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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VOLONTARI DELLA SOFFERENZA E
AI SILENZIOSI OPERAI DELLA CROCE

Sabato, 17 giugno 1995

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Volontari della sofferenza e Silenziosi Operai della Croce!

1. Vi accolgo volentieri quest’oggi in occasione del 30 anniversario dell’apostolato del “Centro Volontari della Sofferenza” di Napoli. Saluto con affetto ciascuno dei presenti e, nel ringraziare per i sentimenti di devozione espressi dalla vostra rappresentante, desidero riservare una parola di particolare apprezzamento a Sorella Myriam per il lavoro che con tanta dedizione svolge da anni tra i malati.

“Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione” (2 Cor 1, 3-5).

Da queste espressioni dell’Apostolo Paolo, che costituiscono lo splendido inizio della Seconda Lettera ai fedeli di Corinto, e rimasto particolarmente toccato il vostro Fondatore, il Servo di Dio Luigi Novarese. In questo importante testo paolino egli ha scoperto il fondamento biblico dell’apostolato specifico della vostra Associazione. I Volontari della Sofferenza sperimentano nella loro stessa persona la forza dello Spirito Santo, che li aiuta a vivere il momento difficile della prova in unione con la Passione di Gesù, trasformando la loro sofferenza in dono di amore al Padre e mezzo di salvezza a favore dei fratelli.

2. Ecco il nucleo fondamentale della spiritualità dei Volontari della Sofferenza, che si esprime in un apostolato associativo di straordinario interesse per la vita della Chiesa.

A voi e tanto caro questo motto: “L’ammalato per mezzo dell’ammalato con la collaborazione del fratello sano”. Si tratta di un programma di vita e di attività apostolica che si realizza nell’esperienza concreta dei numerosi aderenti al vostro Sodalizio. Esso risalta con singolare forza nell’esperienza umana e spirituale dell’iniziatore del vostro “Centro” di Napoli, Alberto Ayala, il quale dal suo letto di dolore e stato a lungo l’instancabile animatore delle svariate attività associative del vostro gruppo. La sua generosità, il suo coraggio, la sua profonda fede, ancora oggi sono di stimolo a voi tutti che, spinti dal suo esempio, desiderate proseguirne l’opera.

3. Carissimi Fratelli e Sorelle, tra qualche giorno celebreremo la festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù. Il costato aperto del Redentore esprime con toccante evidenza il suo amore verso il Padre e la dedizione senza misura alla salvezza dell’umanità mediante la morte sulla Croce (cf. Gv 19, 33-34). Nel Cuore di Gesù e perciò significata la straordinaria fecondità del dolore, quando viene accettato e vissuto in comunione con la volontà di Dio.

Volgendo il proprio sguardo pieno di fede e di amore verso il Crocifisso (cf. Gv 19, 37), la persona sofferente acquista una visione rinnovata dell’esistenza, in cui gli autentici valori dello spirito possono esprimersi pienamente, liberati dagli pseudovalori di una orgogliosa ed egoistica affermazione di se.

Il Sacro Cuore di Gesù viene così a costituire il fondamentale centro di attrazione, di preghiera e di comunione di tutti i credenti. Dalla contemplazione del Signore crocifisso deriva l’invito alla riparazione, all’offerta della propria sofferenza come l’unica medicina in grado di guarire alla radice il vero male che minaccia l’essere umano ed il suo ambiente di vita.

4. Carissimi Fratelli e Sorelle! Anche soltanto da tali rapidi cenni voi potete ben comprendere quanto sia profonda ed importante nella vita della Chiesa la vostra presenza ed il vostro apostolato. Grazie di cuore per quanto compite, spesso in maniera nascosta e poco appariscente agli occhi del mondo. Proseguite generosamente su tale via, facendo tesoro degli insegnamenti del vostro Fondatore Luigi Novarese e seguendo gli esempi lasciati dall’iniziatore del vostro “Centro” Alberto Ayala, come pure da tanti altri amici, che hanno fatto della loro vita una continua offerta gradita a Dio in spirituale unione al Crocifisso.

Maria, che ai piedi della Croce ha partecipato alle sofferenze del Figlio, rimanga sempre accanto a voi e ad ogni persona sofferente. La certezza della sua presenza comunichi agli ammalati la forza di vincere l’isolamento, l’indifferenza, la solitudine. Invoco la sua materna protezione su tutti voi, sul vostro Centro e su quanti ispirano la propria vita alla esperienza spirituale del vostro Sodalizio, affinché il cammino associativo prosegua con rinnovato vigore, portando abbondanti frutti di bene per le vostre persone e per l’intera famiglia di Dio.

A tutti la mia Benedizione.

 

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana

 



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