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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UNDICI AMBASCIATORI ACCREDITATI
PRESSO LA SANTA SEDE IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DELLE LETTERE CREDENZIALI*

Sabato, 28 novembre 1992

 

Eccellenze,

Come sapete alcune circostanze mi hanno impedito di ricevere ognuno di voi separatamente per la presentazione delle Lettere Credenziali che vi accreditano presso la Santa Sede come Ambasciatori dei vostri rispettivi Paesi. Tuttavia, non è con meno calore e gioia che quest’oggi vi saluto, vi assicuro la mia stima e vi faccio i miei più calorosi auguri.

Dal momento che voi provenite da ogni angolo del globo, il nostro incontro di oggi testimonia la vastità e la diversità dei rapporti che la Santa Sede instaura con così tante nazioni del mondo. Con alcune di esse, come la Spagna, la Sede apostolica ha avuto una lunga storia di rapporti stretti e fruttuosi. Con altre, le relazioni diplomatiche hanno avuto inizio con l’indipendenza acquisita negli ultimi decenni, o, in tempi ancor più recenti, nel momento in cui sono stati raggiunti determinati accordi. L’ultimo di questo gruppo è il Messico, il cui Ambasciatore saluto con grande piacere.

La situazione della Chiesa Cattolica nelle nazioni che voi rappresentate è molto diversa. Alcuni di voi provengono da Paesi che possiedono un’antica tradizione cattolica, mentre in altri la Chiesa è attiva da un periodo più breve. Allo stesso modo, il numero dei Cattolici presenti nelle vostre nazioni varia in modo considerevole – in alcune di esse i Cattolici costituiscono una maggioranza, mentre in altre formano soltanto un piccolo gruppo. Come ben sapete, i Cattolici, qualunque sia la loro storia o il loro numero, sono impegnati a promuovere il benessere del loro Paese. Con lo spirito e l’energia che traggono dal desiderio di servire il loro prossimo come Dio ha comandato essi sono particolarmente inclini a promuovere azioni che favoriscono uno sviluppo autentico. Tale sviluppo affonda le sue radici nella consapevolezza e nella difesa della innata dignità di ogni persona umana. La Chiesa offre un particolare contributo all’ordine civile promuovendo il suo insegnamento sociale e incoraggiando i fedeli a svolgere un ruolo responsabile nella vita della società. Come il Concilio Vaticano II ha giustamente osservato: “Per instaurare una vita politica veramente umana non c’è niente di meglio che coltivare il senso interiore della giustizia, dell’amore e del servizio al bene comune e rafforzare le convinzioni fondamentali sulla vera natura della comunità politica e sul fine, sul legittimo esercizio e sui limiti di competenza dei pubblici poteri” (Gaudium et spes, 73).

Il fatto stesso che i Paesi che voi rappresentate intrattengano rapporti diplomatici con la Santa Sede è indicativo della loro sollecitudine per i valori umani e spirituali che la Santa Sede proclama costantemente a livello internazionale. Vi sono grato per questo impegno ed è mia speranza che la vostra attività diplomatica vi conduca a comprendere sempre più chiaramente gli sforzi che la Chiesa Cattolica compie per cooperare con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che si pongono al servizio dell’umanità. La gravità della situazione mondiale, con il perdurare di conflitti violenti e con le ingiustizie di tutti i tipi che affliggono milioni di vite innocenti, grava pesantemente sulla coscienza di tutti. Rispettosamente esorto ognuno di voi ad essere strumenti di pace, ad adoperarvi per sradicare le cause di queste tragedie e a promuovere la comprensione e il dialogo tra i popoli del mondo.

Eccellenze, vi sono grato per essere qui oggi. Siate certi che ho molto apprezzato la vostra volontà di sostenere gli sforzi che la Santa Sede compie nell’ambito della comunità internazionale, secondo la sua missione e competenza specifiche. Chiedo ferventemente a Dio di concedere in abbondanza ai Paesi che voi rappresentate la sua benedizione di pace e prosperità. Vi prego di portare ai vostri responsabili i miei cordiali auguri affinché possano avere la saggezza e il coraggio necessari per svolgere la loro nobile missione in nome del loro popolo.

Possa Dio Onnipotente sostenere ognuno di voi nell’adempimento del proprio compito per il proprio Paese e per la causa della pace.



*L’Osservatore Romano 29.11.1992 p.7.

 

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