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PAOLO VI

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 20 ottobre 1971

 

Crescente affetto per la Chiesa tempio animato di Spirito Santo

La Beatificazione del P. Massimiliano Maria Kolbe, avvenuta domenica 17 ottobre in questa basilica di S. Pietro, ci richiama ad una «nota», ad un aspetto esteriore e ad una proprietà interiore della Chiesa, la santità, sulla quale vogliamo oggi, per un istante, richiamare la vostra attenzione. La chiamiamo santa la Chiesa: perché e come?

Innanzi tutto, proponendovi questo tema per il nostro incontro nell’udienza generale, Noi seguiamo una linea metodologica, che ci siamo prefissa da qualche tempo, la linea dell’osservazione positiva, ottimista, se volete, secondo la quale dobbiamo scoprire e considerare i valori, sì, positivi, costruttivi, quelli buoni, quelli che ci fanno scoprire l’opera di Dio nella Chiesa, e lo sforzo dei figli fedeli per corrispondere alla loro vocazione cristiana. Vorremmo così invitare questi figli fedeli a non volgere sistematicamente, quasi per partito preso, lo sguardo su gli aspetti negativi della Chiesa, o meglio della vita degli appartenenti alla Chiesa, ma a voler girare lo sguardo sulla prospettiva confortante, edificante, tonificante della vita ecclesiastica. Cioè: a passare dalla critica corrosiva all’osservazione amorosa di essa (Cfr. Y. CONGAR, Vraie et fausse réforme dans l’Eglise, Introd.). Realistica pretende d’essere la prima, quella che, forse partendo da una buona intenzione, vuol essere riformatrice, e vuole assumersi la funzione di denunciare, ormai senza mezze misure, le debolezze e le difformità della Chiesa odierna rispetto al suo impegno evangelico, per auspicare l’avvento d’una Chiesa nuova e idealizzata secondo le proprie esigenze critiche e spesso utopistiche e eversive. Gioco pericoloso cotesto, anche se invalso talora in spiriti intelligenti ed in ambienti animati da certo spirito rinnovatore. Pericoloso, perché sa di insofferente, se non altro, della comunione effettiva e cordiale dei fratelli e dei pastori della Chiesa; pericoloso, perché, partendo spesso da osservazioni oggettive, giunge facilmente a conclusioni soggettive arbitrarie, o prive di senso storico e di realismo umano e sociale, rifiutando la dottrina della Chiesa per indulgere a teorie e a politiche avverse alla fede; pericoloso, diciamo, perché valendosi di atteggiamenti severi ed esigenti sia nel campo culturale che morale nei riguardi della Chiesa istituzionale, cade poi nei facili conformismi alle idee di moda e scivola spesso verso l’abolizione di norme morali di grande rilievo; e ancora, pericoloso, perché si arroga quella autorità di giudizio che esso ha contestato all’autorità legittima e responsabile; e pericoloso, infine, perché consuma presto la provvista di carità, con cui era partito, sospinto da una velleità profetica di riallacciarsi al filo delle origini cristiane, per mutarsi - ahimé - ben presto in accusatore polemico e intemperante, sostituendo all’umile e verace amore esaurito la propria sufficienza ambiziosa, scontrosa, solitaria.

UNA VISIONE OGGETTIVA

Diciamo però subito: la visione che Noi vorremmo riscontrare nei figli fedeli non è una visione convenzionale e unilaterale, sempre puerilmente encomiastica, miope o cieca circa i falli e i difetti della vita ecclesiale; non vuole essere acritica e parziale; obbediente fino alla passività, ossequiente fino all’adulazione. Vuole essere anch’essa oggettiva, nel riconoscere con le manchevolezze anche le virtù ed i meriti, nel promuovere costantemente la debita rinnovazione della Chiesa, e nell’amarla, in ogni caso, anzi tanto di più quanto maggiori ne fossero i bisogni e le infermità. Questa è la direzione verso la quale vorremmo orientati, ripetiamo, i figli fedeli della Chiesa.

Tanto è vero che noi stessi cerchiamo di capire quanto vi può essere di buono, di vero e di utile negli atteggiamenti negativi, di cui dicevamo; cerchiamo cioè di profittare dei rimproveri, che sono mossi nei riguardi della vita ecclesiale com’è, per meglio capire come essa dovrebbe essere; cerchiamo di accogliere nelle istanze circostanti d’inquietudine e di confusione l’anelito che vi si nasconde ad un’autenticità cristiana, sceverandolo da un istintivo compromesso con la nuova mitologia d’un umanesimo economico, erotico e rivoluzionario.

L’orientamento nostro, ripetiamo, è rivolto alla santità della Chiesa e nella Chiesa.

Nessuno che abbia fede nella parola del Signore vorrà contestare, vorrà dimenticare che la Chiesa è santa. Qui il termine Chiesa si riferisce al mistero della sua definizione nel pensiero divino, cioè al piano d’amore e di salvezza con cui Dio concepì un’umanità abilitata a chiamarlo Padre, perché vivente di Cristo, della sua parola e del suo Spirito; santa dunque perché sollevata ad una vita soprannaturale e associata ad un’ineffabile comunione col Dio vivente, uno e trino; santa, perché resa essa stessa, la Chiesa, sacramento e veicolo di questa effusione divina, che chiamiamo grazia, e per ciò stesso «Madre dei Santi (Cfr. Rom. 1, 7), cioè dotata di poteri rigeneratori e santificanti; santa, perché fin da questo soggiorno terreno e temporale gli uomini che vi appartengono sono già santi, in una certa misura e in certo attuale regime tendenziale a piena santità; ’ sono «stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, . . . popolo di Dio» (1 Petr. 2 , 9-10), sono consacrati a Dio. La Chiesa è la zona di luce celeste proiettata sul mondo, santa pertanto nel disegno di Dio e nell’economia di grazia che la avvolge; è la «santa Chiesa»; e tanto a noi dovrebbe bastare per cercarne il concetto generatore, l’immagine ideale nella sua patria d’origine e di arrivo che è appunto Dio Creatore, che si rivela Dio Amore; e per associare la santità della Chiesa ad una sua identificazione con la bellezza, quale maggiore può irradiarsi sul volto dell’umanità. Santità della Chiesa: non basta da sé a farci contemplativi, entusiastici e felici? Che cosa è la bellezza se non una rivelazione dello Spirito? E dove la troveremo questa rivelazione più intuitiva e più beatificante, che nell’umanità resa Corpo di Cristo e tempio animato di Spirito Santo? Sappiamo noi per la Chiesa far nostro il gaudio del Salmista: «Quanto sono amabili i tuoi padiglioni, o potente Iddio»? (Ps. 83, 2)

Ma, poi, ecco la nostra delusione: alla santità della Chiesa, vista nel suo disegno ideale e divino, non corrisponde sempre la santità nella Chiesa, vista nella realtà umana dei membri che vi appartengono: questi, anche se già ammessi in quel «regno di Dio che già è tra voi» (Luc. 17, 21), restano ancora uomini deboli e fragili e peccatori, tanto che per possederlo veramente «il regno di Dio - dice il Signore - si acquista con la forza, e sono i violenti che se ne impadroniscono» (Matth. 11, 12). Avviene perciò che l’incoerenza fra la vocazione alla santità, propria dei cristiani, e la loro deficienza morale provoca scandalo, uno scandalo purtroppo frequente ed oggi spesso tanto sensibile nell’opinione pubblica; e provoca l’indignazione di Colui che ci ha invitati al convito: «Amico, come sei qua entrato senza la veste nuziale?» (Matth. 22, 12). Ma no scandalo per noi amorosi della santa Chiesa; dolore e stimolo piuttosto, esame di coscienza, volontà di ripresa, comprensione evangelica (Cfr. Luc. 9, 55).

UN CRITERIO FONDAMENTALE DELLA VITA CRISTIANA

Così che questa impellente esigenza alla conformità della condotta, anzi della perfezione morale coerente col carattere religioso e mistico del seguace del Vangelo costituisce uno dei criteri fondamentali della vita cristiana, sia personale che collettiva; e, mentre tale esperienza obbliga a sottoporre continuamente la vita cristiana ad una vigilanza critica, si rivolge inesorabile, prima che ad altri, a ciascuno di noi: sono io davvero fedele, davvero cristiano? Prima di giudicare gli altri dobbiamo giudicare noi stessi. Stimolante questione, dalla quale, noi crediamo, scaturiscono feconde energie morali, quelle che generano il sentimento ed il costume caratteristico della comunità ecclesiale; le dànno l’avvertenza della sua condizione di «Chiesa pellegrina», di umanità in cammino verso un sempre necessario perfezionamento; e producono in alcuni spiriti valorosi una tensione interiore, la quale, mentre accresce in loro un senso profondo di umiltà, li spinge all’ansia e all’audacia della santità. Questo fatto, per impulso certamente della grazia, è tuttora operante nella Chiesa di Dio; e noi lo possiamo osservare in tante esistenze, forse a noi vicine, le quali, senza raggiungere i livelli straordinari della notorietà, canonizzata dalla Chiesa, possono certamente chiamarsi santità. A questa dobbiamo guardare per goderne la visione edificante, per accettarne lo stimolo, per assecondarne la virtù riformatrice.


Il Capitolo Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane

Nous sommes heureux de Nous adresser maintenant aux Frères des Ecoles chrétiennes, dont les membres du Conseil général et les Frères visiteurs sont réunis autour de leur Supérieur général, le Révérend Frère Charles-Henry. Chers Fils, vous vous souvenez de ce que Nous écrivions récemment à tous les religieux sur «les discernements nécessaires à opérer» (Evangelica testificatio, 6). Nous vous encourageons à faire sincèrement le point des expériences nouvelles vécues depuis quelques années, à bien dégager, à la lumière du Concile et de votre Chapitre général, les options essentielles qui devront être sauvegardées à tout prix, pour des religieux, disciples de saint Jean-Baptiste de la Salle, voués à l’éducation des jeunes en milieu scolaire. Trouvez, en notre siècle, les moyens d’être des hommes de prière. Attachez- vous à vivre une fraternité authentique, respectueuse des talents de chacun mis au service de la mission commune qui vous est confiée dans l’Eglise. Souciez-vous de maintenir entre générations un climat de dialogue, ouvert, confiant, enrichissant, où les initiatives soient prises en accord avec l’autorité indispensable (Ibid., 25). Soyez-en intimement convaincus: à l’intérieur même de votre profession d’enseignants, votre témoignage permanent auprès des jeunes, associant compétence pédagogique, foi rayonnante, doctrine sûre et sainteté personnelle, préparera pour demain des hommes de foi, ardents et généreux, dont l’Eglise et le monde seront fiers. Aimez et faites aimer l’Eglise, en dehors de laquelle on construit sur le sable et l’on travaille dans la dispersion stérile. Alors, sur ces avenues clairement tracées, marchez avec une grande espérance, celle même qu’a suscitée en son temps votre saint fondateur. Et Nous, de tout cœur, Nous vous bénissons, vous et tout vos frères et votre admirable apostolat auprès des jeunes dont vous voulez faire des hommes et des chrétiens; si la tâche qui s’offre à vous est immense, la grâce de Dieu n’est-elle pas plus grande encore?

* * *

Mit besonderer Freude begrüßen Wir eine Gruppe von dreißig evangelischen Pfarren und Superintendenten, die hier in der Ewigen Stadt an einen Seminar teilnehmen zum Thema: «Naturrecht und Situationsethik».

Das Zweite Vatikanische Konzil, sehr geehrte Herren, hat in seinem Dekret über den Ökumenismus die Notwendigkeit betont, daß die konfessionell getrennten Brüder bemüht sein müssen, sich immer besser kennenzulernen, um so in Wahrheit, Gerechtigkeit und Liebe einander näherkommen zu können. Dies ist umso dringender, wenn es sich um Persönlichkeiten handelt, die Verantwortung tragen für ganze Gemeinden und deren Wirksamkeit daher eine breite ausstrahlung zukommt. Wir danken Ihnen für Ihren Besuch und erflehen Ihnen für Ihr Wirken Gottes bleibenden Schutz und Gnadenbeistand.

Promotori della Pontificia Opera di Propaganda Fide

Ein herzliches Wort der Begrüßung möchten Wir jetzt noch and die drei Pilgerzüge aus Deutschland richten, die Uns heute, zusammen mit so vielen anderen Pilgern aus den Ländern deutscher Sprache, mit ihrem Besuch erfreuen.

Den anwesenden Mitgliedern des Cartellverbandens der deutschen katholischen Studentenverbindungen rufen Wir zu: Stehet fest im Glauben! Lassen Sie sich nicht beirren durch die Schlagworte des Tages. Wahre Bildung kann niemals in einen echten Konflikt mit dem Glauben kommen, weil die Wirklichkeiten des profanen Bereiches und die des Glaubens in demselben Gott ihren Ursprung haben.

Den Teilnehmern des Sonderzuges für die Lesergemeinde der Kölner Kirchennzeitung legen Wir ans Herz: Stehet treu zu Kirche und Papst, zu eurem Bischof und euren Priestern. Seid darauf bedacht, durch eifrige Lesung eurer Kirchenzeitung euch im Glauben zu vertiefen und zu bestärken. Wir danken den Redakteuren für ihr verantwortungsbewusstes Arbeiten. Mögen sie immer bestrebt sein, in stetem Kontakt mit dem zuständigen Lehramt der Kirche die Heilslehre unverfälscht zu verkünden.

Herzlich begrüssen Wir endlich den grossen Pilgerzug des Päpstlichen Missionswerkes unter Führung des um die Missionsarbeit hochverdienten Prälaten Heinrich Goertz aux Aachen. Liebe Missionsfreunde! Wir danken Ihnen allen und jedem einzelnen im Namen Jesus Christi, was Sie seit Jahren in treuer Kleinarbeit, nicht selten unter bedeutenden persönlichen Opfern, für die brennenden Missionsanliegen der heiligen Kirche leisten. Fahren Sie fort, in heiliger Begeisterung für unsere katholische Weltmission zu beten, zu arbeiten, zu opfern. So sind Sie wahre Apostel, Künder der Frohbotschaft.

Aus der Fülle des Herzens erteilen Wir allen Anwesenden Unseren besonderen Apostolischen Segen.

Le diocesi di Montalto e Ripatransone

Questa udienza è onorata dalla presenza di un numeroso pellegrinaggio, quello della Diocesi di Ripatransone e di Montalto delle Marche, guidato dal Vescovo di entrambe, Mons. Vincenzo Radicioni. Pellegrinaggio che conclude le celebrazioni del quarto centenario della Diocesi di Ripatransone con la partecipazione fraterna della vicina comunità diocesana di Montalto.

Noi vi esprimiamo la Nostra più viva compiacenza, figli carissimi, per questo omaggio che procura a Noi la gioia di incontrarci coi fedeli di una terra ricca di antiche e gloriose tradizioni cattoliche, e a voi quella di coronare le vostre manifestazioni con un momento di particolare intensità religiosa, ascoltando la voce del Vicario di Cristo. Ebbene, Noi profittiamo di codeste vostre buone disposizioni per associarvi più strettamente alle sollecitudini che maggiormente occupano il Nostro animo in questi giorni ed hanno per oggetto il Sinodo dei Vescovi. Noi vi invitiamo a pregare tanto per il suo felice svolgimento. L’amore che voi portate alla vostra Diocesi e alle tradizioni religiose della vostra terra, sono un grande tesoro che va difeso, va sviluppato, stimato. Esso tuttavia per essere valido e veramente fecondo non può distogliervi dall’interesse per i grandi problemi della Chiesa, ma deve farvi sentire sempre in comunione con la grande, universale famiglia di Cristo.

Noi vorremmo che questa udienza ricordasse a ciascuno di voi questo dovere. Se le vostre celebrazioni, concludendosi con la venuta a Roma e con la visita al Papa, verranno ad accrescere la vostra coscienza ecclesiale di cattolici, avranno certamente ottenuto uno dei loro migliori frutti; ed è quello che Noi chiediamo a Dio per voi, impartendo a ciascuno qui presente e a quanti dei vostri cari vi sono spiritualmente uniti in questa circostanza, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

La U.N.I.T.A.L.S.I.

Ci rivolgiamo a Voi, carissimi partecipanti al numeroso pellegrinaggio organizzato dalla UNITALSI di Varese per aver voluto ricordare, con l’odierno incontro col Vicario di Cristo, il trentesimo anniversario della fondazione della sezione.

Voi ci recate, infatti - alla vigilia del Sinodo dei Vescovi, - la preziosa offerta delle sofferenze da parte di un cospicuo gruppo di malati, come pure l’omaggio della fraterna solidarietà dei loro assistenti, e quello della fede di quanti hanno voluto associarsi alla pia iniziativa.

Noi siamo di ciò, a tutti ed a ciascuno, immensamente grati.

Ma una parola d’incoraggiamento e di consolazione vogliamo riservarla particolarmente ai cari ammalati, l’infermità dei quali, agli occhi del mondo, potrebbe apparire soltanto come motivo di menomazione e d’inoperosità, tanto da far considerare come inutile la loro stessa esistenza.

Noi ripetiamo a questi fratelli quanto, più volte, abbiamo avuto l’occasione di affermare in analoghe circostanze.

La sofferenza, comunque si manifesti, se accettata con umile sottomissione alla volontà di Dio, diviene nell’economia della Provvidenza strumento di espiazione, di purificazione, di propiziazione e di elevazione.

Voi, carissimi infermi, siete nella Chiesa i più vicini all’«Uomo di tutti i dolori», che, proprio per mezzo del dolore, «fino alla morte di Croce» ha voluto che si compisse il mistero dell’umana salvezza.

Fate, pertanto, che per mezzo della fede, le vostre sofferenze fisiche e morali si elevino a Dio come preziosissima ostia spirituale.

Avvalorano questa vostra oblazione l’affetto e i voti del Papa, che vi benedice di cuore, unitamente a tutti coloro che vi hanno accompagnato nel vostro pellegrinaggio romano.

Pellegrinaggio di Conegliano

Desideriamo rivolgere un saluto particolarmente affettuoso ad un gruppo di pellegrini della Parrocchia di S. Maria delle Grazie in Conegliano, i quali, guidati dal loro zelante Parroco, son venuti a farci visita, per ascoltare da Noi una parola di paterno incoraggiamento. Sono, in gran parte, ragazzi e giovani, che si sono generosamente distinti nel contribuire alla costruzione della Chiesa parrocchiale nel nuovo e popoloso quartiere della loro città.

Sappiamo, figli carissimi, le gravi difficoltà, che l’iniziativa ha comportato e che, sotto alcuni aspetti, ancora rimangono; ma sappiamo anche con quanta dedizione avete lavorato per interessare all’opera tutti i fedeli della zona e per giungere alla sua inaugurazione, ormai imminente.

L’edificazione del tempio materiale è premessa che favorisce ed avvia l’edificazione spirituale della comunità cristiana: i mattoni, da voi raccolti, non sono forse simbolo delle pietre vive, che sono le anime? Nel vostro impegno vi ha certo guidato questo alto ideale, e Noi volentieri ve lo riproponiamo nell’esprimervi il Nostro plauso e compiacimento. È infatti un segnalato servizio quello che voi rendete alla Chiesa, cioè alla madre che ci genera alla vita soprannaturale. E se diciamo la Chiesa diciamo anche Colei, che della Chiesa - come ci ha ricordato il Concilio - è modello eminente e perfetto. Sì, la Vergine Santissima delle Grazie, Patrona della vostra Comunità, vi assista con la sua materna protezione nei propositi di bene, e vi abiliti sempre meglio al servizio dei fratelli nella fede. E questo Nostro augurio confermiamo con la Nostra Benedizione, che porterete, al ritorno, a tutti i vostri cari.

Le Piccole Suore di Gesù

C'est toujours pour Nous une grande joie de saluer à l’audience les petites Sœurs de Jésus. Chères Filles, soyez les bienvenues dans tette basilique Saint-Pierre où, hier, quarante d’entre vous ont émis leurs vœux perpétuels, entourées des Sœurs qui suivent un cours de formation spirituelle, accompagnées aussi des parents et des amis venus de vingt-huit nations à travers le monde pour cette circonstance.

Vous venez de vous engager pour toujours à suivre Jésus, à marcher avec lui dans l’espérance sur les chemins du monde où vous conduiront l’obéissance et le zèle apostolique, à témoigner généreusement chaque jour de votre foi brûlante pour le Seigneur, à vivre dans son amour de manière si transparente que «des hommes de toutes les langues des nations vous saisiront par le pan de votre vêtement en disant: “Nous voulons aller avec vous, car nous avons appris que Dieu est avec vous”» (Zac. 8, 23).

Oui, mes Sœurs, vous en êtes le vivant exemple: «Le témoignage évangélique de la vie religieuse manifeste aux yeux des hommes la primauté de l’amour de Dieu avec une force dont il faut rendre grâce à l’Esprit Saint» (Evangelica testificatio, 19). C’est l’Esprit toujours à l’œuvre dans son Eglise qui suscite votre générosité spirituelle, qui vous rend capables de prendre un engagement solennel à la face de Dieu et des hommes, et la grâce du Seigneur aidant, d’y être fidèles. Nous le lui demandons de tout cœur en vous donnant, en gage de l’abondance des divines grâces pour vous-mêmes, toutes les Petites Sœurs de Jésus, comme pour les parents et amis qui vous entourent, Notre affectueuse Bénédiction Apostolique.

Vigili del Fuoco di Roma

La vostra presenza offre stamane un caro spettacolo ai Nostri occhi, e un grande conforto al Nostro cuore. Siete venuti a portarci il vostro saluto, accompagnati dai vostri Ufficiali superiori e dal Cappellano Capo; e vi diciamo, a Nostra volta, il compiacimento che proviamo nell’accogliervi. Avete concluso il corso di specializzazione presso le Scuole centrali anticendi di Roma-Capannelle, addestrandovi alla coraggiosa attività che in avvenire vi attende; è un duro dovere, il vostro, pieno di rischi e d’incognite, che richiede agilità e forza, destrezza e tempestività, per portare la salvezza a vite umane in pericolo. Questa è, dunque, una forma moderna di esercizio delle antiche e sempre attuali opere di misericordia ! Noi vi incoraggiamo a compierla con tutto l’entusiasmo e l’impegno della vostra giovinezza, con la serietà della vostra preparazione, con la consapevolezza di adempiere un servizio tanto benemerito davanti alla società, ma soprattutto degno delle speciali ricompense di Dio. Vi accompagni sempre il suo aiuto, in pegno del quale vi impartiamo la Nostra Apostolica Benedizione.

Abati e Priori dei Canonici Premostratensi

Chers fils, qui participez au cinquième congrès des aumôniers d’aéroports internationaux, autour de Monseigneur Emanuele Clarizio, Pro-Président de la Commission pontificale pour les migrations et le tourisme, Nous Nous réjouissons beaucoup de cette réunion romaine. Elle vous permet de mettre en commun vos diverses éxperiences pastorales et de vous concerter pour un plus fécond apostolat.

Nous sommes heureux aussi de saluer les Abbés et les Prieurs de l’ordre des Chanoines réguliers prémontrés à l’occasion du 850ème anniversaire de leur fondation par Saint Norbert, et du 25ème anniversaire d’Abbatiat du cher Abbé général Norbert Calmels. Chers fils, de tout cœ ur Nous Nous unissons à votre double action de grâces et Nous souhaitons que vous sachiez donner à l’Eglise en notre temps ce que vous avez reçu d’une longue et féconde tradition apostolique, dans les diverses formes à travers lesquelles vous exercez votre ministère a travers le monde.

Avec Notre paternelle Bénédiction Apostolique.

Le Opere Pastorali per la gioventù

Chers fils qui participez à Rome au 3éme congrès international de l’union générale des oeuvres pastorales pour la jeunesse, soyez les bienvenus. Avec les encouragements de Notre Congrégation pour l’éducation catholique, vous réfléchissez à la jeunesse et aux loisirs, abordant ainsi l’un des problèmes fort complexes de la pastorale des jeunes dans le monde d’aujourd’hui. Alors que les liens familiaux souvent se distendent, l’importance des loisirs s’accroît et les jeunes y trouvent souvent l’occasion d’y expérimenter une communauté de sentiments, d’aspirations, une ferveur partagée, un élan festif qu’il faut savoir apprécier, si l’on veut aider ces jeunes à les vivre dans leur plénitude humaine et spirituelle. N’est-ce pas le rôle d’un éducateur digne de ce nom de savoir partager avec les jeunes, pour les aider, à partir de leur expérience de vie, à découvrir les valeurs humaines et évangéliques sans lesquelles l’existence ne saurait acquérir sa dimension plénière, celle que le Seigneur a voulue pour chacun de nous ? Nul doute que vos échanges n’y contribuent et que votre zèle apostolique ne s’en trouve singulièrement renforcé. Nous Nous réjouissons de savoir que plusieurs Instituts religieux et plusieurs pays participent à cette rencontre et à ces recherches, et Nous souhaitons que vous sachiez bénéficier de l’apport de tous ceux qui aident les jeunes, par la catéchèse et l’Action Catholique, à découvrir en apôtres, le Christ et l’Eglise. Les jeunes sont l’avenir de l’humanité et l’avenir de l’Eglise. C’est donc avec eux qu’il faut le construire, mieux, c’est eux qu’il faut préparer à le construire avec toute leur ardeur ‘et leur générosité. Pour ingrate, pénible et difficile que soit parfois cette œuvre, qui ne voit son importance capitale, absolument décisive? Notre monde a besoin de véritables apôtres des jeunes, qui les aiment, qui les comprennent, qui les aident à discerner dans leurs aspirations ce qui vient de l’Esprit et ce qui n’est que tentation vulgaire, qui les poussent en avant et plus haut sur les chemins de la vie, en leur faisant aimer Celui qui est l’ami des jeunes et leur frère, en même temps que leur Sauveur, Jésus Christ, Notre Seigneur. En son nom, de grand cœur, Nous vous bénissons.

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We extend our welcome and express a word of particular affection in the Lord to the newly-ordained Augustinians from Saint Patrick’s College. It is our hope that Christ will always be your lot and that your priestly ministry will bring light and peace to men’s hearts. May the grate of God be with you, your beloved parents, relatives and friends.

Our special greeting goes to our dear Korean sons and daughters. We are pleased to welcome you as new members of Christ’s Church, praying that the joy of your Baptism will remain with you throughout the years and that you will always “ lead a life worthy of the calling you have received “ (Eph. 4; 1). Be assured that We share your happiness on this blessed occasion.

To all of you We give Our Apostolic Blessing.

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Ein Wort herzlicher Begrüssung richten Wir noch an die anwesenden Neupriester des deutsch-ungarischen Kollegs von Rom. Wir freuen Uns mit Ihnen, liebe Freunde, dass Sie nach langen Jahren des Studiums Ihr hohes Ziel erreicht haben. Seien Sie stets heilige Priester! Denn unsere bewegte Zeit braucht Priester, die ihre Ganzhingabe an Christus, den Ewigen Hohenpriester, in täglichem Gebet und Opfer verwirklichen sich bemühen.

In besonderer Weise begrüssen Wir auch die Leitung und die Mitglieder des «Deutschen Ordens», die anlässlich ihres Generalkapitels und der Abtweihe ihres neuen Hochmeisters in der Ewigen Stadt weilen. Wir geben dem Wunsche Ausdruch, dass es Ihnen allen vergönnt sein möge, die karitativen und sozialen Werke, wie es die moderne Zielsetzung Ihres Ordens ist, und die darum dem heutigen Auftrag der Kirche in besonderer Weise gerecht wird, auch weiterhin erfolgreich durchzuführen.

Aus der Fülle des Herzens erteilen Wir Ihnen und allen Pilgern Unseren Apostolischen Segen.

                                          



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