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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA XLII SESSIONE ORDINARIA
DELL'UNIONE EUROPEA DI RADIODIFFUSIONE

Venerdì, 28 giugno 1991

 

Signore, Signori,

1. Sono felice di augurarvi il benvenuto nella Sala del Sinodo, diventato per la circostanza la sede dei lavori della quarantaduesima sessione ordinaria dell’Assemblea generale dell’Unione Europea della Radiodiffusione. E vorrei innanzitutto ringraziare il Signor Albert Scharf, che da anni si dedica con devozione alla vostra Organizzazione, per le parole gentili che mi ha indirizzato nel nome di voi tutti.

Saluto i membri del Consiglio di Amministrazione, i Presidenti delle diverse commissioni, il Segretario Generale e i responsabili dei servizi permanenti dell’Unione. Rivolgo i miei saluti anche ai rappresentanti delle Unioni sorelle che fanno sentire nella vostra Assemblea la voce degli altri continenti del globo. Questo incontro non è il primo che mi è stato concesso di avere con l’Unione europea della Radiodiffusione; nel 1981, la Commissione radiofonica è stata l’ospite di Radio Vaticana e, nel 1984, fu la volta della Commissione Tecnica.

Ma quest’anno, per il sessantesimo anniversario della fondazione della “Radio del Papa”, l’Unione Europea della Radiodiffusione ha voluto dare a questa commemorazione tutto il suo rilievo attraverso la sua presenza al più alto livello nella Città del Vaticano.

2. La Chiesa, com’è conforme alla sua missione, è particolarmente attenta al destino e alla dignità della persona umana. “L’uomo - ho scritto nella mia prima enciclica - è la strada della Chiesa”. Questa stessa convinzione ha ispirato la compilazione della recente enciclica Centesimus annus, nella quale ho rinnovato la presentazione della dottrina sociale della Chiesa alla luce dell’evoluzione che la situazione del mondo contemporaneo ha conosciuto. Da questo punto di vista, è facile comprendere la sollecitudine e l’interesse con cui la Chiesa considera l’insieme dei media che si sono ormai imposti nella vita quotidiana, esercitando un’influenza crescente sul pensiero e il comportamento dei cittadini.

Esprimendosi su questo fenomeno tipicamente moderno, la Chiesa non può tacere le domande di natura morale che esso suscita. Ma talvolta questi richiami alle regole morali che, in questo campo come in altri, la Chiesa rivolge ai responsabili, poiché si tratta per lei di un dovere al quale non può rinunciare, si presentano in una prospettiva unilaterale e incompleta. Succede inoltre che non si comprenda lo spirito nel quale essa esercita il suo ruolo di insegnamento: in effetti, essa agisce nel bene integrale dell’uomo. In altri casi, il suo monito è ben rispettato in astratto, ma è poi relativizzato o vuotato del suo senso concreto, perché non terrebbe conto della situazione dei media e delle leggi che reggono la loro azione.

La verità è diversa: non solo la Chiesa non ignora il “potere” che è nelle vostre mani, non solo tiene conto delle specifiche responsabilità di coloro che lavorano nel vostro settore, ma è anche cosciente delle difficoltà, dei limiti, delle condizioni alle quali voi siete sottomessi. La Chiesa sa e riconosce che, nel campo dei media, ci sono degli ambienti in cui le esigenze morali non sono prese in considerazione o anche sono messe in ridicolo, cosa che rende a volte molto difficile agire in tutta fedeltà alla propria coscienza.

3. In un tempo di grandi trasformazioni culturali, sociali e politiche sono apparsi per gli operatori del servizio pubblico di radiodiffusione dei nuovi problemi. Fino a questi ultimi anni, questo servizio è stato rispettato, e in un certo senso protetto, per la missione che gli era stata assegnata; attualmente deve entrare in competizione, su un terreno che si trasforma rapidamente in mercato. Ma se, nell’ambito della competizione economica, la malleabilità può essere di profitto, ciò può diventare pericoloso per un’attività come la comunicazione, così legata a dei fattori etnici, che non può essere ridotta puramente e semplicemente alla logica del mercato.

Nella situazione difficile che alcuni dei vostri Paesi conoscono a diversi livelli, i poteri pubblici sono chiamati a dar prova di una lucidità e di un’energia eccezionale per condurre il delicato periodo di transizione attuale. Fortunatamente, malgrado le mancanze che persistono, sembra che oggi ci si orienti verso la realizzazione di sistemi misti più equilibrati, dove coesistano armoniosamente il servizio pubblico e le organizzazioni private, con un’equa ripartizione delle cariche e delle risorse, cercando innanzitutto l’interesse della comunità.

Ciò sembra tanto più necessario in questo periodo in cui, liberati dai sistemi totalitari, i Paesi dell’Europa centrale e orientale, che si sforzano di costruire una nuova società, si volgono verso l’Occidente nella speranza di trovare non degli esempi di competizione selvaggia, ma dei modelli di comunicazione degni di democrazie avanzate.

4. In tale contesto la Radio Vaticana continua ad operare oggi, con le sue caratteristiche e finalità specifiche. Costruita da Guglielmo Marconi e inaugurata dal mio predecessore Pio XI nel 1931, questa stazione opera al servizio della fede, dell’unità della Chiesa, e della pace nel mondo. I suoi mezzi sono limitati e mai sufficienti per la missione che essa è chiamata a compiere. Ma la sua propria esistenza e la sua costante presenza nel campo della radiodiffusione internazionale è la testimonianza dell’interesse della Chiesa di possedere i mezzi per proclamare, in completa indipendenza, il Vangelo, la Buona Novella di salvezza.

Nonostante la sua particolare natura, la Radio Vaticana appartiene alla vostra Unione come membro attivo e fondatore. Essa si sforza di collaborare in modo professionale con le varie agenzie membre, i vari corpi in cui l’Unione è divisa, ed in particolare con la Commissione radiofonica e la Commissione Tecnica. Allo stesso tempo, volentieri riconosco che essa riceve moltissimo da voi, in scambi, assistenza ed esperienza in tutti i suoi campi di attività.

In particolar modo, desidero ringraziare tutte le agenzie di radiodiffusione che, nel corso dei miei viaggi apostolici, hanno coadiuvato la Radio Vaticana e hanno fornito assistenza tecnica e professionale. Sono anche grato alle stazioni televisive e radiofoniche di molti Paesi che hanno portato il messaggio dei miei pellegrinaggi in diverse parti del mondo nel nome di Cristo e al servizio della famiglia umana.

5. Desidero incoraggiarvi nel vostro lavoro quotidiano. Comprendo che esso è difficile e complesso. Ma comprendo anche l’immenso bene che potete fare. Sostenendo un nobile ideale di persona umana, potete essere estremamente efficaci nel costruire una civiltà realmente degna dell’uomo.

Esprimo la speranza che la vostra Unione uscirà da questa Assemblea Generale con un rinnovato senso di unità e impegno. Le associazioni come la vostra devono sempre stare attente a non permettere che interessi particolari adombrino il bene comune. Come servizio ad una informazione veritiera e ad un autentico sviluppo culturale, il mondo delle comunicazioni dovrebbe essere libero dal condizionamento di interessi settari e commerciali.

Lo scorso anno, nel quarantesimo anniversario della fondazione dell’Unione Europea della Radiodiffusione, voi avete riaffermato nel Marino Charter le vostre intenzioni di difendere il carattere etico del pubblico servizio della radiodiffusione e di impegnare l’Unione Europea della Radiodiffusione, nel compito di mantenere uno spirito di effettiva solidarietà tra i suoi corpi membri. Questi traguardi richiedono una grande armonia all’interno della vostra organizzazione, soprattutto mentre vi state impegnando ora in una maggiore cooperazione con gli organismi attivi nel campo della televisione. Potete immaginare con quale soddisfazione io veda la realizzazione nel vostro settore di attività dell’unità culturale che risponde alle comuni radici dell’Europa ma che per decenni fu impedita da barriere artificiali.

Spero anche che mentre la vostra organizzazione cresce e si sviluppa nella solidarietà continuerete a rivolgere la vostra attenzione alle regioni in via di sviluppo anche fuori dall’Europa, dove il vostro aiuto può essere estremamente importante.

Che il Signore benedica i vostri sforzi e le vostre aspirazioni. Sostenga il vostro lavoro quotidiano, protegga voi e le vostre famiglie e vi renda capaci di costruire un mondo che sia più giusto e più degno dell’uomo.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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