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VIAGGIO APOSTOLICO NELLE FILIPPINE,
IN PAPUA NUOVA GUINEA, AUSTRALIA E SRI LANKA

X GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CATTOLICI IN CINA

Manila (Filippine) - Sabato, 14 gennaio 1995

 

Da Manila, dove sono venuto per la celebrazione della Decima Giornata Mondiale della Gioventù, desidero inviare un particolare e affettuoso saluto a tutti i cattolici cinesi, i quali rendono presente e visibile, in terra cinese, la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica, comunità di fede, di speranza e di carità.

Cari fratelli e sorelle della Chiesa in Cina, sono ben consapevole delle difficoltà, in mezzo alle quali siete chiamati a testimoniare la vostra fede in Cristo. Il Concilio Vaticano Secondo parla della Chiesa intera in una maniera che si applica molto alla vostra esperienza: “La Chiesa “prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”, annunziando la passione e morte del Signore fino a che Egli venga (cf. 1 Cor 11, 26). Dalla virtù del Signore risuscitato trova forza per vincere con pazienza e amore le sue interne ed esterne afflizioni e difficoltà, e per svelare al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di Lui, fino a che alla fine dei tempi sarà manifestato nella pienezza della sua luce” (Lumen Gentium, 8).

A voi, cari cattolici della Cina, la Divina Provvidenza ha affidato il compito di vivere la fede in seno a un popolo di antiche tradizioni culturali. Voi siete chiamati ad essere “il sale della terra” e “la luce del mondo”, “perché tutti vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 16). Tenete dunque fisso lo sguardo su “Cristo, la luce delle genti”. Non abbiate paura: Egli ha vinto il mondo (cf. Gv 16, 33), Egli è sempre con voi (cf. Mt 28, 20).

La vostra testimonianza sarà tanto più eloquente se essa si esprime attraverso parole e gesti di amore. L’ha detto Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). Amore tra di voi, prima di tutto, ma anche amore verso tutti i vostri fratelli e sorelle cinesi: un amore che è comprensione, rispetto, tolleranza, perdono e riconciliazione, all’interno della comunità cristiana; un amore che è servizio, abnegazione, lealtà, laboriosità, correttezza e giustizia, nell’ambito civile.

Un amore vero, però, non può essere disgiunto dalla verità. San Paolo ricorda agli Efesini di “vivere nella carità secondo la verità” (Ef 4, 15). Cari fratelli e sorelle, l’unità profonda, che caratterizza ogni comunità cattolica in ogni parte del mondo, deve essere fondata sulla verità, che rifulge nel Vangelo, e sulla carità, che nasce dal cuore di Cristo. Ciò vale anche per voi! Ogni giorno prego per voi, chiedendo al Signore che vi aiuti a stare uniti, quali membra vive dell’unico Corpo mistico di Cristo.

L’unità non è il risultato di politiche umane o di mire nascoste e misteriose. Essa scaturisce invece da una conversione del cuore e da un’accettazione sincera dei principi immutabili, stabiliti da Cristo per la sua Chiesa. Particolarmente importante, tra questi princìpi, è la comunione effettiva di tutte le parti della Chiesa con il suo fondamento visibile: Pietro, la Roccia. Pertanto un cattolico, che desidera rimanere tale ed essere riconosciuto come tale, non può rigettare il principio di comunione con il Successore di Pietro.

Quante testimonianze di fede, quanti messaggi di fedeltà ho ricevuto dalle comunità, sparse nella Cina! Vescovi, sacerdoti, religiose e laici hanno voluto riaffermare la loro comunione incrollabile e piena con Pietro e con il resto della Chiesa. Come Pastore della Chiesa Universale, il mio cuore ne gioisce grandemente. Vi invito tutti ardentemente a ritrovare cammini di comunione e di riconciliazione, cammini che prendano luce e ispirazione dalla Verità stessa: Gesù Cristo.

Affido tutti voi alla materna protezione di Maria, regina della Cina.

La grazia del Signore Nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen.  

(Messaggio di Giovanni Paolo II trasmesso attraverso Radio Veritas)

 



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