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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PRESIDENTE E AI PELLEGRINI DELLA SLOVACCHIA
IN UDIENZA PER LA CONSEGNA DELL'ALBERO DI NATALE

Aula Paolo VI - Sabato, 17 dicembre 1994

 

Signor Presidente!

1. Le rinnovo il mio cordiale benvenuto in questo nostro secondo incontro, dopo quello ufficiale, avvenuto il 7 giugno dello scorso anno, e La ringrazio sentitamente per le gentili espressioni rivoltemi.

Estendo volentieri il mio saluto al Signor Presidente del Parlamento, al Signor Ministro degli Affari Esteri, al Signor Ministro della Cultura ed agli altri Membri della Delegazione, come pure al folto gruppo di connazionali che L’accompagnano per questa lieta circostanza.

Saluto con viva cordialità i Cardinali Jozef Tomko e Ján Chryzostom Korec, il Presidente della Conferenza Episcopale Slovacca e tutti i Vescovi slovacchi qui presenti insieme col primo Nunzio Apostolico.

Ella Signor Presidente, è qui con questa ampia rappresentanza di cittadini slovacchi per far dono dell’albero natalizio, destinato ad essere posto in Piazza San Pietro accanto al presepio.

La ringrazio vivamente per tale gesto di cordialità, nel quale vedo espressi i sentimenti di affettuosa vicinanza dell’intera Nazione slovacca. La visita odierna intende riaffermare, infatti, i profondi ed intensi legami che uniscono il Suo paese alla Sede di Pietro.

2. L’albero donato reca con sé un duplice e profondo significato di gioia e di pace.

Esso sta accanto al presepe innanzitutto quale simbolo della letizia di tutta la creazione per la nascita del Redentore dell’uomo. Tale gioia s’esprime in modo consapevole nei cuori e nelle menti di coloro che hanno accolto il dono della fede e, facendosi voce di tutto il creato, elevano canti di lode al Dio incarnato.

Ma a questa spirituale atmosfera prende parte in qualche modo ogni famiglia, ogni città e paese, in cui a Natale si vivono con singolare intensità i valori della bontà e della fraterna solidarietà.

Emerge così il secondo significato dell’albero: esso è simbolo di pace. Il clima di fiducia e di speranza che reca con sé la nascita del Figlio di Dio contribuisce grandemente a far sì che ogni comunità ravvivi la consapevolezza del suo dovere di promuovere la pace al suo interno e nei confronti di tutti. Nel presepe, memoria viva di Dio che si fa uno di noi, risplende il Principe della pace che si dona per restituire all’uomo la sua piena umanità.

3. Il mio pensiero si rivolge ora ai luoghi da cui proviene il dono: penso alla verde bellezza dei Malà Fatra, nella regione di Orava.

Quelle montagne richiamano allo spirito, il dovere della gratitudine verso Dio, Creatore di ogni bellezza della natura. Con la loro saldezza rammentano anche la costanza con cui ogni uomo deve impegnarsi nel difendere e promuovere i valori, superando ogni difficoltà. È una lezione che voi, cari fedeli della Slovacchia, non mancherete certamente di fare vostra. Sappiate essere sempre grati a Dio, fonte di ogni bene, e restate saldi nell’adesione agli eterni valori del Vangelo.

4. Signor Presidente, mentre rinnovo il mio apprezzamento per il significativo dono, auguro di vero cuore prosperità e pace al suo Paese. Possa il Verbo incarnato portare i doni auspicati di serenità e di gioia ad ogni famiglia dell’amata Nazione slovacca. La Vergine, Madre di Dio, particolarmente presente nella liturgia del tempo natalizio, protegga e sostenga tutti nel quotidiano impegno.

Con tali auspici, invoco su di Lei, su quanti L’accompagnano, sulle rispettive famiglie e su tutti i Suoi connazionali l’abbondanza delle benedizioni divine.

 

© Copyright 1994 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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