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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI INDIANIDELLE CHIESE SIRO-MALABARESE
E SIRO-MALANKARESE IN VISITA «AD LIMINA»

Giovedì, 18 gennaio 1996

 

Eminenza,
Cari Fratelli Vescovi,

1. Al termine della vostra visita ad Limina, desidero assicurarvi di nuovo del sincero affetto e della stima fraterna che nutro per le venerabili Chiese Cattoliche Orientali presenti in India, la Chiesa Siro-Malabarese e la Chiesa Siro-Malankarese. Le vostre comuni origini risalgono agli inizi del cristianesimo, alla predicazione del glorioso Apostolo Tommaso. Oggi la natura dinamica delle vostre comunità testimonia la presenza costante dello Spirito Santo nella vita di ogni Chiesa particolare basata sulla tradizione apostolica e da essa sostenuta. “Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché‚ Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità” (2 Ts 2, 13). Con affetto nel Signore mi congratulo con il Cardinale Antony Padiyara, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Siro-Malabarese, che a dicembre ha celebrato il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

Rivolgo uno speciale benvenuto a Cyril Mar Baselios, recentemente nominato Arcivescovo Metropolitano di Trivandrum della Chiesa Siro-Malankarese. Attraverso di lei saluto tutta la Chiesa Siro-Malankarese, che si mantiene così fedele alla sua tradizione orientale con un vigoroso impegno apostolico. Presenti nei nostri pensieri, in questa lieta occasione, sono le figure di due indimenticabili Pastori, Mar Ivanios, che vi ha condotto a riscoprire la piena comunione con la Sede di Pietro, e Mar Gregorios, che con tanta saggezza ha diretto lo sviluppo della vostra Chiesa. Confido nel fatto che seguirete le loro orme, guidando la Chiesa “fortiter et suaviter”.

2. Nella sua sapienza il Signore ha concesso alle vostre Chiese molti segni della sua benevolenza. Fra questi dobbiamo ricordare le abbondanti vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa che Egli continua a suscitare nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità. Questo dono costituisce una sfida fondamentale e una responsabilità per voi in quanto Pastori. Esso richiede una selezione accurata dei candidati, una particolare attenzione alla loro formazione in armonia con la vostra tradizione orientale e in sintonia con le direttive emanate negli ultimi anni dalle Competenti Congregazioni della Santa Sede. Quello della formazione sacerdotale dovrebbe costituire un periodo prezioso di preghiera in una serena atmosfera di studio, riflessione e carità fraterna. In tali circostanze una vocazione può infatti fiorire e progredire quotidianamente in libertà, caratterizzata dal totale dono di sé‚ in risposta alla costante fedeltà di Dio. Vi esorto a tutelare queste vocazioni con grande sollecitudine, senza mai permettere a conflitti nell’ambito della comunità di danneggiare l’integrità del processo di formazione. Apprezzo il fatto che un importante traguardo sia stato raggiunto durante il Sinodo Siro-Malabarese, che ha appena avuto luogo, vale a dire l’accordo sulla necessità di offrire attenzione, solennità e completezza speciali alla liturgia nei vostri seminari in vista di una formazione del clero omogenea e coerente.

3. Ho seguito con grande interesse il lavoro del Sinodo della Chiesa Siro-Malabarese. Avete esaminato la procedura stessa del Sinodo e l’importante questione della natura di comunione fra i suoi membri. Una comprensione migliore della natura “organica” della comunione gerarchica, che richiede una forma giuridica e contemporaneamente è animata dalla carità (cf. Lumen Gentium, Nota Previa), è il giusto contesto nel quale affrontare le difficoltà che si presentano lungo il cammino della crescita e dello sviluppo della vostra Chiesa.

C’è un risultato del vostro Sinodo che ho constatato con particolare gioia e per il quale vi do il mio pieno sostegno: l’accordo unanime di tutti i Vescovi circa i passi da compiere per promuovere una maggiore unità nell’elaborazione e nella celebrazione della liturgia. Vi sono grato per gli sforzi che avete compiuto per raggiungere questo accordo e vi esorto a fare tutto il necessario per tramutarlo in realtà in tutte le vostre Eparchie.

4. Avete anche raggiunto un ulteriore consenso circa l’attività missionaria e la sollecitudine pastorale dei fedeli in altre parti dell’India e ovunque nel mondo. La mia Lettera ai Vescovi dell’India del 28 maggio 1987 aveva già offerto alcune indicazioni a questo riguardo. Allora i Dicasteri interessati operarono di comune accordo e raggiunsero risultati concreti. Ora è necessario continuare quel lavoro nel dialogo costante con i Vescovi dell’India di rito latino. Sono necessarie grande apertura e comprensione reciproca da parte di tutti gli interessati nella consapevolezza che la salvezza delle anime - salus animarum - è la legge suprema dell’azione pastorale.

5. Oggi ha inizio l’annuale Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Le vostre stesse Chiese sono la prova vivente del fatto che “la legittima diversità non si oppone affatto all’unità della Chiesa, anzi ne accresce il decoro e contribuisce non poco al compimento della sua missione” (Giovanni Paolo II, Ut unum sint, n. 50). Vi esorto a perseverare nel dialogo di amore e nel dialogo teologico con i vostri fratelli che non sono in piena comunione con noi. Infine, l’unità di tutti i fedeli cristiani è una grazia che dobbiamo ardentemente implorare e che dobbiamo sforzarci di meritare attraverso la fedeltà umile e generosa al Vangelo.

6. Durante la vostra visita ad Limina avete comunicato, presso le tombe dei Principi degli Apostoli, Pietro e Paolo, e al cuore del Successore di Pietro, i risultati, le speranze e il generoso impegno dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici delle Chiese Siro-Malabarese e Siro-Malankarese. Quando tornerete alle vostre Eparchie e cercherete, attraverso il generoso adempimento della vostra missione spirituale e pastorale, di rafforzare la vita cristiana delle vostre comunità, vi esorto a confidare pienamente nel Signore: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode” (Sal 127, 1). Non dimentichiamo mai che lo Spirito Santo è il principale architetto della vita ecclesiale fra le vicissitudini della storia e gli eventi di ogni giorno. Forse non è superfluo ricordare che la soluzione di molti problemi che affliggono la Chiesa sempre e in ogni luogo consiste nell’ascoltare con attenzione la voce dello Spirito Santo mentre ci guida verso la verità (cf. Gv 16, 13). Esso rende noto quella verità agli umili di cuore, i cui occhi di fede vedono ciò che rimane nascosto ai “sapienti e agli intelligenti” (Mt 11, 25).

Possa l’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, rafforzare voi e tutti i fedeli per il compito importante che dovete svolgere. Che il Signore vi conceda “di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perché‚ con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (Rm 15, 5-6).

 

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