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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI NUOVI AMBASCIATORI
ACCREDITATI PRESSO LA SANTA SEDE*

Giovedì, 18 dicembre 2005

 

Eccellenze,

1. Mi è grato porgervi il benvenuto nella città eterna, in occasione della consegna delle Lettere che vi accreditano presso la Santa Sede come Ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri rispettivi Paesi: il Benin, l'Eritrea, la Norvegia, lo Sri Lanka e il Togo. In questa circostanza, rinnovo volentieri l'espressione della mia stima e della mia amicizia per le Autorità delle vostre nazioni e per tutti i vostri concittadini. Sensibile ai cordiali messaggi che mi avete trasmesso da parte dei vostri Capi di Stato, vi sarei grato se trasmetteste loro in cambio i miei deferenti saluti e i miei calorosi auspici per le loro persone e per la loro importante missione al servizio dei loro concittadini.

2. Al fine di rispondere alle speranze e alle aspirazioni legittime dei popoli alla pace e al benessere materiale e spirituale, è opportuno ricordare l'importanza del dialogo in seno alle comunità nazionali e fra i Paesi, dialogo che è la via della ragione e un aspetto fondamentale della vita diplomatica. Con questo spirito, è importante sostenere le Nazioni che devono ancora sviluppare la loro vita democratica, per permettere la partecipazione di un più vasto numero di persone alla vita pubblica. Al contempo, esorto coloro che svolgono un ruolo nel concerto delle nazioni a fare tutto il possibile per favorire la comunicazione fra i popoli e per invitare i responsabili della vita politica ed economica a proseguire sulla via della  cooperazione internazionale. È chiaro - e la storia lo ha frequentemente dimostrato - che la violenza o la forza non risolvono mai, a lungo termine, situazioni conflittuali. Al contrario, non fanno che rafforzare i particolarismi di ogni tipo.

3. Al termine dell'Assemblea speciale per l'America del Sinodo dei Vescovi, che si è appena celebrata a Roma, i Pastori, in diverse occasioni, si sono fatti portavoce dei poveri; con essi, non posso che auspicare un impegno rinnovato della comunità internazionale a favore dei Paesi che devono ancora lottare in modo più intenso contro la povertà, fonte di numerosi mali per le persone e per i popoli, in particolare dei flagelli della droga e della delinquenza sotto ogni loro forma. All'approssimarsi del Terzo Millennio, occorre anche auspicare una presa di coscienza più profonda a favore del rispetto di ogni persona, soprattutto dei bambini, che non hanno sempre la possibilità di ricevere l'educazione a cui hanno diritto, che sono oggetto di molteplici forme di sfruttamento e che sono obbligati a lavorare, a volte in condizioni degradanti. In quanto diplomatici, sono sicuro che siete particolarmente sensibili a questi aspetti della vita sociale.

4. Mentre iniziate la vostra missione, che vi permetterà di conoscere maggiormente la vita e l'azione della Sede Apostolica, vi porgo i miei migliori auguri e invoco l'abbondanza delle Benedizioni divine su voi, sulle vostre famiglie, sui vostri collaboratori e sulle nazioni che rappresentate.


*L'Osservatore Romano 19.12.1997 pp.4, 7.

 

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