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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE AGOSTINIANO

Castel Gandolfo - Martedì, 26 settembre 1989

 

Carissimi.

Sono ben lieto di accogliervi, superiori e delegati dell’Ordine Agostiniano, convenuti a Roma da tante parti del mondo per celebrare il centosettantaseiesimo capitolo generale. Saluto tutti voi ed in particolare il padre Miguel Angel Orcasitas Gómez, al quale, come priore generale da voi eletto, avete affidato il governo dell’ordine per i prossimi sei anni.

1. Avete scelto come tema del capitolo generale: “Gli Agostiniani verso il 2000”. Con piacere vedo in questa scelta una chiara volontà di camminare con la Chiesa e per la Chiesa alla soglia del terzo millennio della sua storia, e il sincero impegno di affrontare con essa le sfide del nostro tempo, risolvendole a vantaggio dell’uomo “prima fondamentale via della Chiesa” (Redemptor Hominis, 14), tracciata da Cristo stesso nel mistero della sua Incarnazione e Redenzione.

L’esperienza e la dottrina del vostro padre sant’Agostino offrono a voi indicazioni precise e autorevoli circa la presenza e la missione che vi spetta nella Chiesa e nel mondo di oggi.

2. Sant’Agostino, come ben sapete, ha studiato a fondo il “problema dell’uomo” (cf. Confessiones IV, 4, 9: PL 32, 397), le sue angosce e le sue aspirazioni. Egli è riuscito in qualche modo a sintonizzarsi con ogni uomo, avendone conosciuto e sperimentato la miseria e la grandezza. Nel suo incontro con Cristo attraverso la conversione, sant’Agostino ha individuato la vera soluzione del problema. L’uomo non si comprende senza un riferimento a Dio; solo Cristo può offrire la liberazione e la salvezza che egli va cercando (cf. Allocutio in aedibus Athenaei Augustiani, XVI expleto saeculo a conversione S. Augustini, episcopi et Ecclesiae doctoris, 4, die 17 sept. 1986: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX, 2 [1986] 645).

Questa stessa esperienza, vissuta da ciascuno di voi nelle vostre comunità è ancora oggi un dono prezioso da custodire e da offrire all’uomo contemporaneo, sempre alla ricerca di verità e di soluzioni liberanti. Con una esperienza di Cristo forte, gioiosa e trasparente voi potete contribuire all’impegno costante della Chiesa nel suo ministero a favore di tutti gli uomini.

3. Sant’Agostino è stato anche un grande contemplativo, ed ha avuto il pregevole merito di saper tradurre la sua forte passione per Dio in un infaticabile servizio verso ogni categoria di persone, in risposta alle diverse “necessità” della Chiesa del suo tempo. Mentre non ha cessato di coltivare l’interiorità nell’intimo della quale c’è Dio (cf. De Trinitate, VIII, 7, 11: PL 42, 957), egli non si è mai sottratto alle esigenze del “Cristo povero”, ogni qualvolta questi ha bussato alla porta della sua pace (In Jo. Ev., tr. 57, 4: PL 35, 1791). Allo studio incessante della Parola di Dio e dei problemi del suo tempo, Agostino ha saputo unire con grande ed invidiabile equilibrio una carità sempre pronta ad accogliere le richieste del “Cristo bisognoso” di pane e di verità.

Ecco un altro vostro importante compito a vantaggio della Chiesa e dell’uomo contemporaneo; una convinta e profonda contemplazione dell’amore e della bellezza di Dio, che vi permetta la diffusione del buon profumo di Cristo (cf. Regula, VIII, 1: PL 32, 1 384). In un mondo in cui purtroppo si registrano ancora molteplici squilibri per mancanza di amore e di fiducia verso Dio e la sua giustizia, e quanto mai importante la testimonianza di chi fonda la sua vita sull’ascolto e sulla contemplazione di questo Dio, per servire poi i fratelli ispirandosi al modello del suo amore gratuito e misericordioso. Le vostre comunità dovrebbero diventare, perciò in maniera sempre più evidente luoghi ricchi di umanità e di accoglienza, proprio perché in esse si prega e si gusta l’incontro con Dio.

4. Sant’Agostino si è costantemente ispirato alla prima Chiesa di Gerusalemme, descritta da san Luca negli Atti degli Apostoli (At 2 et At 4), quale fecondo modello di comunione e di condivisione. Le sue stesse comunità monastiche sono state da lui modellate su questa comunità, perché fosse ancor più evidente il significato che per l’intera umanità riveste la Chiesa, “mistero di comunione e di unità” (cf. Lumen Gentium, 1; S. Augustini, Enarr. in Ps. 132, 9: PL 37, 1735).

Questo periodo postconciliare è stato caratterizzato dalla riflessione di tutta la Chiesa sulla propria identità. Ora però, nella prospettiva di una rinnovata evangelizzazione occorrono modelli vivi ed efficaci di vita ecclesiale; occorre che si “rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità” (cf. Christifideles Laici, 34). Chi, dunque, più di voi può aiutare la Chiesa in questo servizio di comunione nella Chiesa e nel mondo? Auspico di cuore che questo capitolo segni l’inizio di un sincero e rinnovato impegno della vostra famiglia religiosa, perché diventi segno e fermento di nuove comunità ecclesiali in cui tutti i cristiani - laici, religiosi e sacerdoti - si sentano un solo Corpo con Cristo, il “Cristo unico”, il “Cristo totale” (cf. S. Augustini, Epist. 243, 4: PL 35, 1056; In Io. Ev. 21, 8: PL 35, 1568; cf. Augustinum Hipponensem, II).

5. Desidero concludere con un auspicio ed una esortazione. L’auspicio che la “dottrina di sant’Agostino sia studiata e largamente conosciuta e il suo zelo pastorale imitato, affinché il magistero di tanto dottore e pastore continui nella Chiesa e nel mondo a favore della cultura e della fede” (Epist. 243, 4: PL 35, 1056; In Io. Ev. 21, 8: PL 35, 1568; cf. Augustinum Hipponensem, II, conclusio). L’esortazione che con un atteggiamento profetico e di fede, vi apriate coraggiosamente alle nuove frontiere della Chiesa, impegnandovi a ridare vitalità alla vostra esperienza con una maggiore consapevolezza della vostra identità e con un costante e peculiare lavoro per la proposta vocazionale e la formazione dei nuovi candidati al vostro ordine.

La Vergine Maria, che voi onorate particolarmente con i bei titoli di madre della consolazione e del buon consiglio, accompagni i vostri passi e interceda perché possiate fare sempre tutto ciò che il Figlio suo Gesù vi dirà (cf. Gv 2, 5).

Invocando la grazia del Signore, imparto di cuore la benedizione apostolica a voi qui presenti, a tutti i fratelli dell’Ordine Agostiniano, alle dilette monache agostiniane di vita contemplativa, ai membri degli istituti che fanno parte della famiglia agostiniana e a tutti i laici a voi in qualche modo legati da vincoli di amicizia e di collaborazione.

 

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