Index   Back Top Print

[ IT ]

VIAGGIO PASTORALE IN LITUANIA, LETTONIA ED ESTONIA

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto internazionale di Riga (Lettonia)
Mercoledì, 8 settembre 1993

 

Signor Presidente della Repubblica,
Venerati confratelli nell’Episcopato,
Autorità civili e religiose, Fratelli e sorelle!

1. Il mio primo sentimento, arrivando nella vostra Patria, è di gratitudine a Dio per il dono che mi ha concesso: poter baciare la terra lettone ed incontrare il nobile popolo che l’abita. Da tempo avevo implorato la grazia di visitare i Paesi Baltici, ed oggi posso rendere omaggio al vostro Paese che si colloca nel cuore di tale Regione d’Europa, per portare a tutti i suoi abitanti un saluto di pace.

Le parole di accoglienza, che mi sono state poc’anzi rivolte, rendono ancora più sentita la mia riconoscenza.

So di trovarmi in una terra che, dopo lunghe prove, cerca ora ansiosamente la pace, quella pace a cui la sua stessa posizione geografica la invita. Come tutti i Paesi costieri, la Lettonia deve molto al mare: essa è infatti terra di incontro e di transito e numerose pagine della sua storia parlano dell’andare e venire di navi che, oltre a merci da scambiare, recavano uomini e, con loro, idee ed esperienze diverse, capaci di stimolare al dialogo, alla tolleranza e all’amicizia.

2. Profondo e indelebile è il segno che il Cristianesimo ha impresso in questa Nazione, purificando ed elevando la cultura delle popolazioni locali. Il pensiero va immediatamente al monaco Meinardo, che nel secolo XII evangelizzò questa terra, seminandovi un fermento di vita nuova che ancora rimane. Malgrado le mancanze e le divisioni dei cristiani, la novità portata dal primo apostolo della Lettonia resta sempre intatta ed attuale. Il suo fu un messaggio di amore – amore di Dio agli uomini, amore degli uomini a Dio e tra loro – la cui forza mai potrà tramontare.

Su invito della Chiesa locale e delle Autorità della Repubblica, il Vescovo di Roma, successore di Pietro viene a voi seguendo le orme di Meinardo, nel medesimo spirito di pace e di fratellanza. Sì, vorrei che il mio passaggio tra voi avvenisse all’insegna di quei valori che crescono e maturano laddove l’umana società accoglie il Vangelo e si sforza di metterlo in pratica.

E forse mai come in quest’ora è apparso evidente che il Vangelo è necessario alla Lettonia. Usciti da una dolorosa prova umana, politica e sociale, che si è protratta per oltre mezzo secolo, gli abitanti di questo coraggioso Paese si trovano ad affrontare una realtà complessa e drammatica. Esperienze storiche come quella vissuta nel corso di questo secolo lasciano in eredità sfide gravi ed urgenti. Ogni individuo e l’intera società sono chiamati ad impegnarsi nella ricerca di risposte adeguate.

3. Pellegrino di pace, vengo a confermare tutti voi, e in particolare i cristiani, nella fede e nella speranza, ribadendo che il Vangelo è indispensabile proprio in questi frangenti della storia. Il Verbo di Dio fattosi uomo è in grado di offrire luce ed orientamento per portare gradualmente a soluzione situazioni problematiche dagli esiti incerti e rischiosi, quali la convivenza sullo stesso suolo di culture diverse, i cambiamenti demografici profondi, il passaggio da un sistema politico ed economico ad un altro; come pure l’apertura ad altri popoli, quando il contatto con loro è stato reso a lungo difficile, e l’impegno di trasformare in amichevoli rapporti caratterizzati dalla diffidenza e perfino dal rancore verso chi nel passato ha preteso di determinare il destino altrui.

Sono con voi per incoraggiare lo sforzo di tutti in questi campi dell’umana convivenza. In particolare mi unirò all’invocazione e alla riflessione delle Comunità cristiane che qui vivono e faticano per il Vangelo. Negli incontri con i fedeli cattolici, luterani ed ortodossi, ci raduneremo insieme intorno all’unico Signore. Come cristiani crediamo che Egli solo ha parole di vita eterna (cf. Gv 6, 68), e sappiamo – come intuiscono anche molti uomini e donne di buona volontà – che Egli è “la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14, 6). Il Papa viene, dunque, per proclamare a tutti, insieme con i fratelli di fede che in Cristo si trova la via per dare soluzione ai loro problemi, la verità che fornisce luce nei momenti di dubbio, la vita per rinascere dopo le grandi prove.

4. So che in questo Paese è vivo il desiderio della piena unità tra le Chiese: il Signore non mancherà di benedire tale aspirazione, a beneficio di una crescente concordia e di un avvenire di progresso e di pace per l’intera Nazione.

Signor Presidente della Repubblica, nel ringraziarla nuovamente per i sentimenti or ora manifestati, saluto nella sua persona tutti i cittadini di questa Nazione. Saluto in particolare gli abitanti di Riga, città fondata all’alba del XIII secolo proprio da un uomo di Chiesa, il Vescovo Alberto, secondo successore di Meinardo. In essi vedo l’espressione dell’intera Lettonia, il Paese delle “dainas”, il “Paese che canta”. Mi accingo con gioia a visitare questo popolo, che sa trasformare in canto la gioia e il dolore, la fede e la speranza, e che di ogni canto sa fare una preghiera.

Dio benedica la Lettonia!

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana