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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL CENTRO SAN DOMENICO DI BOLOGNA

Sabato, 16 giugno 1990

 

Carissimi fratelli e sorelle.

1. Dopo circa dieci anni dalla vostra precedente visita nel 1979, ci incontriamo di nuovo per festeggiare il ventennale della fondazione del centro San Domenico di Bologna.

In questi ultimi anni la vostra attività si è notevolmente arricchita e allargata, ottenendo consensi non solo nella Chiesa locale, ma anche nella società civile e in numerosi ambienti culturali sia in Italia che all’estero. Di particolare rilievo, al riguardo, è stata la collaborazione del vostro Centro con l’Università di Bologna e con l’Amministrazione pubblica della città, in occasione delle recenti celebrazioni del IX centenario della fondazione di quell’antichissima Università.

Mentre, pertanto, vi saluto tutti con affetto, desidero esprimere il mio vivo compiacimento per gli obiettivi raggiunti e per l’attività svolta, manifestando altresì la gratitudine della Chiesa per la testimonianza, che date al mondo, della verità del Vangelo.

2. Il vostro Centro è sorto per iniziativa di alcuni laici bolognesi e di un sacerdote domenicano. Pertanto non può non risentire dell’equilibrio e della saggezza caratteristici della spiritualità domenicana e tomistica, la quale, mentre da una parte esalta l’ordine soprannaturale della fede e della divina rivelazione, verso il quale fa convergere tutta l’attività dell’uomo, dall’altra riconosce la dignità e l’autonomia della natura umana e della sua capacità di conoscere e di compiere in questo mondo, tutto quanto è utile e necessario al progresso dell’uomo.

Da qui il carattere “laicale” del Centro San Domenico, che non significa certamente laicismo agnostico e chiuso alla dimensione del Trascendente, ma che esprime al contrario, secondo il profondo insegnamento dell’Aquinate, la sostanziale capacità della ragione umana di cogliere, nonostante le ferite del peccato, le importanti verità concernenti la grandezza e il fine dell’uomo e di elevarsi, partendo dalle creature, alla conoscenza del Creatore. Questa consapevolezza del valore della ragione umana vi consente di aprire e intrattenere un dialogo anche con coloro che, pur non essendo illuminati dalla fede cattolica, sono disposti tuttavia a seguire il cammino della verità, indicato dalla ragione e dalla scienza.

3. Certamente, il compito che state realizzando ormai da anni non è agevole. Alcune ideologie odierne cercano di mettere in cattiva luce il messaggio di Cristo, screditando agli occhi dei nostri contemporanei la missione della Chiesa e del suo magistero. D’altra parte il vostro intento è precisamente quello di confrontarvi e di dialogare con queste correnti e queste tendenze di pensiero. In tale difficile programma si tratta di applicare con umiltà e coraggio i principi della sapienza cristiana, della quale parla san Paolo e, al suo seguito, il Dottore Angelico: quella superiore e soprannaturale sapienza, ispirata alla verità della fede, che ci porta ad “esaminare ogni cosa, tenendo ciò che è buono” (1 Ts 5, 21).

Questo sapiente discernimento esige da una parte la necessaria fedeltà alla Chiesa e, dall’altra un’autentica capacità di incidere sugli ambienti della cultura e della società di oggi, che vi consenta di realizzare la specifica vostra missione evangelizzatrice e umanizzatrice di discepoli del Signore Gesù Cristo.

4. Con tali sentimenti e voti, mi rallegro ancora con la Famiglia domenicana, e a voi tutti del Centro rinnovo il mio augurio di un’attività sempre più ricca e feconda, generosa e coraggiosa, sapiente e intelligente, da veri amici di san Domenico, che contribuisca allo sviluppo della Chiesa e alla crescita delle speranze di pace e di giustizia per gli uomini del nostro tempo, mentre, di vero cuore, vi benedico tutti, insieme con i soci e le persone care assenti.

 

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