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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(1°-9 GIUGNO 1991)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ LITUANA

 Cattedrale di Łomża - Mercoledì, 5 giugno 1991

 

1. Fratelli e sorelle! Cari Lituani!
Eminenza, cari fratelli dell’Episcopato!

Avevo un desiderio ardente di incontrarmi con voi durante il mio soggiorno a Lomza. Per questo, all’inizio esprimo la mia grande gioia di essere arrivati a questo incontro di preghiere qui, nella cattedrale di Lomza, che anche voi formate vivendo in questa terra, pregando e testimoniando la vostra fede. Vi saluto tutti cordialmente. Insieme a voi mi rallegro della presenza dei rappresentanti dell’Episcopato Lituano e di tutti gli Ospiti giunti su invito dell’Ordinario di Lomza.

In quest’ora il mio pensiero corre verso la bella terra di Sejny e di Suwalki dove vive la vostra compatta comunità lituana. Ricordo la magnifica basilica di Sejny, alla quale siete così fortemente attaccati, ove anni fa, mi fu dato insieme al Primate di Polonia, Cardinale Stefano Wyszynski, di incoronare la statua della Madre di Dio di Sejny. Vivete qui sulla terra dei vostri padri, uniti dalla comunione della lingua lituana, per la quale ha avuto molti meriti il Vescovo Antanas Baranauskas, la cui tomba si trova nella basilica di Sejny.

Vi unisce e vi lega la sollecitudine per la fede, la cultura e il mantenimento dei costumi dei padri - nelle vostre famiglie e comunità parrocchiali. In questo modo si attua un arricchimento dell’intera società, dunque anche della Polonia, di cui siete cittadini. Tale atteggiamento avevo in mente scrivendo nell’Enciclica Redemptoris missio: “Il cristiano e le comunità cristiane vivono profondamente inseriti nella vita dei rispettivi popoli e sono segno del Vangelo anche nella fedeltà alla loro patria, al loro popolo, alla cultura nazionale, sempre però nella libertà che Cristo ha portato. Il cristianesimo è aperto alla fratellanza universale, perché tutti gli uomini sono figli dello stesso Padre e fratelli in Cristo” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris missio, 43).

Un’esplicita conferma della vostra cura nel coltivare e consolidare la lingua e la cultura lituane è il Liceo a Punsk. Solo su tale via, attraverso l’istruzione della gioventù, assicurerete il futuro e la solidità della vostra identità lituana. Nella vita della vostra comunità cercate di raggiungere nella perfezione le indicazioni che la Chiesa vi dà amorevolmente nella Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo del Concilio Vaticano II: “Cresce sempre più il numero degli uomini e delle donne di ogni ceto o nazione, coscienti di essere artefici ed autori della cultura della propria comunità.

In tutto il mondo si sviluppa sempre più il senso dell’autonomia e della responsabilità, cosa che è di somma importanza per la maturità spirituale e morale dell’umanità. Ciò appare ancor più chiaramente, se teniamo presente l’unificazione del mondo e il compito che ci si impone di costruire un mondo migliore nella verità e nella giustizia. In tal modo siamo testimoni della nascita d’un nuovo umanesimo in cui l’uomo si definisce anzitutto per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia” (Gaudium et spes, 55).

2. Cristo Signore, abbracciando con la preghiera sacerdotale tutti coloro che avrebbero creduto, pregava anche per voi, perché nel ricchissimo panorama del mondo: nazioni, popoli e lingue - la vostra nazione trovi il posto a sé dovuto, “perché tutti siano una sola cosa”, “perché il mondo creda” (Gv 17, 21). La Chiesa per volontà di Cristo unendo in sé tutti i popoli, esprime in diversi modi la sollecitudine per il loro bene spirituale. Il servizio sacerdotale dei vostri pastori sostiene le vostre giuste aspirazioni nazionali e consolida la vostra consapevolezza e la vostra identità. Perciò è così importante il problema delle vocazioni sacerdotali provenienti dalle famiglie lituane, nelle quali regna uno spirito di autentico cristianesimo. Comprendete perfettamente quanto sia grande il bisogno di sacerdoti lituani: per voi e non soltanto per voi.

Cari fratelli e sorelle Lituani! Padri e madri! Che il problema delle vocazioni sacerdotali e religiose sia oggetto della vostra preghiera e frutto della vostra ardente fede! Il Papa ve lo pone oggi nel cuore!

3. L’incontro, nella Chiesa di Lomza, con la comunità lituana - oltre ai contenuti nominati - ha ancora dei riferimenti ulteriori e più ampi. L’incontro con voi apre il nostro pensiero e allarga il cuore a tutto il Popolo lituano, che è così vicino, difatti confina con la Polonia proprio per mezzo della diocesi di Lomza. Possiamo non ricordarlo in questo momento? Nell’ora di questo particolare incontro non giunge a noi attraverso il confine, l’eco della fede e della speranza di questo Popolo che mi è così vicino e così caro: del Popolo lituano? Con speciale commozione penso ora al memorabile 28 giugno del 1987, in cui la Chiesa Lituana: a Vilnius, e la Chiesa universale a Roma, nella Basilica di San Pietro, celebrava il 600° anniversario del Battesimo della Lituania. Allora, alla presenza dei rappresentanti dell’Episcopato d’Europa pronunciai parole che non hanno perso l’attualità, anzi: sullo sfondo delle esperienze degli ultimi anni e degli ultimi mesi ancor più pienamente esprimono i miei sentimenti verso voi e verso l’amata Lituania: “Cari nostri fratelli e sorelle della Lituania!

Con tutto il desiderio del cuore sono con voi. È un desiderio che porto in me da tanto tempo: ogni giorno visito nella preghiera la vostra Patria. In questa preghiera e nel ricordo di voi si unisce a me tutta la Chiesa. Specialmente la Chiesa nel continente europeo sente i profondi legami che la uniscono a voi, diletti Fratelli e Sorelle, che per la stessa vostra posizione geografica e per la vostra storia, appartenete alla grande famiglia delle nazioni cristiane del continente” (cf. Ioannis Pauli PP. II, Celebrazione del VI centenario del battesimo della nazione lituana, 28 giu. 1987: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X, 2 (1987) 2346s.).

Ricordo oggi quella festa eccezionale di una Nazione cattolica: quale fu il 6° Centenario del Battesimo della Lituania, poiché essa ha avvicinato alle società dell’Europa e del mondo il ricco retaggio della fede cristiana, che nel corso dei secoli affondò le robuste radici in Lituania, penetrò profondamente nell’anima della Nazione, divenendo ispirazione per i costumi, per la spiritualità, per la cultura e la civiltà di questo bastione sul Baltico della Chiesa. In questo contesto desidero indicare a voi, cari Fratelli e Sorelle Lituani, i due segni particolari della presenza della Lituania nel cuore del cristianesimo a Roma. - Ecco, nelle grotte della Basilica di San Pietro in Vaticano si trova la cappella lituana con l’effigie della Madonna della Porta dell’Aurora, come segno visibile dei particolari legami del Popolo lituano con la Chiesa e con la Sede apostolica, con la tradizione e cultura latine. - Un altro segno di questa eloquente e simbolica presenza è nella Città Eterna il Pontificio Collegio Lituano intitolato a San Casimiro, istituito per la formazione di sacerdoti lituani. Nel più difficile periodo della storia della Nazione saliva al rango di rappresentanza spirituale della Chiesa e della Nazione lituana. Visito quei luoghi per un bisogno del cuore, per pregarvi insieme ai Lituani e per esprimere il mio amore e il mio legame con la Chiesa in Lituania e con il Popolo lituano.

4. Lituania! Patria di santi, di martiri e di eroi! Lituania! paese di Maria! - come una volta si è espresso con ammirazione il visitatore apostolico, più tardi Pontefice Pio XI.

Lituania di San Casimiro, della dinastia degli Jagelloni, testimone della storia della Lituania, così fortemente legato con la storia della Polonia, venuto al mondo nel castello reale di Wavel, e dopo la sua morte prematura - umanamente parlando - il suo corpo fu portato a Vilnius, da dove una volta andò a Wavel il suo bisnonno lituano Jagellone-Jogaila (cf. (Iaonnis Pauli PP. II, Allocutio in Audentia generali, die 4 iul 1990: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIII, 2 (1990) 48). Questo Santo, come patrono della Lituania, è un particolare simbolo e segno dell’unità dei Lituani attraverso i secoli, e specialmente nelle dure prove della storia.

La figura di San Casimiro, che insieme ai Fratelli Lituani è venerato dai Polacchi anche come loro patrono, fa risplendere il comune passato storico dei due popoli confinanti e getta un raggio di speranza sul futuro di un’armoniosa fruttuosa convivenza e cooperazione in tutti i settori delle due Nazioni sempre nel rispetto dei principi dell’ordine internazionale comunemente riconosciuti, allo scopo di consolidare gli sforzi per ottenere una pace durevole in questa parte d’Europa. - Lituania del beato Arcivescovo Jurgis Matulaitis, fondatore e riformatore delle congregazioni religiose, animato da un grande amore per l’Immacolata, instancabile e intrepido Pastore della Chiesa di Vilnius!

Lituania! odo la tua voce. La voce di una Nazione vivente sul Baltico e dispersa in tutti i continenti. E rispondo a questa voce da qui, mentre sono così vicino. Spero, che l’incontro di Lomza con i Lituani avvicini il giorno in cui sul percorso peregrino del Papa si trovi la Lituania. Dalla cattedrale di Lomza raccomando la causa del mio pellegrinaggio in terra lituana - a Colei, che splende nel Santuario della Porta dell’Aurora, ed è per noi tutti: per voi, Lituani, e per il Papa, l’Aurora splendente di speranza.

Con tale intenzione mi porto spiritualmente, insieme a voi, presso la tomba di San Casimiro nella cattedrale di Vilnius e presso la tomba del beato Arcivescovo Jurgis Matulaitis-Matulewicz nel tempio di Mariampol. Non so ancora parlare come il Card. Sladkevicius, devo ancora imparare. Meno male che c’è questa tappa a Lomza prima che vada in Lituania.

5. A voi e ai vostri Fratelli del Nemunas, della Vilja e del Baltico, e di ogni luogo, dove batte il cuore lituano, dico: bisogna pregare, bisogna sperare e perseverare nell’unità della fede e della carità.

Dal Santuario della Porta dell’Aurora (“Ausros Vartai”), che è il simbolo dell’indistruttibile spirito della Nazione, poiché sta incrollabile tra la mutevole, e a volte dolorosa e drammatica storia, la Madre di Misericordia rimane rifugio e sostegno spirituale non solo dei Lituani, ma anche dei popoli vicini, il segno della speranza per un popolo che riconosce il messaggio di salvezza che da quel Santuario emana: un messaggio di amore, di pace, di giustizia e di libertà” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio ad precationem «Angelus Domini», die 28 iun. 1987: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X, 2 (1987) 2354).

Nello spirito della preghiera sacerdotale di Cristo che esprime il Vangelo della riconciliazione, della pace e dell’amore: “Perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Gv 17, 23), vi auguro, Fratelli e

Sorelle lituani, nella vita della vostra società e nella vita del Popolo Lituano, i desiderati frutti dell’amore che unisce i vostri cuori credenti. Diletti Lituani! Cristo è con voi! Con voi è Maria, Madre di Misericordia! Con voi è la Chiesa!

Con voi è anche il Papa! Benedico di tutto cuore voi tutti qui presenti, le vostre famiglie, le parrocchie, gli ambienti e tutti coloro che rimangono con noi nell’unità spirituale, benedico di tutto cuore.



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