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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 18 dicembre 1977

 

Questa Domenica che precede il Natale è dedicata ai preparativi di una festa che impegna tutti a qualche atto particolare di bontà.

La bontà nelle famiglie: le case vogliono tutti i propri membri presenti; la riunione domestica è già una festa; essere insieme fa gustare l’amore, godere insieme una mensa, un’ora di serenità e di pace, uno scambio affettuoso di auguri e di doni; i figlioli poi fanno il presepio; anche qualche ammalato o qualche povero ha anch’esso un ricordo gentile. È un giorno così il Natale, un giorno di pace e di gioia.

E perché? Una consuetudine popolare, che si vale di qualche simbolo fantastico per averne la consolante esperienza di qualche emozione spirituale, sembra occupare un posto vuoto nel silenzio interiore del cuore. Per chi crede nel mistero del Natale, ch’è un mistero che avvolge il mondo e illumina la vita, quello dell’avvento di Cristo nel mondo, questo senso di vuoto, indarno coperto dai segni esteriori della festa domestica, non c’è. Nella scena natalizia c’è la culla d’un misterioso Bambino, e da Lui emana un tale fascino di fiducia, di pienezza, di vita che penetra negli animi e li fa esultare di fede e di letizia. Chi ci crede è nella traiettoria di luce del Natale, e tutta l’umana esistenza ne acquista un senso superiore di certezza e di forza capace di rischiarare ogni sentiero dell’umano destino. E chi non ci crede? Dovrà accumulare su le tante prove della vita una delusione, un trastullo di più?

Non è forse quest’ora che precede il Natale il momento propizio per aprire il cancello dei metodi, anche legittimi nell’ordine proprio, che richiudono le esigenze dello spirito umano nei chiusi confini d’una laicità limitata al campo profano dell’esperienza? Aprire il cancello e ritrovare il sentiero che conduce al presepio, alla realtà umana del Verbo di Dio fatto uomo? e sentirsi vinti dall’umiltà di Dio sceso al livello della nostra bassezza per innalzarci al vertice della sua non più inaccessibile altezza? e ricuperare così quel mondo di verità religiosa, per il quale noi tutti siamo creati?

Ebbene sì! Maria, l’umile Madre di Dio, ci invita.

                                                       



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