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DISCORSO DI PAOLO VI
DURANTE IL PELLEGRINAGGIO A SUBIACO

Festa della Natività di Maria Ss.ma
Mercoledì, 8 settembre 1971

 

Paolo VI saluta dapprima tutto il popolo di Subiaco e ringrazia per la cordialità e la sincerità con cui vede accolta la sua visita. Alla letizia del popolo corrisponde un’autentica gioia del Papa, per aver potuto salire al Sacro Speco e visitare il santuario così ricco di ricordi e suggestioni.

Egli vorrebbe intrattenersi a lungo col popolo sublacense e parlare di molte cose. Ma per la brevità del tempo si limita ad esprimere i pensieri che la visita a Subiaco gli fa nascere più prementi e vivi nel cuore.

Il primo è un pensiero di ammirazione per l’eredità lasciata dal passato. Figli carissimi, siate lieti e fieri della vostra tradizione, cioè dell’eredità spirituale che avete ricevuto dal passato. Subiaco è un nome che ha eco e storia di secoli; custodisce memorie sacre ed artistiche di sommo pregio, ma soprattutto ha una ricchezza spirituale ammirata e invidiata da tutto il mondo credente o civile. Questa tradizione spirituale dev’essere conservata e amata. È un tesoro che viene dai padri, dalle generazioni passate. Purtroppo il tema «tradizione» non è di moda, non piace al nostro tempo. La generazione presente non volentieri guarda al passato, ma si rivolge piuttosto all’avvenire, affascinata dalle possibilità dello sviluppo tecnologico e materiale. Tuttavia occorre esortare i fedeli a difendere e conservare questo tesoro di antico spirito di cui tutto parla nella santa terra di Subiaco. Se voi lo dimenticaste, tagliereste le radici che nutrono la vostra gloria e l’anima della vostra popolazione. Sareste contro voi stessi!

Proseguendo, il Papa osserva che questa tradizione è impegnativa, obbliga a conservare e fare proprio il patrimonio del passato: un patrimonio che si esprime soprattutto nei valori della fede cattolica, ed apre lo sguardo dell’umanità sopra le realtà di cui Gesù Cristo è stato rivelatore e maestro. La fede è come una fontana che mantiene vivo lo spirito di un popolo. Se dovesse inaridirsi, una città privilegiata come Subiaco perderebbe il senso maggiore della sua grandezza.

E ancora: essere fedeli alla tradizione non significa vincolarsi al passato; significa conservare la spinta verso la vita e il tempo che viene. Siete candidati all’avvenire! ma con la garanzia, con l’immenso bene della fede cristiana.

Bisogna perciò conoscerla bene, praticarla meglio, questa fede, cominciando con l’assidua frequenza del culto domenicale, sorgente di forza e di illuminazione interiore, Cristiani e fedeli devono essere intelligenti! La tradizione non è un museo, un cimitero, un’archeologia. È una pianta che fiorisce ad ogni primavera, una linfa che continuamente si rinnova.

Il secondo pensiero del Santo Padre è quello della gioventù, che ha visto numerosa e viva durante il suo passaggio attraverso la città. La città cresce, con tante costruzioni nuove, che la trasformano e la spingono lungo la linea del progresso: e senza dubbio ci si preoccupa anche del progresso sociale, culturale, umano, che merita elogio e consenso.

Ma ancor più la città cresce per il rinnovarsi continuo delle generazioni. Giovani che mi ascoltate tocca a voi costruire l’avvenire morale, sociale, nuovo, moderno della vostra città. Lo farete tanto più facilmente, quanto più regnerà nei vostri cuori la luce e la linfa della fede.

A questo punto il Santo Padre fa un cenno alla contestazione giovanile, che traduce il disagio delle nuove generazioni in protesta sovente sterile o distruggitrice. Ma così non è quando il cuore è pieno di fede e di speranza cristiana. Allora non c’è più uno spirito di decadenza. Allora non si reagisce imprecando, ma amando. Allora ci si accorge di quante persone hanno più bisogno di noi e ci si sente uniti in una società in cui fervido è l’aiuto e il bene.

Sua Santità termina la sua ardente esortazione ai giovani dicendo: Io vi ricorderò, vi porterò nella mia preghiera, perché il Signore vi dia il gusto di costruire. Questo vecchio maestro che voi venerate, San Benedetto, vi dirà con la sua sapienza e antiveggenza, come fare; vi darà coraggio: è il momento di unirsi per costruire la società del bene!

Il Papa invita, quindi, la popolazione a recitare con lui il Padre nostro e l’Ave Maria; poi imparte la Benedizione Apostolica.



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