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VISITA PASTORALE IN CAMPANIA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON IL CLERO E CON I RESPONSABILI DEL LAICATO
NELLA CATTEDRALE DI AVERSA

Aversa (Caserta) - Martedì, 13 novembre 1990

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono particolarmente lieto di entrare nel vivo di questa mia pur breve visita pastorale alla vostra Diocesi incontrandomi con voi, che costituite le forze vive della comunità ecclesiale aversana. Riuniti attorno al vostro zelante pastore, il carissimo mons. Giovanni Gazza, al quale rivolgo un deferente pensiero ringraziandolo per le cordiali parole, voi - sacerdoti, religiosi, religiose e responsabili dei vari movimenti dell’apostolato laicale - rappresentate l’intero popolo di Dio, “assunto da lui ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra, inviato a tutto il mondo” (Lumen gentium, 9). La mia gioia è ancor più intensa perché tale incontro si svolge nella cattedrale, di cui si celebra quest’anno il IX centenario di fondazione. Ho, anzi, il piacere di inaugurare proprio oggi la mostra dei “Tesori d’arte del duomo aversano”, che commemora tale fausto anniversario.

Questo storico tempio, silenzioso testimone del secolare cammino della Chiesa di Aversa, registra stamane un’altra significativa tappa della sua vita.

2. La vostra comunità - come ho ricordato ieri - si riallaccia alla predicazione dell’apostolo Paolo e là, dove era stata eretta un’edicola in suo onore, è sorto successivamente il duomo a lui dedicato. Ricostruito a più riprese, esso è stato via via trasformato e arricchito di pregevoli opere d’arte. Basta pensare, ad esempio, al “Breviarium secundum consuetudinem maioris ecclesie aversane”, raro esemplare di arte liturgica e tipografica. Soprattutto, esso è diventato, nel corso dei secoli, il centro propulsore di tutta la vita diocesana, illuminata dal magistero e dalla santità di dotti e venerati pastori.

La storia della vostra cattedrale accompagna quella della diocesi, e in qualche modo ne simboleggia il cammino spirituale. Anche nella vita della vostra Chiesa non sono mancati, dopo periodi di grande fervore, momenti di crisi e di difficoltà; mai, però, si è spenta la fiamma della fede, qui accesa dalla predicazione dell’Apostolo. Come l’edificio sacro, sottoposto nei secoli all’usura del tempo e degli uomini, è sempre risorto più solido di prima, così problemi e debolezze non hanno impedito alla vostra comunità di ritrovare ogni volta nuovo slancio di fede e più convinto impegno di testimonianza. Guardando alla vostra cattedrale, io sento il bisogno di dire a voi, clero e religiosi di Aversa: Siate degni delle vostre tradizioni apostoliche! Rendete a Cristo, nel mondo di oggi, la testimonianza coraggiosa che egli attende da voi!

3. Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio!

Ascoltando poco fa il brano del Vangelo introduttivo al nostro incontro, mi è sembrato di sentire Pietro ripetere anche qui, fra di noi, queste stesse parole che lo Spirito ha suscitato in lui. Esse costituiscono la professione di fede che i cristiani sono chiamati a rinnovare nel corso dei secoli. È lo stesso grido che si leva oggi nella Chiesa di Aversa: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio! Solo chi, mediante la fede, riconosce e accoglie Gesù come il Figlio del Padre; solo chi proclama a voce alta che egli è il Signore, può comprendere il mistero dell’uomo e può venire incontro alle sue più profonde esigenze spirituali. È questa fede che ha modellato la cultura e la storia del vostro popolo, arricchendolo della sapienza del cuore, che scaturisce dal Vangelo. È ancora questa fede che ha suscitato tra di voi schiere di apostoli e di missionari. Ancor oggi sono circa mille - come ha ricordato il vostro vescovo - i sacerdoti, i religiosi e le religiose che operano fuori diocesi al servizio della Chiesa universale.

E qui mi sia lecito citare almeno un mio collaboratore molto vicino, mons. Crescenzio Sepe, della Segreteria di Stato. Ma, accanto a lui, debbo ringraziare anche quei sacerdoti della diocesi di Aversa che collaborano con la Santa Sede nei diversi Dicasteri - come “Propaganda Fide” - nelle Nunziature in Italia, in Egitto, in Libano. A tutti vanno i miei ringraziamenti. Per tornare poi alla loro Madre spirituale che è questa Chiesa aversana, mi rallegro insieme con voi anche per i due nuovi vescovi che provengono dal vostro presbiterio.

Ma molteplici ostacoli rischiano ai nostri giorni di affievolire l’incidenza dell’annuncio evangelico o indebolire la vostra fede. Anche nella vostra diocesi la complessità dei problemi, la crescente indifferenza religiosa, il consumismo, lo scadimento dei valori morali, la spinta alla violenza rendono più difficile la pratica coerente della vita cristiana. Non compromettetevi, carissimi fratelli e sorelle, con i falsi richiami di questo mondo; non lasciatevi abbattere dallo scoraggiamento; testimoniate piuttosto con decisione la vostra personale adesione a Cristo con la saldezza della fede, con la gioia della speranza e con la concretezza dell’amore. Così, attraverso di voi, lo spirito del Signore continuerà a scrivere, come in passato, pagine sorprendenti di straordinaria vitalità spirituale.

4. Si apre davanti a voi una nuova stagione apostolica. Conservate lo slancio missionario, che ha contraddistinto la vostra tradizione ecclesiale; ma, allo stesso tempo, impegnatevi, con ogni mezzo a vostra disposizione, per far penetrare sempre più profondamente l’ideale cristiano nella vostra stessa diocesi. È un compito arduo, ma necessario. Dovete dire no all’odio e alla violenza; no alle spinte disgregatrici che rischiano di lacerare il tessuto sociale della vostra terra. La vostra risposta a tutte queste tentazioni sia sempre la convinta adesione al perenne messaggio evangelico.

Fedeli alla vostra tradizione, costruite una Chiesa che sa perdonare e amare. L’amore vince, abbatte le frontiere, spezza le barriere fra gli esseri umani. L’amore crea una nuova società. È affidato alle vostre fragili forze questo impegno missionario. Siatene ben consapevoli, ma non abbiate timore, perché Cristo è con voi!

Se sincera sarà la vostra risposta al Signore, se costante sarà il vostro dialogo con lui nella preghiera, se vi impegnerete a vivere con gioia la vostra vocazione, Iddio non vi farà mancare la luce e il coraggio necessari per realizzare pienamente il compito che egli stesso vi ha affidato. Missionari, innanzitutto, all’interno della vostra Chiesa, sarete missionari nel mondo e per il mondo, “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15).

Per raggiungere tale meta, fate in modo che l’Eucaristia, la Madonna e il Papa, le tre “Icone” del piano pastorale diocesano - come le ha chiamate il vostro vescovo - costituiscano i riferimenti essenziali della strategia pastorale dell’intera diocesi.

Voi sacerdoti siate convinti ed entusiasti della vostra missione, anche se talora vi sentite oppressi dal peso della fatica e dell’incomprensione! La vostra forza all’interno della Chiesa sia la fedeltà nell’unità. Unità con il vescovo e tra di voi. Solo se saprete riscoprire ogni giorno il dono ricevuto nel vostro sacerdozio potrete essere per i fratelli affidati alle vostre cure maestri e padri di vita spirituale!

Voi, anime consacrate, siate in ogni circostanza coerenti con la professione religiosa che vi lega in modo profondo alla vita della comunità! Il popolo di Dio ha bisogno di riconoscere in voi la convinta adesione alla radicale vocazione evangelica.

Voi laici assumete con coraggio all’interno della Chiesa le vostre particolari responsabilità. Siate testimoni credibili ed educatori autorevoli di onestà, di scrupoloso rispetto del bene comune nell’assolvimento dei doveri del vostro stato.

5. Sono venuto tra voi come successore di Pietro, per confermarvi nel cammino di rinnovamento spirituale che già state percorrendo. La mia visita vuole, inoltre, darvi atto della costante comunione della vostra diocesi con la Sede apostolica e dell’impulso che da ciò è sempre venuto all’espandersi del Vangelo nella vostra terra.

Come abbiamo ascoltato nel testo evangelico, che ha aperto il nostro incontro, Cristo rinnova anche oggi la sua promessa a Pietro e alla Chiesa: Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa! Sono parole di grande risonanza spirituale, delle quali io avverto tutto il peso. Mi conforta il sapere che, nello svolgimento dell’impegnativo ministero petrino affidatomi, posso contare sul sostegno spirituale e sulla vostra collaborazione.

Un pensiero particolare rivolgo ora ai genitori dei sacerdoti, che prendono parte a questo nostro incontro. La vostra generosità e la vostra fede, carissimi fratelli e sorelle, ha permesso alla Chiesa di avere ministri dell’altare e apostoli della Parola. Come ringraziarvi? Sia il Padre celeste, modello di ogni paternità, a ricolmarvi delle sue spirituali consolazioni.

Anch’io, a nome della comunità cristiana, vi dico grazie e vi chiedo di accompagnare i vostri figli nel loro cammino sacerdotale. La vostra presenza per loro è preziosa, il vostro sostegno è insostituibile, specialmente nei momenti della prova. Siate i loro primi collaboratori nel lavoro apostolico con la preghiera e con l’intima condivisione delle loro gioie e delle loro difficoltà.

A tutti domando una speciale preghiera, mentre vi invito a invocare Maria, particolarmente presente in questa cattedrale con la “Casetta di Loreto”. Il riferimento all’umile dimora della Famiglia di Nazaret evoca il mistero dell’incarnazione e ricorda il “sì” della Vergine al disegno del Padre. Sull’esempio di Maria, ripetiamo il nostro quotidiano “sì” alla volontà di Dio. Maria, la Madre della Chiesa, la Vergine fedele vi protegga sempre.

Vi sostenga anche la mia benedizione, che estendo a tutti i sacerdoti, religiosi, religiose e laici della vostra diocesi.

 

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