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DISCORSO DI PAOLO VI
DURANTE LA VISITA AL PONTIFICIO ATENEO SALESIANO

Sabato, 29 ottobre 1966

 

Diletti Figli,

Abbiamo accolto con paterna gioia l’invito che Ci è stato fatto gentilmente da voi, di presiedere alla solenne inaugurazione della nuova, magnifica sede dell’Ateneo Salesiano; l’invito rispondeva anche ad un Nostro vivo desiderio, di darvi una prova tangibile che il Nostro cuore palpita in unione con voi in questa fausta circostanza, che riempie di legittima soddisfazione l’intera famiglia Salesiana.

Abbiamo seguito sempre con interesse le vicende, le ansie, le difficoltà non esigue né poche, che hanno accompagnato nel suo faticoso cammino l’attuazione di questo grandioso complesso, che si presenta oggi ai Nostri sguardi ammirati in tutta la sua imponenza e magnificenza.

Lasciate che vi esprimiamo alcuni sentimenti che questa realizzazione suscita nel Nostro animo.

COMPIACIMENTO E SALUTO DEL PAPA PER IL NUOVO
GRANDIOSO ISTITUTO

Innanzitutto un sentimento di profonda riconoscenza al Signore, che ha voluto donare alla gioventù studiosa salesiana una residenza più salubre, più raccolta, più decorosa, più rispondente alle accresciute esigenze dei buoni studi ecclesiastici. E il Nostro grato animo si rivolge anche a tutti coloro che sono stati gli strumenti delle benevole disposizioni della Provvidenza divina in quest’opera; in primo luogo ai Superiori della Congregazione Salesiana, che con lungimirante saggezza e non senza grandissimi sacrifici l’hanno ideata e realizzata; e inoltre ai benefattori che ne hanno generosamente facilitato il felice compimento. Dio conceda a tutti la dovuta ricompensa. In tal modo il caro Ateneo Salesiano coi suoi cinque rami in cui si articola tutta la sua fiorente vita accademica, col complesso armonioso e severo dei suoi edifici, con la ricchezza delle sue attrezzature idonee alla più aggiornata ricerca scientifica, assurge a nuovo prestigio e decoro nel concerto dei celebri e benemeriti Istituti di cultura ecclesiastica superiore che fioriscono numerosi qui in Roma, e fa presagire sempre più significative affermazioni di cultura e di virtù, di cui è ricca e feconda la benemerita famiglia di Don Bosco.

EREDI E PROMOTORI DI PREZIOSE DOTTRINE DELLA PEDAGOGIA
«
ARS ARTIUM»

Ma tanto più cordiale e spontaneo sgorga dal Nostro animo il compiacimento per la rinnovata sede di questo Ateneo in quanto esso, nel quadro dell’alta cultura ecclesiastica romana, si inserisce con un suo volto, con una sua particolare fisionomia che ne accresce il valore e il prestigio.

Infatti oltre che offrire una superiore iniziazione accademica nelle varie discipline ecclesiastiche, il vostro Ateneo è un’opera che s’innesta nella tradizione educatrice salesiana. Voi siete gli eredi di quel prezioso patrimonio di dottrine pedagogiche che fanno capo al vostro santo Fondatore, e che hanno ovunque operato meraviglie di opere, di risultati benefici, di conquiste scientifiche e morali. Anzi, voi non siete soltanto eredi passivi, ma eccellenti e modernissimi promotori. Ne è luminosa testimonianza la fiorentissima vostra Facoltà di Pedagogia che nella sua nuova sede oggi rappresenta quasi il coronamento di un secolo di sforzi e di studi in questo campo, ed impegna un qualificato manipolo di studiosi al ripensamento, alla coscienza, alla formulazione scientifica della pedagogia, giustamente chiamata «ars artium», fin dalla più antica età cristiana. Questo momento è troppo breve perché Noi Ci dilunghiamo a dimostrare come questo Istituto risponda ai bisogni attuali e moderni della scuola. Basta pensare alla gioventù di oggi, così degna d’ogni nostro interessamento, così ricca di nuove, potenziali virtù, così disponibile per le cose nuove, per le cose vere e buone, ma anche così insidiata da una visione edonistica e materialistica della esistenza terrena, così precocemente svegliata alla sensibilità, alla coscienza, alla scelta dei valori della vita, e nello stesso tempo così piena di difficili e complessi problemi. Il pensiero che un nuovo strumento - e quale magnifico strumento! - è qui costituito - per la formazione e per la cultura delle giovani generazioni reca conforto ed esultanza al Nostro spirito, per l’affetto che sempre abbiamo portato alla gioventù ed ora ancor più per la carità paterna e pastorale del Nostro apostolico ufficio.

I PRINCIPI UMANI E CRISTIANI DEL SAPIENTE METODO
DI DON BOSCO

Ma ricordiamo bene: questa nuova sede con tutte le sue moderne attrezzature non può considerarsi che come uno strumento. E come rispetto ad uno strumento musicale, per quanto bello e perfetto, ciò che maggiormente conta è l’artista che lo adopera e lo domina e la musica che per suo mezzo viene eseguita, così anche nel caso nostro non si deve sopravalutare lo strumento trascurando gli altri coefficienti dell’opera educativa. Ciò che ora più contano, sono gli artisti che devono adoperarlo, i maestri cioè che dovranno formare in questo Istituto qualificate schiere di educatori cristiani; così pure la dottrina pedagogica, ai cui principi dovrà ispirarsi la loro opera.

A questo proposito, è doveroso riconoscere che non possono in nessun modo essere ignorati o sottovalutati i progressi e le conquiste della scienza psico-tecnica moderna; vogliamo però ricordare che meritano ancor maggiore fiducia da parte degli educatori i principi umani e cristiani sui quali si basa il sapiente metodo di Don Bosco, che ha saputo offrirci un incomparabile esempio di umanesimo pedagogico e cristiano. Pedagogia, la sua, che affonda le sue radici nel Vangelo, dove vediamo Cristo abbassarsi per innalzare la creatura a Dio, farsi debole coi deboli per elevare l’uomo alla Verità e alla Bontà, non con l’autorità estranea di chi impone pesantemente la legge, ma di chi con gravità e mitezza espone la legge di Dio come espressione del suo amore e condizione della nostra salvezza, ed insieme con l’educando alla stessa legge ubbidisce. In altre parole, Don Bosco trovò il suo segreto nella carità, che è come il compendio di tutta la sua opera educativa. Facciamo voti perciò che in questo splendido Ateneo non meno splendida si affermi e si effonda la sapienza educatrice salesiana e ciò sia gloria a Dio, onore alla famiglia di Don Bosco, fortuna per innumerevoli anime giovanili.

Pontificio Istituto di Alta Latinità

Praeterea singulare studium oportet conferamus ad «Pontificium Institutum altioris Latinitatis», quod, auctoritati Sacri Consilii Seminariis studiorumque Universitatibus praepositi obnoxium, huic Atheneo est adiunctum.

Rem nobilem ac praeclaram suscepistis, et acri ingenio magnoque animo perduxistis ad exitum, atque - hoc licet addere - non sine audacia; quod quidem religiosae Societati vestrae ornamento et decori vertit. Macte virtute, dilectissimi Nobis Salesiani sodales! Profecto, hoc modo aliud caput praecelsae disciplinae, quam ab Auctore et Legifero Patre Vestro quasi hereditate accepistis, laudabiliter servastis, ex quo videlicet humanus cultus Graecorum et Romanorum vobis est provehendus et celebrandus. Liberaliter etiam respondistis ei, qua Ecclesia angitur, sollicitudini inter clericos studia Latinitatis promovendi eisque magistros instituendi; atque adeo Ioannis Vigesimi Tertii, Decessoris Nostri, Constitutionem Apostolicam, a verbis Veterum Sapientia incipientem, ad effectum adduxistis.

Quae primo anno ex hac schola perceptae sunt veluti primitiae, sine dubio et laetae sunt et spem confovent bonam: scilicet ea est arbor, quae fructus iam tulit eorumque ampliorem copiam portendit in posterum.

Cum animi etiam gaudio accepimus Italicae Reipublicae potestates propter gravitatem et pondus disciplinarum, quae in hoc Instituto traduntur, iam benevolas se praebuisse quod attinet ad diplomata academica publice agnoscenda.

Quemadmodum par est - siquidem perfectio est semper expetenda - Institutum progressione quadam oportet incrementis augescere, quae eo spectent, ut naturae suae congruenter iis inserviat, quae peculiariter eidem Scholae sunt proposita; distinguendi enim sunt duo ordines, duae methodi, duo fines huius Instituti: altera pertinent ad exquisitae et reconditae doctrinae studia exercenda et ad philologam colendam disciplinam, altera potius ad usum et utilitatem, quibus plures fruantur. Itaque non solum - quae est eius praecipua causa - ad rationem optimorum studiorum, Academiarum propriam ii praeparentur, qui linguae Latinae, praesertim Latinitatis christianae, evadant peritissimi, sed etiam, quasi in inferiore gradu constituti, auditores sive ecclesiastici sive religiosi ibi Scholam linguae Latinae obeant egregiam quidem, sed tenuiorem multisque patentem, ut Romanum eloquium, quod communis fert usus, condiscant. In Apostolicis Litteris, quas Studia Latinitatis appellatas motu proprio dedimus (A.A.S. LVI, 1964, pp. 225 SS.), hisce de rebus certae ac definitae praescriptiones continentur; nec dubitamus, quin ii, quorum est eas exsequi, omni cum diligentia sint curaturi, ut iisdem sapienter fideliterque obtemperetur.

VOGLIANO DOCENTI ED ALUNNI COOPERARE ALLA PRESENTE ORA SOLENNE DELLA CHIESA

Ed ora un augurio ed una benedizione. Al caro Ateneo l’augurio che «vivat, crescat et floreat», rinnovato non solo nella sua struttura esteriore, ma ancor più nello spirito di S. Giovanni Bosco, che è spirito di amore alla Chiesa, di servizio e dedizione verso le anime, di fedeltà inconcussa alla Cattedra di Pietro, e che è anche garanzia sicura del suo prospero avvenire. Un augurio al venerato Rettore Maggiore - al quale esprimiamo il Nostro ringraziamento sincero per il nobile indirizzo - e ai Superiori e Professori, che così numerosi vediamo qui presenti intorno a Noi: possano essi cogliere i migliori frutti dei loro sacrifici, e trovino da parte degli alunni tutti docilità e corrispondenza alle amorevoli cure che loro prodigano. Infine a tutti gli alunni rivolgiamo il voto che tengano alto il prestigio di questo Ateneo col loro impegno e con la loro serietà nello studio, e che siano degni dell’ora solenne che vive oggi la Chiesa tutta in questo periodo post-conciliare; da Roma eterna e sacra sappiano cogliere e conservare la sapienza cristiana per portarla sempre nelle loro anime e diffonderla dovunque sarà dato loro esplicare il sacro ministero.

E su tutti, auspice lo sguardo materno di Maria Ausiliatrice, celeste Patrona della grande famiglia di Don Bosco, larga e propiziatrice discenda l’Apostolica Benedizione, che di cuore impartiamo.

Ed ecco la traduzione italiana del brano in lingua latina del Discorso di Sua Santità.

Merita inoltre una particolare attenzione da parte Nostra il «Pontificium Institutum altioris Latinitatis» che è stato aggiunto al vostro Ateneo, sotto gli auspici della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi. Nobile e felice realizzazione, questa, da voi portata a termine con geniale generosità, e; diciamo pure, con ardimento, che costituisce titolo di lode per la vostra Congregazione religiosa, bravi e cari Salesiani! Avete voluto così onorare un’altra gloriosa tradizione lasciatavi in eredità dal vostro Fondatore, quella cioè di promuovere e coltivare la cultura greco- latina; e con gesto magnanimo avete voluto rispondere all’ansiosa sollecitudine della Chiesa per lo studio del latino fra il Clero e per la formazione dei suoi maestri, dando così compimento alla Costituzione «Veterum Sapientia» del Nostro Predecessore Giovanni XXIII.

Le primizie raccolte nel primo anno di vita della Scuola sono senza dubbio buone e promettenti; è un albero che già ha dato frutti e che altri ne fa sperare ancor più abbondanti. Del resto abbiamo appreso con soddisfazione che il Governo Italiano, in considerazione della serietà scientifica dell’Istituto, è stato già largo nel riconoscimento ufficiale dei titoli accademici. Naturalmente, in anelito di perfezione, bisognerà alla scuola dare un progressivo sviluppo, consistente soprattutto in un organico adattamento alle sue specifiche finalità, distinguendo due piani, due metodi, due scopi di questo Istituto: uno altamente scientifico e rigorosamente filologico; l’altro rivolto a più larga e pratica utilità. Oltre, infatti, a un suo primo scopo che è quello di preparare sul piano scientifico e con qualificazione accademica veri specialisti del latino particolarmente ecclesiastico, si dovrà altresì aggiungere, in un livello inferiore, una scuola di buona latinità, ma modesta e accessibile a tutti, ecclesiastici e religiosi, per il possesso del latino nell’uso comune. Nella Nostra Lettera Apostolica «Studia Latinitatis», sono state date precise prescrizioni a questo riguardo, e non abbiamo dubbio che da parte di coloro ai quali spetta attuarle, sarà posta ogni cura, affinché l’esecuzione sia illuminata e fedele.

                                                        



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