, tanto più è necessario ed urgente che la vostra risposta, sull’esempio di san Camillo de Lellis, sia generosa, totale, coerente ed unitaria. Il vostro fondatore fu vicino ai poveri ed agli infermi per sollevare il loro stato d’animo e per liberarli dalle angosce spirituali e materiali.

4. Se l’uomo è “via della Chiesa” (Redemptor Hominis, 14), egli “diventa in modo speciale la via della Chiesa, quando nella sua vita entra la sofferenza” (Salvifici Doloris, 3). Dalle origini, il vostro campo prioritario di apostolato è il mondo della salute. Nella sofferenza del corpo e dello spirito la povertà conosce la sua più completa e dolorosa espressione, poiché attenta alle radici stesse della vita e della dignità della persona umana. Il vostro servizio ai fratelli, tuttavia, sarà veramente evangelico e conforme al carisma camilliano, se nel servire i poveri offrirete una testimonianza di vita povera, un esempio credibile di condivisione e di partecipazione, secondo lo spirito del testamento spirituale, che san Camillo dettò sul letto di morte.

5. La vostra costituzione ribadisce che “l’Ordine . . . prende a cuore la pastorale delle istituzioni ecclesiastiche e civili impegnate nell’assistenza dei malati e dei poveri, e si dedica all’animazione del maggior numero possibile di laici all’amore e al servizio degli infermi” (Costituzione, art. 54).

Si richiede, oggi, un crescente coordinamento, inteso in primo luogo “a favorire e a diffondere una sempre migliore formazione etico-religiosa degli operatori sanitari cristiani nel mondo, tenendo conto delle differenti situazioni e dei problemi specifici che essi debbono affrontare . . .” (Dolentium Hominum, 5). La recente creazione a Roma dell’Istituto Internazionale di Pastorale sanitaria “Camillianum” è, insieme ad altre iniziative del vostro benemerito istituto, una significativa risposta alla richiesta di specializzazione in campo assistenziale esigita dalla concezione cristiana del servizio all’uomo, nostro fratello.

Il mondo della salute, di fronte alla minaccia di nuovi mali indotti dalla crisi dei valori, dal degrado dell’ambiente, da crescenti infermità sociali, postula un impegno globale di tutta la Chiesa nelle sue articolate componenti, affinché l’assistenza a chi soffre abbia a trasformare gli stessi assistiti in soggetti attivi di evangelizzazione (Christifideles Laici, 54). A questo doveroso traguardo si potrà giungere se tutti, sacerdoti, religiosi e laici e, in modo particolare, coloro che per carisma istitutivo e specifico hanno scelto di consacrarsi alla pastorale sanitaria, opereranno con impegno ispirato ai principi evangelici.

6. Ma per fare tutto ciò occorre che voi stessi, anzitutto, viviate in pienezza lo spirito di fervore evangelico e di abnegazione verso i fratelli, che tanto caratterizzò l’opera del vostro fondatore, vero gigante nel campo della carità e dell’amore soprannaturale. Occorre che ritorniate veramente alle origini, segnate così marcatamente dalla figura carismatica di san Camillo de Lellis, nobile per nascita, ma ancor più nobile per l’alto sentire che ebbe nei confronti degli ammalati e dei languenti nelle corsie degli ospedali. Con quanto cuore egli li curava, li abbracciava e li incoraggiava con le parole della fede! Ai suoi primi discepoli, talora maldestri nel curare le ferite, ripeteva con accenti vibranti: “Più cuore, fratello, in quelle mani!”. Anch’io oggi vi ripeto: più cuore, carissimi, nelle vostre mani sacerdotali quando assistete i vostri fratelli ed amministrate i sacramenti agli ammalati ed agli agonizzanti. Siate veramente padri, fratelli ed amici di coloro che soffrono e si rivolgono a voi e confidano in voi religiosi.

La Vergine santissima, salute degli infermi, alla cui amorevole sollecitudine Camillo de Lellis volle espressamente ispirare il suo servizio ai sofferenti, benedica i lavori e le deliberazioni del vostro capitolo generale ed accompagni la vostra famiglia religiosa nel cammino della più perfetta sequela di Cristo.

Avvaloro questi voti con la mia benedizione apostolica, che ora di cuore imparto a voi ed a tutti i membri del vostro ordine.

 

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