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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE HENRI SCHWERY E AI
PELLEGRINI DELLA DIOCESI SVIZZERA DI SION

Giovedì, 7 novembre 1991

 

Signor Cardinale,

Dopo la celebrazione del concistoro, che ha avuto luogo nel giugno scorso e durante il quale Lei è entrato a far parte del Collegio dei Cardinali, sono felice di rivederla, ora che ha appena preso possesso della chiesa parrocchiale romana di cui è titolare. Ho piacere di vederla circondata da un consistente gruppo di pellegrini della sua diocesi di Sion. La loro presenza esprime la fiducia e l’affetto che essi nutrono nei confronti del loro vescovo, e allo stesso tempo la loro partecipazione ai legami più stretti che da questo momento uniscono il loro Pastore alla Chiesa di Roma.

Di recente abbiamo conosciuto il Cardinale Journet e, in occasione di un precedente concistoro, mi ero riproposto di elevare al cardinalato il rimpianto Padre Hans Urs von Balthasar; ma, da molto, nessun vescovo svizzero era stato chiamato a far parte dell’insieme dei stretti consiglieri del Vescovo di Roma. Ma ora, con Lei, Signor Cardinale, la Chiesa cattolica presente nei Cantoni svizzeri dà il meglio di sé vicino al Successore di Pietro. È una gioia sapere che Lei metta sempre più al servizio della Chiesa universale la sua notevole esperienza di prete, di attento educatore e di pastore, presente negli avvenimenti e nelle iniziative felici che costellano la vita del Popolo di Dio, così come nella prova e nelle preoccupazioni che possono segnarla.

Il nostro breve incontro mi dà occasione di richiamare alla mente i preziosi ricordi della mia visita pastorale del 1984 in Svizzera - in particolare presso la sua diocesi - e i numerosi contatti a Roma con pastori e fedeli. Tengo a sottolineare allo stesso modo la devota presenza della Guardia svizzera molti membri della quale sono originari del Vallese.

Cari amici, voi che accompagnate il Cardinale Henri Schwery per la cerimonia della presa di possesso del suo titolo romano, il vostro pellegrinaggio vi fa ritrovare le vere fondamenta della Chiesa di Roma: vicino a via Aurelia vecchia, la parrocchia alla quale il Cardinale è ora legato onora i Protomartiri romani, la prima generazione di quegli innumerevoli intrepidi testimoni della fede che hanno subito le torture e la morte perché, seguendo Pietro e Paolo, si sono donati completamente a Cristo Salvatore e perché hanno voluto la comunione spirituale con la sua Croce redentrice. Lo stesso edificio è di recente costruzione, ma nel patrocinio scelto, potete osservare un segno della continuità della Chiesa e della fecondità dell’eroico sacrificio di quei battezzati che si sono lasciati afferrare completamente da Cristo. Con gli Apostoli Pietro e Paolo, i primi martiri hanno profondamente radicato la Chiesa in questa Città. Meditate sulla loro testimonianza! La loro memoria ispira la vita dei fedeli romani; essa guiderà anche la vostra. Il legame personale del vostro vescovo con la Chiesa, resa forte attraverso i suoi martiri, rappresenterà per voi una ragione nuova per sentirvi più vicini al Vescovo di Roma tramite la comunione dei santi, solidali con tutti i membri della Chiesa universale.

Signor Cardinale, affido a Nostra Signora il vostro ministero di Vescovo di Sion e i nuovi servizi che voi renderete alla Sede apostolica. Con tutto il cuore, invoco su Lei e su tutti i suoi diocesani la protezione dei santi Protomartiri romani ed imparto la mia benedizione apostolica a Lei come a tutto il clero, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli laici di Sion.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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