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PELLEGRINAGGIO IN UGANDA

DISCORSO DI PAOLO VI
AI MEMBRI DELLA CHIESA CATTOLICA

Venerdì, 1° agosto 1969

 

Venerabili Fratelli e diletti Figli,

Vi ringraziamo di cuore per le magnifiche accoglienze che Ci avete preparate. Ci congratuliamo altresì con voi per la stupenda vitalità della vita cattolica in Uganda. In soli novanta anni, le vocazioni al Sacerdozio e alla vita religiosa si sono moltiplicate, e il Cattolicesimo ha avuto uno sviluppo tale che oggi circa tre milioni di abitanti dell’Uganda, quasi un terzo della totale popolazione del Paese, sono figli fedeli della Chiesa. Questa Nazione diede pure alla Chiesa il primo Vescovo Africano dell’epoca moderna, Mons. Joseph Kiwanuka, nominato Vicario Apostolico di Masaka il 25 maggio 1939.

Quando contempliamo una così abbondante messe, è doveroso ricordare i seminatori della semente, i primi Missionari; ed anche quei giovani Martiri, gloria della Chiesa in Uganda, Carlo Lwanga e i suoi compagni, che abbiamo recentemente elevato all’onore degli altari nella Chiesa universale. È in loro memoria, e per consacrare l’altare che è loro dedicato, che l’umile Vicario di Cristo è venuto in Uganda, giacché essi costituiscono una gloria per tutta l’Africa.

Quanto fu ammirabile il lavoro dei pionieri dell’evangelizzazione in questo Paese! I Padri Bianchi e, dopo di loro, i Padri di Mill Hill e i Figli del Sacro Cuore di Verona; le Suore Bianche; e tutti gli altri religiosi, uomini e donne, il cui solo motivo fu di diffondere la Parola di Dio. I loro sforzi sono stati così fecondi che, oggi, è il Clero stesso dell’Uganda che va sempre più assumendo la responsabilità della Chiesa qui, con l’assistenza delle varie società missionarie.

Questa abbondante effusione della grazia di Dio è così apertamente manifesta oggi, che non possiamo sottrarci al dovere di impegnarci con tutte le nostre forze per continuare e completare questa vitale missione. Giacché «Io sono sicuro che Colui che iniziò un buon lavoro, in voi lo porterà a compimento» (Phil. 1, 6).

A incoraggiarvi, Venerabili Fratelli e diletti Figli, in questa più ampia e più intensa missione, ben volentieri impartiamo a voi, al vostro clero, ai religiosi e a tutte le famiglie dell’Uganda, la Nostra paterna Apostolica Benedizione, esprimendo l’ardente speranza che una più stretta unione e una vera pace tra tutte le tribù e comunità etniche e spirituali di questo Paese possano derivare dalla Nostra Benedizione, come benigni doni di Dio.

 



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