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DISCORSO DEL SANTO PADRE PIO X
AL COMITATO CENTRALE DIRETTIVO DELLA
LEGA NAZIONALE TRA I PADRI DI FAMIGLIA*

28 ottobre 1907

 

Lamento nè più ragionevole, nè più universale si ascolta risuonare ai nostri giorni sulla bocca d' ogni classe di persone, che intorno alla immoralità e dissolutezza non solo dei giovani adulti, ma anche dei fanciulli più teneri, nei quali a grande sventura si vede nel primo sviluppo della ragione ancor tenera già essere essi ingolfati in vizi detestabili, da tendenze veramente fatali, che fanno tremare quanti si trovano alla direzione della società.

Questo universale disordine, questa precoce malizia nei fanciulli, da chi dobbiamo purtroppo ripeterla ? Se è detto dello Spirito Santo, che i figli rassomiglian ai padri, tolta qualche rara eccezione di rami malnati che non corrispondono alla natura dell'albero al quale sono congiunti, la cattiveria dei figli si deve imputare alla negligenza, alla trascuratezza, e, Dio noi voglia, alla malizia ancora dei genitori. Per cui, se dobbiamo aspettare qualche cosa di bene per la società, lo dobbiamo aspettare specialmente dalla famiglia. Se quindi è lodevole sempre qualunque associazione che sia informata a santi principi, è lodevolissima la vostra di padri di famiglia, che vi siete uniti per mantenere nella vostra famiglia e perciò in tutte le altre ad essa collegate, quei principi di moralità e di religione, pei quali i vostri figliuoli abbiano a crescere a voi conformi buoni cristiani e ottimi cittadini; e nella libertà, come ha detto benissimo il signor Presidente, nella libertà che viene da Gesù Cristo, perchè da Gesù Cristo ci fu donata, esercitare quella suprema autorità che ha il padre nella famiglia stessa per ben condurla al fine, pel quale Iddio 1' ha stabilita. Il nome di Padre si conviene a Dio soltanto, e Dio lo ha in qualche modo donato ai mortali per dimostrare non solo la riverenza, con cui il padre dev'essere tenuto, ma l'autorità suprema che egli deve esercitare nella stessa famiglia. Il Padre, voi lo sapete, quando non era costituita in regni la società, esercitava nella famiglia l' ufficio, non solo di monarca, ma anche di sacerdote. Era lui stesso che offeriva insieme coi figli i sacrifici all'Eterno, e abbiamo nella divina Scrittura come Noè, Abramo e gli altri Patriarchi (che pur non erano sacerdoti) offerivano sacrifici esercitando gli uffici di sacerdoti. E questo nome di Padre che specialmente è dato a quelli, che Iddio ha chiamato cooperatori nell'opera della creazione, per rendere perpetuo nel mondo il genere umano, questo nome di Padre lo ha voluto dare anche, quasi per antonomasia, a quelle persone che esercitano gli stessi uffici di carità nella vita spirituale. Voi sarete andati qualche volta in quei luoghi, nei quali viene punito il delitto, dove delle persone abbrutite sentono orrore per tutto che vi ha di religione e di moralità: eppure si presenta innanzi a quelle persone che disdegnano qualunque sentimento di pietà un uomo dalla barba bianca, cinto di una corda alle reni, e quei visi, truci sempre, si fanno ridenti e sentono volentieri la parola di colui, che chiamano col nome di Padre. E la più alta autorità della terra il Signore ha voluto costituirla con questo nome di Padre, quello di Papa, il padre degli universali fedeli. Io dunque non posso che lodare la vostra iniziativa di rappresentare propriamente Iddio sulla terra; ma, per rappresentare Iddio, non basta l'onnipotenza nè l'opera della creazione; è necessario anche aver la bontà, poiché Iddio è buono, è buono per eccellenza, e buoni devono essere i Padri. Quando un buon padre di famiglia con tutte le forze che il Signore gli ha donato e con quella corona che gli ha posto sulla fronte esercita la sua autorità e la sua bontà, è impossibile che quanti da lui dipendono non abbiano da rassomigliargli in tutte le opere loro. E quindi il buon padre di famiglia farà buono il figliuolo, farà ottimi i nepoti, e vedrà la seconda, la terza, la quarta generazione circondata da questi rampolli che inneggiano alla sua bontà e alla provvidenzache, per suo mezzo, il Signore dispensa.

Io quindi lodo, approvo ed encomio in modo speciale la vostra associazione, costituita a Roma, e oramai diffusa intanti altri centri, in tante altre città, e faccio voti, perchè il Signore vi dia lume per poter scegliere i mezzi più opportuni affine di esercitare questo santo apostolato: essere cioè coadiutori dei sacerdoti, dei Vescovi, del Papa per restaurare il regno di Gesù Cristo sulla terra, e perchè abbiate da vedere la vostra tarda vecchiaia circondata dai figliuoli e dai nepoti, i quali vi manifestino i loro sentimenti di riconoscenza per il bene che avete loro fatto, mettendoli sulla via della virtù, e voi, alzando le mani per benedirli possiate dire: « ci distacchiamo per poco, per rivederci in Paradiso».

La benedizione del Signore sia con voi.


*AAS, vol. XL (1907), pp. 669-672.



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