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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BURKINA-FASO
E DEL NIGER
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Giovedì, 30 aprile 1992

 

Caro Signor Cardinale,
Cari Confratelli nell’Episcopato,

1. Più di due anni fa, ho avuto la gioia di riunirmi con voi nel Burkina-Faso, tra la vostra gente, di cui ho apprezzato per la seconda volta la calorosa ospitalità, secondo la nobile tradizione del vostro paese.

Oggi, ho il piacere di accogliervi a Roma, in occasione della vostra visita “ad Limina”. Ringrazio vivamente Mons. Jean-Marie Untaani Compaoré, Vescovo di Fada N’Gourma e Presidente della Conferenza dei Vescovi del Burkina-Faso e del Niger, per le cortesi parole che mi ha rivolto a vostro nome.

Come periodicamente fanno i Vescovi di tutto il mondo, anche voi siete venuti a parlare del progresso del Vangelo con il Successore di Pietro e con i suoi collaboratori nei diversi dicasteri della Curia romana. Nel fare questo, manifestate l’unione delle Chiese locali con la Chiesa di Roma ed esprimete in maniera tangibile i legami che ci uniscono nella grande famiglia dei battezzati. Al tempo stesso, offrite al Papa testimonianza della devozione dei fedeli del vostro paese: sono ad essa tanto più sensibile, in quanto conservo ben vivi nella memoria del mio cuore i momenti culminanti che abbiamo vissuto insieme, nel 1990, a Ouagadougou e a Bobo-Dioulasso.

Il vostro pellegrinaggio alla tomba dei santi Apostoli ravvivi ancor più la vostra fede e il vostro amore per Cristo! È con profondo affetto che desidero confermarvi in questa fede e nella vostra missione di Pastori del Popolo di Dio nel Burkina-Faso e nel Niger, per la nostra comune missione dell’evangelizzazione del mondo.

2. In occasione del 65 anniversario dell’evangelizzazione del paese, nel 1975, la pastorale d’insieme ha conosciuto un nuovo impulso: voi avete cercato di promuovere comunità cristiane nelle quali il laicato formato potesse assumere le sue responsabilità materiali, spirituali e apostoliche in collaborazione con i Pastori. Due anni più tardi, nell’aprile del 1977, questi orientamenti sono stati oggetto di un documento fondamentale dal titolo “Options fondamentales pour un nouveau départ” (Opzioni fondamentali per una nuova partenza). Era stato assunto l’impegno di costruire una “Chiesa-famiglia di Dio”: una Chiesa in cui tutti e ognuno potessero diventare sempre più solidali, responsabili e uniti, per il proprio futuro. Per vari aspetti, l’edificazione della Chiesa-famiglia tende a donare alla Chiesa del Burkina-Faso il suo volto locale.

Avete quindi incoraggiato l’organizzazione di comunità fraterne in cui si viva lo spirito della famiglia; e i vostri sforzi in questo settore hanno già portato frutto: saluto l’insieme di fedeli laici che, da voi, assumono generosamente il loro ruolo nella missione dell’evangelizzazione, nelle parrocchie o nelle piccole comunità, o anche nella catechesi, nei movimenti, nei gruppi di preghiera, nei diversi servizi ecclesiali, come sono citati nell’enciclica Redemptoris missio (cf. n. 74). Auspico che, con il vostro aiuto, questi cristiani impegnati perseverino nella loro formazione alla luce della Parola di Dio e grazie a una frequentazione sempre più fruttuosa dei sacramenti. I catechisti, in particolare, sono “evangelizzatori insostituibili, che rappresentano la forza basilare delle comunità cristiane” (Ivi, 73), ed è importante assicurare ad essi “una più accurata preparazione dottrinale e pedagogica, il costante rinnovamento spirituale e apostolico” (Ivi).

Resta da continuare la considerevole opera che consiste nel risvegliare sempre più nel cuore dei battezzati la loro vocazione ad essere “il sale della terra”, a far si che l’influenza dei cristiani del Burkina-Faso e del Niger nelle cose temporali, seguendo lo spirito del Vangelo, sia ancor più reale. Il dovere dei laici è stato e rimane quello di permeare ancor più vigorosamente dello Spirito di Cristo i diversi settori della vita in società: di qui il bisogno per essi, come sottolineava Mons. Compaoré, di avere una conoscenza sufficiente della dottrina sociale della Chiesa. La vostra lettera pastorale del 18 giugno 1991 ricordava, giustamente, che non vi dev’essere presso i cristiani “divorzio tra la fede che proclamano e i loro comportamenti quotidiani. Non si può creare una contrapposizione artificiale tra le attività professionali, politiche o sociali e la vita di fede” (Servire l’uomo e la società, 33). Infine, la ricerca della formazione integrale di tutti i fedeli, che è dappertutto una priorità pastorale, è la migliore difesa contro le sollecitazioni delle sette o le tentazioni di un ritorno a vecchie forme africane di vita religiosa.

3. Per assicurare questa importante opera di formazione del laicato, avete bisogno di sacerdoti qualificati in numero sufficiente. E avete bisogno di quadri per preparare adeguatamente questi sacerdoti ai loro compiti, come sottolinea la recente Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis di cui conviene meditare, tra l’altro, quanto si dichiara riguardo ai protagonisti della formazione sacerdotale (cf. nn. 65-69).

So che i vostri immediati collaboratori nel sacerdozio sono generosamente dediti alla missione della Chiesa e compiono un considerevole lavoro. Possano aderire sempre più alla persona di Cristo che li aiuterà a superare le sollecitazioni di ogni genere che vengono sia dalle loro famiglie, sia da un ambiente moralmente scosso! Possano essi avere il coraggio di lottare contro corrente per rimanere testimoni autentici e limpidi di Cristo, del suo messaggio di salvezza e di santità! La vostra direttiva “Sacerdoti di Cristo - Pastori e Servitori nella Chiesa-famiglia” offre loro eccellenti orientamenti perché rimangano sacerdoti come vuole la Chiesa, illuminata da una tradizione secolare, e anche quali il mondo africano di oggi abbisogna.

4. Nel loro ministero, i sacerdoti sono sostenuti e appoggiati dai religiosi e dalle religiose, attivi o contemplativi, che costituiscono una grande forza nella vostra “Chiesa-famiglia” e che i Vescovi sono chiamati a promuovere. Essendo la vita religiosa innanzitutto una scuola di santità, le persone consacrate sono in grado di essere per i membri della Chiesa-famiglia veri e propri maestri spirituali. Intimamente legate alla missione di Cristo, esse cercano di vivere sul suo esempio. Totalmente prese dall’amore del Padre, desiderano essere completamente dedite, nello Spirito, all’opera di salvezza del Figlio.

Auspico che, sotto la vostra responsabilità, religiosi e religiose autoctoni sviluppino il loro contributo specifico all’edificazione del Corpo di Cristo, in armoniosa collaborazione con quanti, uomini e donne, venuti da fuori, testimoniano la comunione con la Chiesa universale mediante la loro presenza attiva sempre molto apprezzata.

5. Sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, laici impegnati e anche i giovani sono consapevoli che dopo aver già ricevuto la Lieta Novella dai missionari stranieri, devono, essi gli evangelizzati di ieri, diventare a loro volta, evangelizzatori per i loro fratelli e sorelle, all’interno e all’esterno del proprio paese. So che le vostre comunità hanno il senso missionario e le incoraggio a svilupparlo. Come dichiarava uno di voi, nel vostro popolo si dona non perché si sia ricchi, ma per amore e per desiderio di amare il prossimo. È in questo spirito che la Chiesa nel Burkina-Faso aiuta la Chiesa in Niger. Mi congratulo per questo mutuo soccorso fraterno e possiate continuare a condividere i doni di Dio perché si edifichi il Corpo di Cristo!

6. Nel corso della mia visita pastorale nel vostro paese, rivolgendomi ai fedeli riuniti a Bobo-Dioulasso, facevo notare che l’edificazione del Corpo di Cristo passa attraverso la forza di vita che anima le famiglie cristiane. Gli sposi, con la loro alleanza monogama irreversibile, offrono un’immagine dell’amore che viene da Dio. A loro volta, fanno nascere la vita; aprono le vie alla speranza per i figli che crescono nella gioia di essere amati. Rendono la propria unione un segno visibile della felicità di essere cristiani ed è mediante la famiglia che l’evangelizzazione progredisce.

Che la famiglia continui ad essere quindi oggetto della vostra azione pastorale! Tutto quello che voi seminate nella terra profonda delle realtà familiari porterà frutti di prosperità per la vostra patria e per la Chiesa.

7. La gioventù del Burkina-Faso e del Niger, capitale di speranza per la società civile e per la Chiesa, è numerosa e dinamica. Giovani di famiglie cristiane o giovani catecumeni in cammino verso la fede si riuniscono volentieri per attività religiose, per momenti di preghiera o per esperienze di quaresima: essi amano vivere la fratellanza. Possano essere i degni eredi delle ricchezze umane dei vostri popoli, nel lavoro, ad esempio, o nella volontà di vincere! Dinanzi al flagello della droga o nello sviluppo di una sessualità mal compresa, conviene mostrare loro come costruire la propria vita nel senso della verità, della libertà, della solidarietà e del servizio.

8. Nei vostri paesi, i cattolici vivono in mezzo a una maggioranza di credenti di religioni tradizionali o dell’Islam. Con questi fratelli e sorelle che non condividono la stessa fede bisogna coltivare un’intesa sempre più costruttiva, per la gloria di Dio e per il bene comune. Cercate di proteggere e di promuovere insieme la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.

Infine, consentitemi di incoraggiarvi a cercare al tempo stesso il dialogo e la proclamazione del Vangelo: Non si può porre il problema di scegliere il primo dovere ed ignorare l’altro. Noi dobbiamo sempre annunciare questo Dio fondamento della nostra fede, ragione della nostra speranza e fonte del nostro amore. Per cercare con sincerità e in uno spirito di apertura il dialogo interreligioso, che fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa, ponete in opera l’insegnamento dell’Enciclica Redemptoris missio (nn. 55-57) e le direttive del documento “Dialogo e annuncio”, pubblicato nel maggio del 1991 dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

9. Appunto per rendere questo annuncio più adeguato ancora al vostro continente, si sta preparando l’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa. vi esorto a far si che questo avvenimento sia occasione per una grazia di rinnovamento. Con la riflessione e nella preghiera di tutti i loro membri, le vostre comunità sono chiamate ad approfondire il senso della “missione di evangelizzazione nella prospettiva dell’anno 2000”. Cari Confratelli, nel corso del vostro pellegrinaggio alle tombe dei primi araldi del Vangelo, chiedete luce e forza per quanti, uomini e donne, desiderano seguirne l’esempio per far conoscere meglio e amare il Signore Gesù in Africa.

10. Prima di concludere, vorrei presentare i miei più cordiali auguri al nostro caro Cardinale Paul Zoungrana, che celebrerà il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale il 2 maggio prossimo e che voi festeggerete il 17 maggio. Rendo grazie a Dio per quanto gli è stato dato di compiere e, nella mia preghiera, unisco le intenzioni degli altri due sacerdoti del Burkina-Faso ordinati insieme a lui e che hanno già raggiunto la casa del Padre.

Vi affido, inoltre, la cura di trasmettere i miei cordiali saluti e il mio incoraggiamento ai sacerdoti delle vostre rispettive diocesi, ai religiosi e alle religiose, agli insegnanti cattolici, ai responsabili dei movimenti, ai catechisti la cui collaborazione regolare è tanto preziosa per voi. Benedico, molto volentieri, i giovani che si formano alla vita sacerdotale e religiosa; benedico anche l’opera delle vocazioni nelle vostre diocesi del Niger e del Burkina-Faso.

Infine, vi chiedo di portare il saluto affettuoso del Papa a tutti i fedeli.

La prima tappa della mia visita pastorale nel Burkina-Faso, due anni fa, era stata consacrata a Nostra Signora di Yagma. Desidero concludere questo incontro invocandola di nuovo per voi stessi e per il popolo affidato alla vostra sollecitudine pastorale. Con voi, le chiedo di vegliare sulla Chiesa-famiglia del Burkina-Faso. Infine, con il titolo di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, patrona della cattedrale di Niamey, prego Maria per tutta la Chiesa nel Niger.

Di tutto cuore, imparto, a voi e ai vostri collaboratori e fedeli, la mia benedizione apostolica.

 

 



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