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VIAGGIO APOSTOLICO IN GIAMAICA, IN MESSICO E A DENVER (COLORADO)

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA COMUNITÀ VIETNAMITA EMIGRATA NEGLI STATI UNITI

Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria
«McNichols Sports Arena» di Denver (Stati Uniti)
Domenica, 15 agosto 1993

 

Cari amici vietnamiti,

Ricordo quando fui presentato per la prima volta alla gente di Roma, dopo l’elezione del 1978. Rivolsi loro un breve discorso in italiano e gli dissi: “Se sbaglierò mi correggerete”. Ripeto la stessa cosa a voi e alla vostra comunità del Vietnam. Il mio caro segretario, Monsignor Vincent Thu, ha cercato di insegnarmi la pronuncia vietnamita. Ma io non sono sicuro di riuscirci soprattutto dopo tanti discorsi in lingue differenti. L’unica soluzione è di ripetere la stessa frase che rivolsi alla comunità romana quella prima sera del mio Pontificato: “Se sbaglierò mi correggerete”, ed immagino che sarà necessario correggere molto la mia pronuncia.

1. La mia visita a Denver per la Giornata Mondiale della Gioventù mi offre l’occasione di incontrare voi, membri della comunità vietnamita degli Stati Uniti, e di riaffermare la mia sollecitudine e il mio affetto pastorale per tutto il popolo vietnamita. Saluto ciascuno di voi. Saluto la comunità in esilio, e invio una speciale parola di stima e di amicizia ai vostri fratelli e sorelle nella madre-patria, dove molti stanno ascoltando la mia voce attraverso la radio. Desidero assicurare tutti voi delle mie costanti preghiere per la Chiesa dei centodiciassette martiri, per i poveri, gli ammalati, i rifugiati nei campi di Hong Kong, della Thailandia, dell’Indonesia e delle Filippine.

Negli ultimi due decenni molti di voi hanno lasciato il paese dei vostri padri affrontando sofferenze e prove di tutti i generi prima di essere finalmente salvi e sistemati. In mezzo a tutte queste difficili situazioni, avete tratto coraggio anche dalla vostra fede in Gesù Cristo. Adesso che tali situazioni sono migliorate, la sfida che vi sta dinanzi è quella di mantenere pura e viva la vostra identità di cattolici, senza mai cedere allo scoraggiamento o alla tristezza, o ad atteggiamenti e modi di comportarsi in contrasto con il vostro amore verso Dio. So che siete attivi nel custodire i vostri usi nazionali – abbiamo visto all’inizio il vostro attaccamento alle vostre tradizioni vietnamite, alla vostra Patria, ai vostri costumi e alla bellezza delle vostre tradizioni. Grazie per la vostra esibizione –, e che compite grandi sforzi per mantenere la lingua vietnamita viva tra i vostri figli e i vostri giovani. È questo un modo per manifestare il vostro amore per la madrepatria, per la cultura e la storia del vostro popolo. Può inoltre rappresentare un arricchimento della nazione in cui avete trovato una nuova casa.

2. Mi è stato detto che la comunità vietnamita ha molte associazioni, organizzazioni e movimenti che promuovono attività culturali e sociali come pure opere spirituali e apostoliche. Desidero incoraggiarvi a mantenere una grande unità spirituale tra di voi, e a rafforzare sempre di più lo spirito di cooperazione tra tutti questi diversi gruppi. La forza sta nell’unione; nella divisione e nel conflitto esistono solo il dolore e lo scandalo.

Rivolgo ai sacerdoti una parola fraterna di incoraggiamento. Mantenete vivo il vostro impegno e la vostra dedizione al vostro ministero sacerdotale. Siate Buoni Pastori per i fedeli affidati alla vostra cura pastorale. In particolare, incoraggio vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa tra i vostri fratelli vietnamiti. Siate promotori della vita cattolica della comunità attraverso le vostre parrocchie, organizzazioni, incontri, ritiri spirituali. Non cessate mai di sostenere e rafforzare la carità e la solidarietà cristiane verso tutti coloro che si trovano nel bisogno materialmente o spiritualmente.

A voi religiosi desidero esprimere la gratitudine della Chiesa per la testimonianza della vostra consacrazione e per il bene che fate a tante persone. Siate gioiosi testimoni della giustizia e della santità della Chiesa, che vi siete impegnati a servire con tutto il cuore e con tutti i vostri talenti.

3. A tutti voi rivolgo questo appello: non dimenticate la Chiesa in Vietnam. I vostri fratelli e sorelle nella fede vi offrono l’esempio della loro fedeltà a Cristo mentre vivono il Vangelo nella difficile situazione del loro paese, e della loro disponibilità a soffrire per amore di Cristo (cf. Fil 1, 29). Voi, a vostra volta, potete aiutarli nella ricostruzione morale e materiale delle opere ecclesiali di apostolato e servizio. Hanno bisogno del vostro aiuto per restaurare e ricostruire chiese, seminari, conventi, scuole, ospedali e altre istituzioni – che non hanno altro scopo se non quello di servire le necessità del popolo vietnamita.

A tutto il popolo vietnamita esprimo il mio sincero affetto. Ammiro il coraggio e la tenacia con cui sta cercando di superare i grandi ostacoli derivati dalle tragiche esperienze del passato. Forse la sfida più grande del momento presente è quella di sanare ogni rancore o divisione che sono sorti tra cittadini dello stesso paese. La troppa sofferenza ha lasciato ferite profonde. La ricostruzione sarà possibile soltanto con la cooperazione di ciascuno, e questa a sua volta richiede mutuo rispetto, perdono e unità di propositi. Tutti i vietnamiti saranno in grado di contribuire alla costruzione di una società nuova e migliore se le strutture civili e politiche corrisponderanno alle aspirazioni più profonde del popolo nel suo insieme, aspirazioni alla pace, alla giustizia e alla libertà.

Che il popolo vietnamita, che è sopravvissuto a tanti momenti di difficoltà in passato, possa adesso riuscire a dare alla propria nazione lo sviluppo, il progresso e l’unità a cui esso aspira e a cui ha diritto.

4. Affido tutta la comunità cattolica vietnamita all’intercessione di Nostra Signora di La-Vang. Lei è la madre amorevole che è apparsa nel 1798 per consolare i cristiani perseguitati dai Van-Than. Tra poco la Chiesa in Vietnam, già consacrata al suo Cuore Immacolato, celebrerà il Bicentenario di questo evento. Che il periodo di preparazione a questo giubileo rappresenti un tempo di rinnovato fervore nella fede e nella vita cristiana, un tempo di solidarietà con la comunità cattolica in madrepatria, un tempo per ricordare il passato, ma anche per preparare un futuro ancora più luminoso per le nuove generazioni vietnamiti. Che essi crescano con un sano orgoglio per le loro origini naturali, le ricchezze della propria cultura, la grandezza spirituale dei loro predecessori che sono rimasti saldi di fronte a prove di tutti i generi.

Che nostro Signore Gesù Cristo vi sostenga nella fede, nella speranza e nell’amore.

Che benedica le vostre famiglie con la fedeltà, l’armonia e la gioia.

Dio benedica il popolo vietnamita!

Ricordo la vostra visita per la canonizzazione dei martiri vietnamiti nel giugno del 1988. Molti pellegrini vietnamiti vennero a Roma, ma non dal Vietnam, bensì dall’Europa, dall’America, da molti Paesi e continenti del Mondo. Ricordo anche l’incontro, simile a questo di oggi, che avemmo nel pomeriggio. Apprezzai molto la visita dei vostri fratelli e delle vostre sorelle dal Vietnam. A Roma, talvolta essi vengono nella mia Cappella per partecipare alla Messa privata ed eseguono uno speciale canto liturgico in vietnamita. Sono quindi ancora in contatto spirituale con la vostra Nazione, con la vostra Patria, con la vostra Chiesa specialmente attraverso la presenza di Monsignor Vincent Thu, nella mia casa in qualità di segretario privato del Papa.

Per concludere, devo dire che incontro molti Vescovi dei Paesi dove vivono rifugiati provenienti dal Vietnam. Essi costituiscono ovunque una parte molto solida della comunità cattolica.

Dio vi benedica e rimanete fedeli alla vostra identità vietnamita in ogni parte del mondo. Preparerete così il futuro del Vietnam e della Chiesa nel Vietnam.

Grazie ancora una volta per il vostro invito. Sia lodato Gesù Cristo.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana     

 



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