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DISCORSO DI PAOLO VI
AI GIOCATORI DELLA SQUADRA DI RUGBY «PETRARCA»
DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO «ANTONIANUM» DI PADOVA

Sabato, 22 gennaio 1972

 

Siamo assai lieti, nella nostra intensa mattinata, di questa serena parentesi, che ci permette di intrattenerci qualche istante con voi, carissimi giovani atleti della bene affermata Squadra «Rugby- Petrarca» del Collegio Universitario «Antonianum», di Padova. Salutiamo il venerato rettore, padre Carlo Messori Roncaglia, e il caro professor Michele Arslan, che agli alti impegni della sua cattedra di otorinolaringoiatria in quell’Ateneo unisce le cure di Presidente generale dell’Unione Sportiva del Collegio; salutiamo con essi, l’allenatore, i benefattori, i familiari, qui presenti. Vi ringraziamo per il pensiero che avete avuto per noi, alla vigilia di un vostro incontro di campionato; e soprattutto esprimiamo il nostro compiacimento per quanto il vostro gruppo rappresenta, nel campo della formazione giovanile e dell’attività agonistica.

Voi richiamate infatti al nostro pensiero la missione, i meriti, il nome dell’Antonianum di Padova, a noi peraltro ben noto. L’istituzione è veramente degna della Compagnia di Gesù, che l’ha voluta all’inizio del secolo, in continuità con quella linea di esemplare tradizione pedagogica che ha dato tanto prestigio alle scuole dell’Ordine; e risponde altresì adeguatamente alle esigenze, varie e molteplici, di una città universitaria di così antiche e alte tradizioni com’è quella di Padova. Sappiamo che il Collegio mira a dare ai propri ospiti una formazione religiosa e culturale di prim’ordine, impartita a tutti i livelli con uno zelo e con una preparazione veramente encomiabili, di cui beneficiano i giovani alunni, su su per gli anni splendidi e difficili dello studio universitario, fino e oltre il traguardo della laurea, perché sappiamo che vi si tengono corsi di cultura religiosa anche ai professionisti della città.

In questa preminente finalità educativa, e in essa inquadrata come formazione integrale di tutto l’uomo, entra nel Collegio l’attività sportiva, che vi è sempre stata molto curata, ed ha avuto notevoli riconoscimenti, in quest’arco di settant’anni fino ad oggi, fino agli allori che miete codesta vostra squadra di rugby. All’ombra dei tre pini, la sana e forte gioventù dell’Antonianum tempra serenamente il corpo per allenare lo spirito alle più ardue conquiste del sapere, della conoscenza della verità che è Dio, dell’impegno cristiano: conquiste che, più di ogni altra, richiedono uno sforzo continuo di addestramento, di agonismo, di lealtà, di rinuncia, di sacrificio.

Non ci stupiamo se, con tali premesse, voi avete ottenuto affermazioni tanto lusinghiere nel campo dello sport, al quale vi dedicate con la generosità propria degli anni verdi, senza alcuno scopo di lucro, ma unicamente per l’onore della palma, come avveniva per gli antichi atleti; e vogliamo trarre da questa constatazione l’auspicio più consolante per noi, che accogliamo e incoraggiamo con intensità di commozione ogni conferma di bontà, di altruismo, di serietà, di letizia spirituale, di impegno morale, che ci viene dal mondo contemporaneo, specie dai giovani, come un albore di luce che spunta e vince le tenebre che, qua e là, sembrano talora addensarsi e prevalere: la conferma che vi è tanto bene nel mondo, che vi è una gioventù, come voi, che con serietà pensosa e tenace sa unire alla vita, accettata come dono di Dio e come risposta alla sua chiamata, le pause tonificanti e plasmatrici dell’esercizio sportivo.

Continuate così, giovani carissimi. E voi, educatori, benefattori, familiari, date tutto, date il meglio per queste speranze del domani. E voi, benemeriti Padri Gesuiti, siate fedeli a tale missione, che altamente vi qualifica e nobilita. Tutti protegga e conforti la Vergine Santa - la vostra «Madonnina» che onorate con affetto filiale nel Pensionato - e vi ottenga di crescere interiormente, fino «a formare l’uomo maturo, al livello di statura che attua la pienezza del Cristo» (Eph. 4, 13). A tanto vi conforta la nostra particolarissima Benedizione Apostolica, che di cuore impartiamo a voi, qui presenti, ed estendiamo a tutta la bella famiglia dell’Antonianum, Superiori e alunni, unitamente ai vostri cari.

Il Signore vi accompagni sempre!

                                       



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