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DISCORSO DI PAOLO VI
AGLI ESPERTI DI TELECOMUNICAZIONI

Mercoledì, 13 settembre 1972

 

Egregi Signori,

È sempre un vivo piacere per noi accogliere la visita di personalità distinte che intendono mettere la loro buona volontà, i loro talenti e la loro esperienza a servizio della solidarietà fra i popoli.

Venuti da diversi paesi, voi in questi giorni vi siete riuniti in Roma per studiare insieme i problemi che riguardano le telecomunicazioni su linee a lunga distanza fra le vostre rispettive Nazioni, delle quali siete i rappresentanti qualificati. Abbiatevi le nostre felicitazioni, Signori, e sappiate che altamente ci onora il desiderio che avete avuto di venire a porgerci l’omaggio della vostra deferenza, in occasione del vostro breve soggiorno romano. Ve ne ringraziamo di cuore, e a ciascuno di voi diamo il più cordiale benvenuto nella nostra dimora.

Noi non abbiamo intenzione e neppure la competenza di intrattenervi su gli argomenti che formano l’oggetto delle vostre riunioni : è il vostro campo specifico. Nondimeno amiamo ricordarvi quale deve essere lo scopo ultimo delle vostre attività: rendere più stretta la cooperazione fra le vostre Nazioni e promuovere non solo fra di esse, ma anche tra tutte le altre, lo sviluppo, la fratellanza, la pace. Questo compito nobilissimo, che richiede energia e intelligenza, competenza e spirito di sacrificio, è ben degno di incontrare la vostra generosa collaborazione, come tutto ciò che si riferisce al miglioramento della convivenza umana e alla difesa degli alti ideali della dignità della persona umana, della libertà, del progresso, che costituiscono la base della vera civiltà.

Anche noi del resto lavoriamo per questo, voi lo sapete, con tutte le nostre forze. Come Rappresentanti in terra di Colui che è chiamato «Principe della pace», noi abbiamo il dovere di non trascurare nulla di ciò che può favorire la pace in un mondo così pieno di tensioni e di divisioni: una pace fondata sulla giustizia, la verità, la libertà e la carità, come precisava il nostro venerato Predecessore Giovanni XXIII, quella stessa alla quale aspirano tutti gli uomini di buona volontà.

Volentieri pertanto ci rallegriamo con voi del vostro convegno e formuliamo voti perché le vostre comuni fatiche contribuiscano realmente al servizio della pace nel mondo. Quanto verrà fatto da voi a questo riguardo, sarà benedetto da Dio e vi otterrà la riconoscenza sincera degli uomini.

Con questi sentimenti chiediamo a Dio di cuore su di voi e su tutti coloro che vi sono cari l’abbondanza delle celesti benedizioni.

                                      



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