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ALLOCUZIONE DEL PAPA PAOLO VI
ALLA CXVI CONGREGAZIONE DEL CONCILIO

Venerdì, 6 novembre 1964

 

1. Siate certi, dilettissimi, che sarebbe Nostro ardente desiderio intervenire alle riunioni del Concilio Ecumenico, che celebrate in questa sacra aula della Basilica Vaticana.

2. Avendo fermamente stabilito di presiedere almeno qualcuna delle vostre Congregazioni generali, abbiamo scelto per la Nostra presenza questo giorno, nel quale la vostra discussione verte sullo Schema delle Missioni. A preferirlo Ci ha persuasi la particolare gravità e importanza dell’argomento al quale ora applicherete le vostre menti e i vostri animi.

3. In Noi, Successore di san Pietro, e in voi, Successori degli Apostoli, riecheggia oggi insistentemente il comando divino: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15); dall’adempimento di questo mandato dipende e deriva la salvezza del mondo. A questo sacro Concilio incombe tra l’altro l’insigne compito di tracciare nuove vie, studiare nuovi mezzi, stimolare una nuova attiva tensione per diffondere più largamente e più fruttuosamente il Vangelo.

4. Esaminando questo Schema che tenete nelle vostre mani, dove si discute di tali problemi, abbiamo trovato molto, anzi moltissimo - che si guardi sia ai contenuti, sia al valore delle argomentazioni, sia alla struttura della trattazione - che riteniamo meritevole di un Nostro elogio. Esprimiamo quindi la convinzione che esso otterrà la vostra approvazione, anche se forse giudicate che in alcune parti debba essere migliorato e perfezionato. I suggerimenti ivi ponderati, le iniziative approfondite, le strade e gli orientamenti indicati in materia tanto importante possano incentivare un fervoroso impegno a promuovere con zelo più ardente il Regno di Dio sulla terra; possano preparare una messe abbondantissima alla speranza della semina evangelica.

5. Ci piace soprattutto quello che vi è costantemente richiesto, che tutta la Chiesa sia missionaria, che anche i singoli fedeli si facciano missionari nell’animo e nella pratica, per quanto lo possono. Coloro che sono in possesso del dono inestimabile della fede, che sono illuminati dallo splendore della gloria del Vangelo, che sono annoverati tra i figli della Chiesa, sacerdozio regale e popolo santo, rivolgano sempre i più grandi ringraziamenti a Dio per il dono così grande ricevuto, dedicando preghiere, opere di pietà e offerte generosissime in aiuto e sollievo di quelli che sono gli araldi del Vangelo. In proposito, poiché non c’è nulla di più salutare per gli uomini e di più confacente alla gloria di Dio che consacrarsi con tutte le forze a diffondere la fede, in nobile gara offrano all’apostolato missionario, che è il più eccellente per valore e per efficacia, la fedeltà della devozione, la provvidenza delle elargizioni, la misericordia dei doni. "Il tuo benefattore vuole che tu sia munifico, e chi dà perché tu abbia comanda che tu doni, dicendo: Date e vi sarà dato (Lc 6,38)" (S. LEONE MAGNO, Sermo XVII, II: PL 54, 181).

6. Però il campo Evangelico, anche diligentemente coltivato, si riveste della gradita fecondità delle messi soltanto se lo irrora la grazia di Dio. Perciò salgano più fervide a Dio le suppliche per i missionari, corroborate da elemosine e da opere buone: "O Dio, che vuoi che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità, manda, ti preghiamo, operai per la tua messe e dona loro di esprimere in tutta franchezza la parola di Dio, affinché la tua voce si diffonda e sia glorificata, e tutti i popoli riconoscano te, solo Dio vero, e colui che hai mandato, il Figlio tuo Gesù Cristo, Nostro Signore" (Messale romano, Messa per la propagazione della fede [nel nuovo Messale, Messa I per l’evangelizzazione, I colletta, modificata nel finale]).

7. Prima di concludere questo breve discorso, desideriamo salutare con affettuosissima benevolenza i Padri del Concilio Ecumenico che lavorano per il Regno di Cristo nei territori di missione; e come ad essi, il nostro pensiero riconoscente corre con sentimento di doveroso ringraziamento ai loro sacerdoti, ai missionari d’ambo i sessi, ai catechisti, alle persone che là prestano la loro collaborazione; a coloro che destinano provvidenziali beneficenze e favoriscono le utili iniziative.

8. Suggelli questi fervidissimi auspici la Nostra Apostolica Benedizione, che calorosamente impartiamo a tutti voi.

9. "Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra" (Sal 67,8) (AAS 56 (1964), pp. 998-999).

    



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