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PAOLO VI

ANGELUS

Domenica, 29 agosto 1965

 

Invitiamo la vostra preghiera a invocare la protezione del Cielo sopra le tante riunioni del mondo cattolico, convegni, congressi, che in questo periodo sono celebrati un po’ dappertutto. Sono molti e ve ne sono parecchi che Ci sembrano particolarmente importanti: quelli rivolti al rifornimento spirituale della nostra società, alla ricerca e all’affermazione delle buone idee, alla diffusione del regno di Dio. Ne ricordiamo, ad esempio, alcuni; come quello della Gioventù Francescana, a Roma, degli Universitari Cattolici (della F.U.C.I.) a Firenze, dell’orientamento pastorale a Catania, della Filosofia tomistica a Roma, della Settimana sociale a Udine, della settimana liturgica, della settimana missionaria a Milano, delle riunioni ad Assisi della Pro civitate christiana; degli Aspiranti di Azione Cattolica Spagnuola a Madrid.

Per ricordarne uno che si riunisce in America, a Washington, non precisamente cattolico, ma anch’esso raccomandato alla nostra preghiera e a quella di tutto il mondo: la Conferenza mondiale «per la Pace nel mondo fondata sul diritto». E così via.

Sono queste riunioni pregevoli per il numero, la qualità, i propositi di coloro che vi partecipano; sono atti di buon volere, che confortano le energie intellettuali e morali della società.

Possano i nostri voti e le nostre preghiere assicurare l’esito felice e benefico per tutti.

Alla fine il Santo Padre ha un pensiero per gli astronauti della capsula «Gemini 5». Dobbiamo, Egli dice, rivolgere un pensiero anche per i due astronauti, che in questo momento stanno terminando il loro volo spaziale. Mentre facciamo voti che, con la protezione di Dio, essi possano compiere la loro meravigliosa ed eroica impresa, guardiamo con ammirazione ai sempre nuovi ed impensati progressi della scienza e della tecnica, e pensiamo alle nuove conquiste che essi ci preparano e ci lasciano intravedere e che possono dare spettacolari sviluppi alla vita dell’uomo; ma insieme auguriamo che tali progressi siano sempre rivolti al benessere, non al danno, dell’umanità, per la sua pace e per la sua concordia; e così si risolvano a vantaggio dei destini supremi degli uomini e, perciò, alla gloria di Dio.

 

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