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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 23 settembre 1973

 

Ieri noi ci siamo incontrati con l’Assemblea nazionale dei Dirigenti dell’Azione Cattolica Italiana, e ne abbiamo riportato ammirazione e consolazione osservando come Laici fedeli, ragazzi, giovani, uomini e donne, in una compagine organizzata, aperta allo studio e all’azione circa problemi fondamentali della vita religiosa, culturale, morale e sociale del nostro tempo, si impegnano a realizzare la figura e la funzione del laicato secondo gli insegnamenti del recente Concilio e d’una onorata tradizione vigoreggiante da più di cento anni nel nostro Popolo.

È questo un fenomeno storico, sociale, spirituale, che sempre ci commuove e ci fa pensare; ed accenniamo perciò anche a voi le linee di svolgimento delle nostre riflessioni, in un cerchio più ampio di quello che vi ha dato occasione. Queste linee sono principalmente due. La prima riguarda il concetto di laico, che la Chiesa si sforza di celebrare in senso eminentemente positivo, per la dignità propria d’ogni uomo in quanto tale, soggetto di diritti primari e inalienabili, e persona investita di doveri intesi a farne emergere, anche nell’ordine naturale, virtù superlative ed eroiche. Pensiamo ad una madre della Diocesi di Milano, che per dare la vita al suo bambino sacrifica, con meditata immolazione, la propria; pensiamo al Vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo d’Acquisto, che proprio trent’anni or sono dava qui, poco lontano da Roma, coscientemente e spontaneamente la sua giovane esistenza in cambio della salvezza di ventidue ostaggi, esempio tipico e magnifico di umile coraggio per l’altrui difesa. Poi la Chiesa accresce ancora a dismisura questa dignità del Laico quando egli è un suo fedele, battezzato, cresimato, membro vivo del Corpo mistico di Cristo, rivestito d’un sacerdozio regale, riconoscendolo capace di effettivi rapporti umano-divini. Al contrario, nell’opinione corrente, si attribuisce al concetto di Laico un valore negativo, quasi di uomo emancipato dall’impegno dei principii superiori della religione e della fede. Indubbiamente noi staremo con la prima concezione del laicato e secolare, quella di cittadino del Popolo di Dio, e per ciò stesso idoneo quant’altri mai ad essere valido cittadino della società terrestre.

L’altra linea dei nostri pensieri sul Laicato riguarda l’attività, a cui esso, se cosciente, se fedele, è abilitato a svolgere, nell’ordine ecclesiale o accanto ad esso, sia come collaboratore, sia come libero operatore, per infondere nella società lo spirito vivificante del Vangelo. Fare il bene, il bene sociale specialmente, è di tutti, è vocazione universale. Quale sogno se essa diventasse realtà! Perché non potrebbe realizzarsi, per il nostro tempo, per il nostro mondo? Noi speriamo, e ora preghiamo.

                                       



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