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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI
DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE
PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA E DELLA VITA

Giovedì, 26 novembre 1992

 

1. Sono lieto di salutarvi, Signori Cardinali e venerati fratelli nell’Episcopato, responsabili delle Commissioni delle Conferenze Episcopali dell’Europa per la Pastorale della Famiglia e della Vita. Saluto, in particolare, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il Cardinale Alfonso López Trujillo, e lo ringrazio per le cortesi parole che poc’anzi mi ha rivolto. Unisco nel ricordo i suoi collaboratori e quanti hanno attivamente curato la realizzazione di questo incontro, che costituisce un’occasione importante per riflettere insieme sulle odierne problematiche della famiglia e per un proficuo scambio di esperienze pastorali che, in tale ambito, fioriscono all’interno delle vostre rispettive Chiese locali. Ben conoscete la rilevanza delle sfide alle quali sono sottoposte, soprattutto in Europa, l’istituzione familiare e la vita umana. Iniziative in campo legislativo e sociale coinvolgono in rilevante misura il futuro della famiglia, santuario della vita, con prevedibili effetti sulla coscienza morale e le abitudini dei popoli. Allo stesso tempo non mancano positive prese di coscienza ed emergono rinnovate energie che si pongono a difesa dei valori fondamentali della persona umana e dei nuclei familiari. È vero, la famiglia in Europa conserva ancora tante risorse. Durante questa riunione è vostro impegno approfondire, alla luce dell’unità del Continente europeo, la reale situazione della famiglia e le cause dei mali che la minacciano. Potete, soprattutto, delineare le comuni e coordinate direttive pastorali, che è doveroso assumere, al fine di venire in aiuto e sostenere validamente questo ambito privilegiato di umanizzazione e questa scuola di socialità che è appunto la famiglia.

2. Cristo soltanto conosce che cosa c’è nell’uomo ed illumina con la sua rivelazione anche le situazioni più complesse dell’umana esistenza. Egli solo può introdurre la persona alla piena conoscenza del valore dell’impegno matrimoniale come legge di libertà e di realizzazione nell’amore. Le esigenze proprie della donazione coniugale, l’unità e l’indissolubilità del matrimonio, così come il rispetto della vita, non costituiscono ostacoli all’autentico bisogno di autorealizzazione e di libertà. La natura stessa della persona comporta, infatti, nell’impegno coniugale, una donazione piena e totale al servizio della vita. Realtà, questa, che per i cristiani si inserisce e si rafforza nel mistero dell’amore oblativo, pieno e totale, di Cristo per la sua Chiesa. Il bene della famiglia e il tesoro della vita di ogni umana creatura non possono, pertanto, essere abbandonati alla frantumazione imposta da desideri soggettivi e arbitrari, svincolati da precisi riferimenti alle norme morali.

3. Venerati fratelli nell’Episcopato, la vostra riunione assume significativa rilevanza giacché si colloca in continuità con la recente Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa, quasi a sottolineare la necessità di determinare progetti pastorali organici e coordinati in questa area prioritaria e fondamentale della Nuova Evangelizzazione. La famiglia viene considerata non solo come destinataria del lieto annunzio degli ideali umani ed evangelici, ma è anche agente di evangelizzazione quale immagine viva del mistero dell’amore di Cristo e della Chiesa. Con l’amore, con la fecondità generosa, con l’unità e la fedeltà degli sposi, con la cooperazione di tutti i suoi membri, la famiglia cristiana rende così manifesta la viva presenza del Salvatore nel mondo e la genuina natura della Comunità ecclesiale (cf. GS 48). Affermare che la famiglia è una “Chiesa domestica” significa riconoscere la vocazione peculiare del nucleo familiare cristiano. Esso, grazie al sacramento del matrimonio, dal quale prende origine, partecipa del mistero d’amore di Cristo e della Chiesa e ne diviene eloquente immagine per tutti. Alla luce di ciò, il vostro Convegno rappresenta una importante occasione per interscambi d’informazione e aiuti reciproci tra le diverse Diocesi del Continente europeo.

4. Facevo, infatti, poc’anzi riferimento all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi per l’Europa, i cui orientamenti voi intendete portare ad applicazione soprattutto nei campi della pastorale familiare e della vita. Il punto di partenza non può che essere la riscoperta di Cristo, il quale “svela... pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione” (GS 22): Cristo, Figlio di Dio, ha rivelato all’uomo questa profonda verità, soprattutto con la sua stessa vita. L’evangelizzazione viene pertanto illuminata da questa verità sull’uomo che supera ogni forma di “riduzione antropologica”.

5. Venerati fratelli nell’Episcopato, quanto voi fate per rafforzare tali fondamentali valori e sostenere i nuclei familiari, specialmente quelli in difficoltà, costituisce un alto servizio alla causa del Vangelo.

Vi guidi in questa vostra missione il Signore, al quale non mancherete di far ricorso costante con la preghiera. Sarà anche vostro impegno educare i fedeli al docile ascolto di Dio.

Alla base di ogni vera soluzione dei problemi della famiglia c’è, infatti, la conversione del cuore e la consapevolezza che solo con l’aiuto divino è possibile realizzare pienamente la missione che il Padre celeste affida a ciascuno.

Le nuove e formidabili sfide, che si presentano nel campo della bioetica, così strettamente collegato con quello della famiglia, richiedono nei Pastori una particolare preparazione e un maturo discernimento per ben orientare il popolo cristiano affidato alle loro cure pastorali.

Invoco la materna protezione di Maria su questo vostro incontro: vi sostenga sempre la Madre di Dio nel quotidiano ministero episcopale. Vi sia di incoraggiamento anche la benedizione apostolica, che imparto a voi e a quanti la Provvidenza vi ha affidato.

 

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