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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 28 maggio 1972

 

Questo nostro saluto domenicale, che vuole essere di affezione e di pace, ci offre invece spesso l’occasione di confidarvi le pene del nostro ministero apostolico. Ed è proprio questo ministero apostolico che fa del nostro cuore una specie di sismografo, che vibra e soffre per dolorosi avvenimenti lontani; e se li confidiamo a voi, in questa forma familiare, lo facciamo per avere il conforto della vostra comunione nel dolore e nella carità, e per associare la vostra alla nostra preghiera.

Potremmo ancora ricordarvi la nostra pungente amarezza per le situazioni del Viet-nam e dell’Irlanda del Nord; ma oggi non possiamo più tacere una nuova straziante afflizione, che ci viene da un carissimo Paese Africano, il Burundi, dove è in atto una lotta sanguinosa di fratelli contro fratelli d’una stessa Nazione in via di tanto promettente sviluppo. La situazione è così tragica e paradossale, che noi pure abbiamo mandato un nostro Inviato speciale per recare consigli, conforti e soccorsi, nella fiducia che subito colà possa riavere il sopravvento il senso umano e cristiano, a cui quel Paese si è dimostrato sempre altamente sensibile, e nella speranza che la giustizia e l’ordine abbiano a mantenere e a convalidare la fratellanza fra le varie categorie etniche di quella Nazione, non a distruggerla barbaramente. Sappiamo per fortuna che anche da altre istituzioni internazionali, pubbliche e volontarie, è offerto l’aiuto necessario per superare questo momento di spietata e feroce follia, e che dall’interno stesso del Paese le energie del bene e della saggezza, che pur tante sono sia negli organi responsabili, sia fra la gente, di quella giovane società, si vogliono pacificamente riaffermare. Già ci giungono, proprio stamane, notizie circa i propositi di quel Governo per l’unità e la concordia del Paese e «per mettere fine rapidamente ai massacri organizzati contro innocenti».

Un sospiro di sollievo e di speranza già ci consola. Ma la preghiera è ora più che mai necessaria; ed è questa che noi domandiamo alla vostra carità e alla vostra pietà. Rivolgiamola insieme alla Regina della pace.

                                



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