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PAOLO VI

REGINA COELI

Domenica, 13 aprile 1975

A Roma, quest'oggi, il tema d'obbligo riguardante le strutture pastorali della Diocesi, è quello delle chiese nuove, da costruire. Problema grave, problema urgente, problema comune. Vi sarà chi si chiede: ancora altre chiese in una città, dove le chiese sono già tante, e troppe forse? Ma le chiese esistenti non bastano, non servono ai nuovi, immensi quartieri, che sono sorti intorno alla vecchia Città storica. La popolazione di Roma, si può dire, si è decuplicata da quella che era il secolo scorso. Se vogliamo che questa Urbe conservi la sua fede cattolica, viva, degna, esemplare, e renda al Vangelo di Cristo, di cui è depositaria centrale, la sua doverosa e tradizionale testimonianza, non dobbiamo lasciarla priva nella sua vastissima e multiforme cintura periferica degli indispensabili luoghi di culto. Lo esige il suo, il nostro impegno religioso. Per di più lo esige il nostro impegno di preferenziale carità popolare.

L'attività pastorale è verticale, verso Dio, verso Cristo; ed è orizzontale verso il Popolo, verso la gente bisognosa d'un centro che ne coltivi lo spirito, che ne alimenti il senso fraterno e comunitario, che ne curi i bisogni più negletti ed umani; che ne consoli le afflizioni, che ne conforti le speranze superiori, che ne educhi la coscienza morale e civile. La nuova chiesa, in un complesso edilizio cittadino, oggi così sviluppato nei suoi servizi, ma così impersonale nella sua convivenza, oltre che fungere al suo primo scopo di casa di Dio, è casa del Popolo, casa degli umili specialmente, casa dei Lavoratori, casa dei bambini e dei giovani, dei Poveri, e dei così detti emarginati; senza dire di tutti i bravi e ordinati Cittadini. E questa modesta, ma evidente e provvida finalità, crea un dovere di solidarietà in tutti i fedeli, in tutti i cittadini; dovere spirituale, dovere economico, specialmente in questo tempo non certo propizio per nuove costruzioni, senza reddito proprio. Segnaliamo anche a voi questa spirituale e urbanistica necessità; e affidiamo al buon vento della pubblica opinione questa nostra voce paterna e supplicante. Beato chi l'ascolta. La Madonna non lascerà senza premio chi l'avrà accolta.



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