Index   Back Top Print

[ IT  - PT ]

VIAGGIO APOSTOLICO IN PORTOGALLO
(10-13 MAGGIO 1991)

VEGLIA MARIANA

SALUTO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Santuario di Fatima
Domenica, 12 maggio 1991

 

Signor Vescovo di Leiria-Fatima, Don Alberto,
Signori Cardinali, Arcivescovi e Vescovi,
Amati fratelli e sorelle, pellegrini di Nostra Signora di Fatima!

Ci sentiamo bene qui, nella Casa di Maria . . . Questa enorme moltitudine di pellegrini con le candele della fede accese e il rosario fra le mani mi conferma che sono giunto a Fatima, al Santuario della Madre di Dio e degli uomini. Spetta a Don Alberto, come guida di questa Diocesi benedetta, fare gli onori di casa. Gli sono molto grato per il cordiale saluto di Benvenuto. Vengo ad inginocchiarmi, ancora una volta, ai piedi di nostra Signora di Fatima, rendendoLe grazie per la Sua rivelazione sul cammino degli uomini e delle Nazioni e per le meraviglie e le benedizioni dell’Onnipotente compiute in Lei, l’Onnipotenza supplicante. Viva sempre nei vostri cuori Gesù Cristo, come fascio di luce che indica il cammino verso la Terra Promessa!

1. “Salve, Madre Santa: Tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno”! (Solennità della Madre di Dio: antifona d’Ingresso).

In quel giorno memorabile, il 25 marzo 1984, Tu, Madre Santa, ci hai concesso la grazia di una Tua Visita alla nostra casa, la Basilica di San Pietro, affinché potessimo porre nel Tuo Cuore Immacolato il nostro Atto di consacrazione del mondo, della grande famiglia umana, di tutti i popoli.

Oggi, con questa moltitudine di fratelli, sono venuto presso il Tuo Trono ad acclamarti: Salve Madre Santa! Salve, speranza sicura che mai delude! Totus tuus, Madre! Grazie, Madre Celeste, per aver guidato con affetto materno i popoli verso la libertà! A Voi, o Maria totalmente dipendente da Dio e orientata verso di Lui, accanto al suo e al vostro Figlio, Vi salutiamo come “l’icona più perfetta della libertà e della liberazione dell’umanità e del cosmo” (Congr. Dottrina della Fede, Istruzione su libertà cristiana e liberazione, 97)!

2. Amati fratelli e sorelle!

Nel cammino verso l’Aldilà, spinti dalla forza inesorabile del tempo, abbiamo bisogno di verificare l’orientamento, il significato di Dio, affinché i nostri passi di pellegrini non si arrestino né sbaglino strada, le nostre spalle non portino altro peso che non sia quello di Gesù Cristo. S’impone una pausa, un momento di raccoglimento, di trasformazione personale, di rinnovamento interiore. Fatima, nel suo messaggio e nella sua benedizione, costituisce conversione a Dio. In questo luogo si sente e si testimonia la Redenzione dell’uomo, per intercessione e con l’ausilio di Colei che con il suo piede di Vergine ha sempre schiacciato e sempre schiaccerà la testa dell’antico serpente.

Qui si può trovare il punto di riferimento per la testimonianza di molti uomini e donne che, in circostanze difficili e spesso persino nella persecuzione e nel dolore, sono rimasti fedeli a Dio, con gli occhi e il cuore rivolti alla Vergine Maria, che “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza” (Lumen gentium, 55). Nostra Signora è stata, infatti, per le moltitudini di credenti, tanto duramente provati nella sventura, il pegno per eccellenza della sua fedeltà e la certezza della salvezza, dato che “a causa di Eva, si è chiusa agli uomini la porta del cielo, ma grazie a Maria, è stata aperta di nuovo a tutti” (Lodi a Nostra Signora: antifona al Benedictus).

In verità, “il nodo della disobbedienza di Eva fu sciolto dall’obbedienza di Maria e quello che la Vergine Eva ha legato con la sua incredulità, la Vergine Maria ha sciolto con la sua fede” (Sant’Ireneo, Adversus haereses, III,22,4). Fede, sì, nella Parola di Dio, fede incondizionata, pronta e gioiosa, che la scena dell’Annunciazione esprime con particolare eloquenza: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). E il Verbo si fece carne ed abitò fra noi! La Vergine Maria diede alla luce un Figlio, che le Sacre Scritture salutarono come Emanuele, che significa Dio fra noi (cf. Is 7, 14; Mt 1, 21-23).

3. O Madre dell’Emanuele “mostraci Gesù, Frutto benedetto del Tuo ventre!”.

 Tutta la vita di Maria, dal cui seno si è sprigionata e ha brillato “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9), si svolge in comunione intima con quella di Gesù. “. . . mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti piena di sollecitudine familiare e di lavoro, era sempre intimamente unita al figlio suo” (Apostolicam actuositatem, 4), restando in intimità con il mistero del Redentore. Lungo questo cammino di collaborazione nell’opera di redenzione, la sua maternità “conosceva una singolare trasformazione, colmandosi sempre più di “ardente carità” verso tutti coloro a cui era rivolta la missione di Cristo” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris Mater, 39), e per i quali e nel Quale, si vede consacrata Madre, ai piedi della croce: “Ecco tuo figlio”! Infatti, avendo Ella generato Cristo, Capo del Corpo Mistico, doveva anche generare le membra del medesimo Corpo. Perciò “Maria abbraccia, con la sua nuova maternità nello Spirito, tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa” (Redemptoris Mater, 47). La Chiesa, da parte sua, non cessa di consacrarglieli.

Vi esorto, amati fratelli, a perseverare in questa devozione a Maria. Quanto più viviamo e cresciamo nella disponibilità ad affidarci, tanto più Maria ci avvicina alle “imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3, 8) e, in questo modo, ci rende capaci di riconoscere sempre più, in tutta la sua pienezza, la nostra dignità e il significato ultimo della nostra vocazione, perché solo Cristo “svela anche pienamente l’uomo all’uomo” (Gaudium et spes, 22). Nella maternità spirituale di Maria, noi veniamo adottati come figli nel Figlio, il primogenito di molti fratelli. Trascendiamo da noi stessi e liberiamoci per formare una famiglia, autentica comunità umana, orientata verso il suo destino ultimo - Dio stesso che sarà “tutto in tutti”  (1 Cor 15, 28).

Maria, aiuta i tuoi figli, in questi anni di Avvento del Terzo Millennio, perché incontrino, in Cristo, la via del ritorno alla Casa del Padre comune!

4. “Salve, Madre Santa: Tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno”!

In questa notte di Veglia, con le candele della fede accese, la Chiesa leva a Te un’ardente preghiera a favore degli uomini, affinché, con umile disponibilità e coraggiosa fiducia, possano orientarsi lungo la via della salvezza. Amata Madre, aiutaci in questo deserto senza Dio, dove sembrano perdute la nostra generazione e la generazione dei suoi figli, perché finalmente ritrovino le Fonti divine della propria vita e in esse riposino.

Nel rispetto delle proprie radici cristiane e nel desiderio profondo di Gesù Cristo che s’innalza dal cuore dell’uomo, vogliamo ora trovare le vie che i popoli dell’intero continente europeo devono percorrere. Benedici, inoltre, Madre della Chiesa e Signora di Fatima, la prossima Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa.

Il fatto che Nostra Signora abbia scelto questo Paese per manifestare la sua protezione materna per l’umanità, è una garanzia che il Portogallo custodirà sempre quanto ha di più prezioso: la fede. La fede è la luce suprema dell’umanità! Che risplenda sempre più forte e penetri nel profondo l’anima di questo amato popolo e i diversi ambiti socio-culturali della sua esistenza! Si impegnino tutti - adulti e anziani, giovani e bambini - a conservare un cuore puro e saldo, come il Tuo Cuore Immacolato, al servizio del Vangelo!

Accogli, Madre di Dio e Madre di tutti i figli di Eva, questa Veglia di Preghiera in tuo onore e a gloria della Santissima Trinità, Luce senza tramonto che i nostri passi, ansiosi e spesso incerti, reclamano. Vergine di Fatima, cammina con noi! Prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte! Amen!



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana