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VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA CECA E IN POLONIA
(20-22 MAGGIO 1995)

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Ostrava (Repubblica Ceca)
Lunedì, 22 maggio 1995

 

Signor Primo Ministro,
Signor Cardinale,
Venerati Confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Al termine di questo mio breve ma intenso Viaggio Pastorale nella Repubblica Ceca, che mi ha dato anche la possibilità di rivedere per poche ore il mio Paese d’origine, non lontano da qui, desidero ringraziare in primo luogo Lei, Signor Primo Ministro, venuto gentilmente a salutarmi. Con Lei saluto i Membri del Governo Ceco e le altre Autorità dello Stato presenti.

Ho vivamente apprezzato la disponibilità, l’efficienza e la premura con cui lo Stato ha messo a disposizione le proprie competenze per la buona riuscita della mia seconda Visita al vostro Paese. La prego di rendersi ancora una volta interprete presso il Presidente Havel ed il Governo della Repubblica dei miei sentimenti di cordiale e sincera gratitudine, oltre che del mio saluto ed augurio per la prosperità, il progresso e la pace di questa a me sempre cara Nazione.

Al tempo stesso ringrazio quanti hanno facilitato la preparazione e lo svolgimento del mio Viaggio: il Ministro degli Affari Esteri, le forze della Polizia, i piloti degli elicotteri, come pure gli incaricati dei servizi della Radio e della Televisione, dei Telefoni, dei media e dell’assistenza medica.

2. Un saluto fraterno rivolgo, poi, al Signor Cardinale Miloslav Vlk, all’Arcivescovo di Olomouc e Primate di Moravia, Monsignor Graubner, e a tutti i Vescovi della Chiesa nella Repubblica Ceca: abbiamo sperimentato ore di intensa collegialità e di preghiera, come in un nuovo Cenacolo – nonostante la brevità degli incontri – specialmente durante la canonizzazione dei due eroi della fede e della carità cristiana, san Jan Sarkander e santa Zdislava di Lemberk, membri eletti dei vostri popoli: rispettivamente l’uno della Moravia, e l’altra della Boemia.

Un pensiero particolare, infine, va ai volontari delle varie Parrocchie sia di Praga che di Olomouc e di Ostrava, agli Scout, e ai membri delle altre organizzazioni, che in modo discreto ma efficace hanno prestato la loro collaborazione.

3. Sono lieto di poter concludere questa Visita pastorale nel territorio della città di Ostrava. Invio il mio saluto affettuoso e cordiale a tutti gli abitanti di questa Città, tanto importante sotto il profilo della industria mineraria e siderurgica, ma non meno illustre per la storia delle sue vicende di lavoro, del suo anelito di libertà e del suo impegno per la fede cristiana. Saluto il Signor Sindaco, qui presente, le Autorità cittadine, i sacerdoti delle diverse parrocchie tanto impegnati specie nel campo della gioventù, e non voglio dimenticare le care scuole cattoliche della Città e dei dintorni, con i loro insegnanti ed alunni. A tutti il mio abbraccio affettuoso!

Penso inoltre all’antica Slesia con le sue nobili città e località, come, ad esempio, la nota e bella Opava, e poi Bruntál, Jeseník, Frydek, Cesky Tesín, e tutte le altre.

La regione, che ha avuto una storia assai contrastata e difficile ed è passata attraverso non poche prove e sofferenze, si è sempre distinta per il suo attaccamento a Cristo, per la fedeltà alla Chiesa e la sentita spiritualità, incarnata in figure notevolissime come i beati Ceslao e Melichar Grodziecki, come il nuovo santo Jan Sarkander, il mistico e poeta Angelo Scheffler, detto il Silesio, e, nei tempi a noi vicini, la beata Edith Stein.

La presente sosta di commiato vi dica l’affetto che il Papa ha per tutti voi, come per gli abitanti di tutta la Moravia, specie per i lavoratori, per le famiglie, per i giovani, per gli ammalati. A ciascuno auguro che possa contribuire al continuo sviluppo sociale, economico e soprattutto spirituale della vostra Città e Regione.

4. Nel ritornare a Roma, lascio a voi e a tutti i cattolici di questa Nazione una consegna piena di speranza: fate sempre onore al Vangelo! Si tratta di un impegno che deve permeare tutte le sfere della vita pubblica e privata, a cominciare dalla famiglia, prima cellula della società: solo da famiglie ricche nello spirito, fedeli agli impegni morali ed unite al loro interno, può trarre origine e consolidarsi il risanamento della società. In questo compito esaltante, che coinvolge tutti i membri di ogni famiglia, acquista una straordinaria contemporaneità la bella figura di Zdislava di Lemberk, che ho avuto la gioia di iscrivere nell’albo dei santi, proponendola all’imitazione non solo vostra, ma delle famiglie del mondo intero.

Siate fieri di essere cristiani! Appartenere alla Chiesa non significa essere cittadini di seconda categoria o membri di una qualsiasi associazione. Essere cristiani vuol dire assumere l’impegno di cambiare non soltanto la propria vita, ma anche il proprio ambiente alla luce del Vangelo. Il cristiano sa di essere chiamato anche a partecipare in prima persona all’edificazione di una società terrena più giusta e più fraterna, nell’attesa dell’avvento di quei “cieli nuovi” e di quella “terra nuova” (cf. 2 Pt 3, 13; Ap 21, 1) che Iddio prepara ai suoi eletti.

La Chiesa si sente impegnata a cooperare al progresso anche civile nel mondo in cui vive ed agisce. Siate consapevoli della responsabilità che la Chiesa vi affida e che il Papa vi ricorda. Tale messaggio non lascerà indifferenti anche quanti non appartengono alla Comunità ecclesiale, ma ai quali stanno a cuore i veri valori che rendono la vita grande e degna di essere vissuta.

5. Signor Primo Ministro, Signor Cardinale, cari Fratelli e Sorelle!

Nel rinnovare il cordiale augurio che la Repubblica Ceca sappia progredire sempre di più sulla via della libertà, della democrazia e della pace, inserendosi con pieno onore nell’Europa e nel mondo, vi do appuntamento al 1997, in occasione del Millennio di S. Adalberto.

Con questi sentimenti benedico volentieri voi, qui presenti, e tutti gli amati cittadini della Repubblica Ceca, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

S Pánem Bohem! Na shledanou! Mám vás velmi rád!



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