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VISITA PASTORALE AD ASSISI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA VISITA ALLA TOMBA DI SAN FRANCESCO

Assisi (Perugia) - Domenica, 10 gennaio 1993

 

Ci sono tante cose da pensare in questa Assisi, presso la tomba di San Francesco. Certamente la sua vita è stupenda nel secolo XIII. Ma possiamo dire che ancora più stupenda è quella dopo il XIII secolo, fino ai nostri tempi. Possiamo dire anche che appunto i nostri tempi, il XX secolo, il Concilio Vaticano II, i nuovi impegni della Chiesa, impegni ecumenici, per la pace, per la giustizia, scrivono un nuovo capitolo della storia di San Francesco: non nella vita, ma nella “Communio Sanctorum”, nella Chiesa che finalmente è sempre “Communio Sanctorum”. Non è una “Communio Sanctorum” separata, staccata dal mondo. Si vede attraverso la figura di San Francesco come questa “Communio Sanctorum” è radicata nel mondo. E la Chiesa è radicata nel mondo contemporaneo attraverso la sua “Communio Sanctorum”. In questa verità, in questa realtà, Francesco ha una parte molto speciale, stupenda. La storia della Chiesa, alla fine del secondo millennio, scrive di nuovo la storia di Francesco. Francesco è necessario, per la Chiesa e per il mondo, per scrivere nuovi capitoli della sua storia. Mi congratulo con voi, carissimi Figli di San Francesco, mi congratulo con lei, Padre Ministro Generale, mi congratulo con tutta la Famiglia Francescana nel mondo, per questo fenomeno che tutti percepiscono: tutti vengono in pellegrinaggio ad Assisi con questa consapevolezza nuova. Oggi è stata una giornata di più per acquistare ed approfondire questa consapevolezza. Cosa devo dire a tutti voi, carissimi? Mi congratulo con voi per essere Figli di San Francesco. Mi congratulo con voi per questo nuovi compiti, per questa nuova missione che la vostra comunità religiosa sta svolgendo sempre nella Chiesa e nel mondo. Poi vi ringrazio per questa nuova giornata per la pace, questa volta in Europa, nella Penisola Balcanica, tanto vicina a voi. Infine, mi raccomando alle vostre preghiere. Siete qui, presso questo tesoro, in questo luogo privilegiato: mi raccomando, come Vescovo di Roma, e insieme con me tutti i miei collaboratori qui presenti, e raccomando tutta la Chiesa Romana e tutta la Chiesa Cattolica nel mondo. Raccomando anche questa grande causa ecumenica che è di nuovo diventata causa della nostra Chiesa contemporanea e raccomando anche finalmente il grande problema, la grande realtà della pace, sempre così fragile nel mondo, nell’Europa, dappertutto. Raccomando alla fine la mia persona. Bisogna dire che Francesco trattava bene i Papi, grazie a Dio. Allora possiamo sperare che anche voi non sarete peggiori di lui.

 



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