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VIAGGIO APOSTOLICO IN MESSICO E A CURAÇAO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DI ALTRE CONFESSIONI CRISTIANE

Città del Messico (Messico)  - Mercoledì, 9 maggio 1990

 

Desidero ringraziare per questo incontro tutti i presenti: voglio ringraziarvi in modo particolare per questa presentazione. È molto importante il fatto che durante la mia visita pastorale in Messico, abbiamo anche quest’opportunità di stare insieme, con tutti i cristiani presenti e impegnati in questo Paese, nell’ambito della grande Nazione messicana. Come ho dichiarato molte volte, la Chiesa cattolica, la Chiesa di Roma, il vescovo di Roma sono sempre fedeli alle posizioni del Concilio Vaticano II, specialmente a quelle che si riferiscono all’ecumenismo dell’Unitatis redintegratio. Tanto più visito il mondo, con diversi incontri, anche quei Paesi del mondo in cui vi sono proporzioni diverse fra cattolici e altre confessioni cristiane - come per esempio, l’anno scorso in Scandinavia - tanto più vedo l’urgenza di questa “Unitatis Redintegratio” e che si possano realizzare le parole della preghiera di Cristo in punto di morte: “ut unum sint”, “che siano uno”.

San Paolo ha detto una volta che evangelizzare è un dovere: “Guai a me se non evangelizzassi”. Il dovere di evangelizzare si vive nell’urgenza dell’unità, urgenza ecumenica, urgenza evangelizzatrice, urgenza evangelica, in tutti i Paesi, indipendentemente dalla loro grandezza, presso tutti i popoli, in tutte le comunità. Vi ringrazio ancora una volta per la vostra presenza e per questa opportunità che abbiamo avuto di stare tutti insieme; una piccola espressione di questa unità che già esiste e nella quale speriamo. Molte grazie, arrivederci.

Il Santo Padre quindi si rivolge ai rappresentanti della comunità ebraica messicana.

Signore e signori, vi sono molto grato per la vostra presenza, in questo momento della mia seconda visita in Messico. Viviamo in un mondo molto diviso e che soffre per le sue molteplici fratture. Al tempo stesso, viviamo in un mondo contraddistinto dalla ricerca dell’unità, dell’unificazione e della riconciliazione. Il Concilio Vaticano II, con il documento “Nostra Aetate” ha affrontato uno dei temi centrali di questa riconciliazione. Possiamo e dobbiamo dire che il popolo ebraico è “il nostro fratello maggiore”, come ho detto anche nel visitare la Sinagoga di Roma. Nella ricerca dell’unità del mondo, l’umanità passa attraverso diversi campi: ecumenici, internazionali; passa attraverso i rapporti fra le Nazioni, fra le potenze di questo mondo. Essa passa attraverso il campo ideologico e religioso, in particolare attraverso il rapporto tra i figli della religione mosaica, di Mosè, discendenti di Abramo, il nostro padre comune nella fede, e anche dei musulmani, di tutti i musulmani. Desidero, quindi, ringraziare tutti voi per la vostra presenza, per aver espresso il desiderio di stare, nonostante tutte le difficoltà, su questo cammino di riconciliazione e di unità. Desidero anche offrire ai qui presenti e a tutta la comunità ebraica del Messico, nella vostra Nazione, nella loro patria e nei diversi Paesi del mondo, voti di bene, la benedizione del Signore e voti di saluto. Molte grazie.

L’invito a restare fedeli alle proprie radici e a pregare per la Patria lontana è rivolto dal Papa ai rappresentanti della comunità polacca residente in Messico, incontrati nella prima mattinata. Questa la traduzione del saluto del Santo Padre.

L’ultima volta ci siamo visti quasi undici anni fa. Da allora la comunità polacca non è aumentata di molto; è piccola ma compatta. Voglio augurare che mentre si radica sempre di più nella società messicana questa comunità rimanga se stessa. Tanto più che l’impresa non deve essere difficile, visto che questi due Paesi, queste due Nazioni vengono chiamate “semper fidelis”. Il vostro presidente ha voluto sottolinearlo su questa targa. Pregate per la Patria. Molte cose sono state fatte in Polonia, tante sono ancora da fare. Con l’aiuto di Dio tutto si può ottenere. Così dice il card. Tomášek arcivescovo di Praga. Così dice anche il primo ministro Mazowiecki in Polonia. Confidiamo che con l’aiuto di Dio molto si potrà ottenere. Voglio benedirvi per gli anni successivi della vostra vita in terra messicana e per la costruzione di questa società che ci è vicina anche se lontana. Geograficamente lontana, affettivamente e spiritualmente vicina. Vi do la mia benedizione in latino perché sono presenti molti messicani.



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