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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE D’ITALIA
PER IL VII CENTENARIO DELL’APPROVAZIONE DELLA REGOLA

Sabato, 11 novembre 1989

 

1. Carissimi fratelli e sorelle dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia, siete convenuti a Roma per pregare sulla tomba dell’apostolo Pietro, come amava fare san Francesco, e per celebrare il settimo centenario della bolla “Supra Montem”, con la quale il mio predecessore Nicolò IV, il 18 agosto dell’anno 1289, istituì il Terzo Ordine, allora chiamato dei fratelli e delle sorelle della penitenza.

Il mio saluto a tutti voi ed a tutti gli appartenenti all’Ordine Secolare delle comunità italiane. Saluto anche la presidente nazionale, signora Emanuela De Nunzio, l’assistente nazionale padre Giuseppe Marini, tutti i rappresentanti delle diverse famiglie francescane qui presenti.

So bene che i francescani secolari in Italia sono numerosi e vantano una singolare tradizione di servizio ecclesiale. Di questo mi compiaccio vivamente.

2. L’Ordine Francescano Secolare, come è noto, rappresenta la più antica forma di organizzazione di laici che, sotto la guida della Chiesa, fraternamente uniti, ed ispirandosi al carisma di san Francesco, si impegnano a testimoniare con la vita il Vangelo, dedicandosi all’apostolato secondo le forme richieste nelle condizioni proprie dello stato laicale. Chiamati a vivere nel secolo ma spinti dallo Spirito Santo a raggiungere la perfezione della carità, sul modello di vita del serafico Poverello di Assisi, voi operate nel mondo a guisa di fermento, ripieni di spirito cristiano, consapevoli di dover camminare generosamente nella vita della santità (cf. Apostolicam Actuositatem, 2).

È proprio questo che san Francesco chiedeva nella sua esortazione ai fratelli ed alle sorelle della penitenza, rivolgendosi a “tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore . . . ed amano il prossimo come se stessi, ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e peccati, e ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno degni frutti di penitenza” (Esortazione di S. Francesco ai Fratelli ed alle Sorelle della Penitenza, prologo; ed. K. Esser, Die Opuscula des H. Franziskus von Assisi, Nuova ediz. critica, Grottaferrata, 1976).

3. Secondo la bolla “Supra Montem”, la vita francescana secolare ha esigenze ben precise. Essa è anzitutto fondata “sopra la roccia della fede cattolica”, quella fede, cioè, che i discepoli del Cristo, con ardore di carità verso il loro maestro, hanno insegnato e che la Chiesa romana professa e custodisce. San Francesco ha raccomandato - e la bolla lo ricorda - con la parola e con l’esempio il valore di questa norma prima e fondamentale per la santificazione di ogni cristiano. Perciò a tutti i fedeli continuatori della missione francescana è chiesta la “sincerità di questa stessa fede”, tenuta sempre con fermezza, espressa nelle opere (cf. Nicolai IV, Supra Montem, prol.).

Alla coerenza ed all’unità della fede corrisponde nella tradizione francescana secolare una rigorosa condotta di vita. Essa si fonda anzitutto sullo spirito della povertà, adattato, sì alle esigenze di coloro che rimangono nel secolo, ma non per questo meno rigoroso. La rinuncia a uno stile di vita costoso per l’abbigliamento, il cibo e lo svago costituiva alle origini dell’ordine un segno necessario anche per i laici che volevano sinceramente testimoniare la povertà di Cristo. Ciò costituisce tuttora l’essenza della vita francescana.

Ma anche la povertà, perché sia veramente virtù, ha bisogno di sostenersi con una intensa preghiera. La bolla “Supra Montem” raccomanda perciò vivamente l’orazione, specialmente quella liturgica, la frequenza ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, il digiuno e la penitenza praticati per amore di Dio ed in spirito di carità.

Inoltre lo spirito francescano non può disinteressarsi della pace. Di qui l’invito ad operare concretamente per essa, secondo le proprie possibilità e condizioni: “Ristabilire la pace tra i fratelli e le sorelle, o anche tra gli estranei caduti in discordia” (Nicolai IV, Supra Montem).

4. Anche oggi la regola fondamentale di tutti i figli di san Francesco nell’Ordine Secolare chiede di conformare il proprio modo di pensare e di agire a quello di Cristo, mediante un radicale mutamento interiore ed una vera conversione attuata giorno per giorno (cf. Pauli VI Seraphicus Pater, 7). Ovviamente le condizioni del mondo contemporaneo esigono altri segni, altre maniere di realizzare una vita santa, nel quotidiano impegno di apostolato. È chiaro, tuttavia, che rimangono identiche le regole fondamentali per vivere realmente secondo il Vangelo. La regola francescana insegna ancor oggi come si debba aprire il cuore a Cristo, come si possa camminare con lui e come si possa far conoscere ai fratelli che l’adesione alla Parola divina elargisce un dono che libera e santifica. Con un autentico stile di vita francescano, in una parola, si propone ad ogni uomo e donna un’effettiva crescita nel modo di agire cristiano, e perciò corrispondente alla stessa dignità umana.

5. Considerate allora quanto sia preziosa la regola di vita proposta dal vostro ordine. L’uomo moderno coinvolto nella civiltà dei consumi, ha bisogno di ritrovare un vero orientamento per il programma delle sue scelte quotidiane. Oggi c’è bisogno di annunciare che il primato dello spirito è essenziale per affermare in maniera autentica anche i valori umani. Voi dovete far comprendere che la povertà secondo il Vangelo è davvero liberazione e beatitudine; che l’amore a Cristo è fonte di gioia; che la carità verso il prossimo e in se stessa una valida ragione di vita. L’uomo moderno chiede alla Chiesa ed a tutti voi, discepoli di san Francesco, come vivere effettivamente le esigenze del Vangelo, “sine glossa”, pur conservando la propria condizione di laici, impegnati nell’ordine temporale.

La vocazione universale alla santità, la missione affidata ai laici nella redenzione delle realtà terrene, il valore della preghiera, così chiaramente intuiti da san Francesco, siano dunque per tutti voi il programma da confermare e rinvigorire.

Vi aiuti in tale proposito la benedizione apostolica che, auspice il serafico padre San Francesco, imparto di cuore a tutti voi ed alle vostre comunità.  

Il saluto del Santo Padre ai delegati delle confraternite:  

Sono anche presenti i delegati delle confraternite delle diocesi d’Italia, riuniti per un incontro di studio, sotto la presidenza del Cardinale vicario di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale, Ugo Poletti.

Auspico che da tale assemblea, impegnata a valutare le vie nuove della partecipazione attiva alla missione della Chiesa nel servizio della carità, secondo il programma pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, sorgano valide iniziative e spunti di aggiornata testimonianza.

Benedico tutti di cuore.

 

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