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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Giovedì, 1° gennaio 1970

 

Buon anno! Buon anno a tutti nel Signore!

E profittiamo, come d’una grazia, che ancora ci è concessa, del tempo a nostra disposizione, per bene operare (Cfr. Eph. 5, 16; Col. 4, 5) .Noi cristiani facciamo nostra, sotto l’aspetto morale, la mentalità dell’uomo moderno, dell’uomo d’azione: non bisogna perdere tempo; bisogna accelerare il ritmo e il rendimento della nostra attività nel bene, non tanto per crescerne l’affanno quantitativo (Cfr. Luc. 10, 41), quanto per impiegarlo intensamente in pensieri e in azioni buone, i nostri doveri, la ricerca di Dio, l’amore del prossimo.
Come sapete, per inaugurare bene l’anno nuovo, e proprio in ordine a questa valutazione morale del tempo, s’è stabilito di celebrare oggi, primo giorno dell’anno, la «Giornata della Pace». La pace è un bene che condiziona e perfeziona tutti gli altri, perciò le riserviamo il primo posto. E pensiamo specialmente alla pace generale, alla pace fra gli uomini, fra i Popoli, sapendo, con Nostro grande dolore, quanto questa pace internazionale sia ancor oggi compromessa dai conflitti nel Vietnam, in Africa e nel Medio Oriente, dov’è il Paese di Gesù, Principe e Maestro di pace. Sappiamo purtroppo di più: le condizioni per la pace nel mondo sono sempre più minacciate da tanti pericoli molto gravi, e da un’opinione pubblica che li tollera e fors’anche li accresce.
Perciò il pensiero della pace sia forte in noi, sia primo. Che cosa possiamo fare noi? Nulla e tutto: possiamo pregare. Così oggi, diciamo, prima del nostro Angelus consueto:

Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini,
oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie;
perché ci hai inviato Gesù,
tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui, nel mistero della sua Pasqua,
l’artefice di ogni salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie
per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni
che il tuo Spirito di pace
ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l’odio con l’amore,
la diffidenza con la comprensione,
l’indifferenza con la solidarietà.
Apri ancor più i nostri spiriti
ed i nostri cuori
alle esigenze concrete dell’amore
di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più
dei costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia,
di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono
nel parto di un mondo più fraterno.
Che per gli uomini di ogni razza
e di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia,
di pace e d’amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria!
Amen.

                       



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