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VISITA PASTORALE AD ASTI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI, AI RELIGIOSI E
AI MEMBRI DEGLI ISTITUTI SECOLARI

Collegiata di San Secondo ad Asti - Sabato, 25 settembre 1993

 

1. Nel corso della mia visita alla Diocesi di Asti, che vanta tra i suoi figli il mio primo collaboratore, il Cardinale Angelo Sodano, sono lieto di incontrarmi anche con voi, Sacerdoti, Religiosi e Religiose, che costituite la parte eletta di questa amata Chiesa locale. Tutti vi saluto con affetto. Saluto Mons. Sibilla. Saluto in particolare, il caro Mons. Severino Poletto, vostro diligente Pastore, e lo ringrazio per il gentile indirizzo rivoltomi a nome di tutti i presenti. Saluto inoltre Mons. Cheli, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Mons. Furno, Nunzio apostolico in Italia, e tutti i Presuli di questa terra piemontese al servizio della Santa Sede.

Questa mia sosta fra voi è caratterizzata dal vivo ricordo di Mons. Giuseppe Marello, sacerdote nella Diocesi di Asti e poi Vescovo di Acqui, che promosse efficacemente le vocazioni alla Vita religiosa con la fondazione della Congregazione degli Oblati di san Giuseppe.

La sua figura continua ancor oggi a costituire un profondo richiamo alla santità, richiamo particolarmente significativo per voi, che, come lui, siete invitati a fare della vostra esistenza un dono radicale al Signore e ai fratelli. Siete tutti chiamati alla santità!

2. Il compito della “nuova evangelizzazione”, che impegna a tradurre nel linguaggio e nell’esperienza degli uomini di Oggi la Parola eterna di salvezza, non deve mai far dimenticare che è la santità l’universale vocazione dei credenti.

Se questo è vero per ogni battezzato, lo è a più forte ragione per i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose e i membri degli Istituti Secolari, attivamente impegnati nel cammino di rinnovamento della Diocesi.

In ogni epoca la risposta a nuovi problemi e a nuove sfide si è sempre trasformata in una rinnovata richiesta di santità. Nei rapidi cambiamenti sociali degli ultimi due secoli i Santi del Piemonte, molti dei quali legati al territorio e alla Diocesi di Asti, hanno fornito risposte coraggiose, promovendo attività apostoliche aperte alle istanze emergenti nella società.

Condizione indispensabile per adempiere tale profetica missione è stata la docilità allo Spirito, il quale sostiene intimamente la Chiesa e la apre a nuovi ambiti di evangelizzazione. Questo vale anche per voi, oggi.

In proposito so che, con l’animazione e sotto la guida del vostro zelante Vescovo, si stanno realizzando sul territorio diocesano delle “Unità pastorali” allo scopo di coordinare le linee pastorali di parrocchie e comunità vicine. La vita ecclesiale risulterà così più coordinata, coinvolgendo anche i fedeli laici in una corresponsabile partecipazione. Altro impegno fondamentale della Diocesi, in preparazione al terzo millennio cristiano, è la Missione diocesana, che si è articolata nei primi due anni come Missione-giovani ed ora è entrata nella fase successiva della Missione-diocesana-sposi.

3. Fratelli e sorelle carissimi! Siate aperti e disponibili a questi cammini suscitati dallo Spirito Santo!

Può succedere che voi, cari Sacerdoti, sentiate a volte il contrasto tra il venir meno delle energie e l’accrescersi degli impegni pastorali, sperimentando nel contempo una certa difficoltà di comunicazione con le nuove generazioni. A voi, Religiose e Religiosi, potrebbe avvenire che non soltanto soffriate a causa del cumulo degli impegni caritativi o pastorali, ma vi troviate persino nella necessità di ridimensionare attività portate avanti finora con grandi sacrifici e con frutti positivi. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento. Il Signore non vi abbandona: Egli è fedele e la sua fedeltà è garanzia di successo spirituale. Abbiate fiducia in Lui!

Il compito dell’evangelizzazione esige questa continua fedeltà allo Spirito. Richiede poi anche l’apporto di forze nuove, di giovani totalmente dediti all’amore di Cristo per essere apostoli ed evangelizzatori. Oggi queste forze scarseggiano.

4. Tocchiamo qui il problema delle vocazioni, che costituisce al presente una delle urgenze primarie della Chiesa. Al riguardo va ribadito che l’opera vocazionale s’esprime innanzitutto nella preghiera continua e fervorosa, accompagnata dalla gioiosa testimonianza del proprio servizio alla Chiesa e ai fratelli. Da tale lieta fedeltà lo Spirito saprà far scaturire nuove opportunità di annuncio e di evangelizzazione.

Abbiate fiducia nei giovani! Sappiateli santamente amare ed educare ai grandi ideali della vita cristiana. Essi mantengono nel profondo di sé stessi una grande disponibilità al bene e ai valori spirituali. Come abbiamo recentemente sperimentato insieme a Denver, negli Stati Uniti, nel mese di agosto.

Grande importanza riveste nell’opera di promozione vocazionale una lungimirante pastorale giovanile, che non si fermi a esperienze di preghiera e di servizio occasionali ed emotive, ma che spinga i giovani a scoprire e a realizzare itinerari formativi permanenti di preghiera e di carità, di catechesi e di annuncio. È necessario accompagnarli nella loro maturazione umana e religiosa perché possano formulare il loro “si” generoso e totale al Signore che li chiama al suo servizio. A questo devono tendere i gruppi vocazionali presenti in Diocesi come pure l’impegno del Centro diocesano vocazioni. Vedo che la Chiesa è piena e di questo dobbiamo ringraziare il Signore. Il vostro Vescovo ha poi parlato degli anni, della giovinezza lasciata alle spalle. Anch’io ho lasciato la mia giovinezza indietro, però cerco di non cedere e devo dire che i giovani mi aiutano a non cedere.

5. Carissimi fratelli e sorelle, è questo un impegno che interessa tutti voi chiedendovi preghiera e testimonianza. La vostra vita dedicata senza riserve al Signore e ai fratelli brillerà dinanzi ai giovani come segno e farà loro comprendere il fascino della chiamata di Cristo.

Affido a Colei, che con il suo “Fiat” è divenuta Madre e Modello della Chiesa, il vostro quotidiano ministero apostolico, i desideri e propositi che vi animano, le speranze che nutrite nel cuore. Vi accompagni il mio augurio affettuoso, avvalorato dall’assicurazione di un costante ricordo al Signore. Imparto di cuore a ciascuno di voi qui presenti ed a tutti i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose della Diocesi, soprattutto quelli ammalati e sofferenti, una particolare benedizione apostolica.

 



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