Index   Back Top Print

[ IT ]

DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI PARTECIPANTI AL X CONGRESSO NAZIONALE
 DELL'«ASSOCIAZIONE VOLONTARI
ITALIANI DEL SANGUE»
*

Sabato, 9 ottobre 1948

 

Il vostro nome di « Volontari del Sangue » vi dà, diletti figli, già di per se stesso, un titolo speciale al Nostro paterno accoglimento. Un titolo speciale : perchè, volgendo verso il vostro così numeroso gruppo il Nostro sguardo di compiacenza, Noi vediamo in spirito e adoriamo la figura del sommo e divino Donatore del suo sangue, Gesù, Redentore, Salvatore, Vivificatore degli uomini.

Modello di ogni carità, Egli è vostro modello in una maniera particolare. Senza dubbio, è una ammirabile prova di generosità, di amore, di dedizione il versare il proprio sangue combattendo per una causa nobile e santa, ed è giusto e doveroso l'attribuire a questi eroi la palma della gloria. Ma dare il proprio sangue per la salute di ignoti, od anche d'ingrati, che forse dimenticheranno o non cercheranno nemmeno di conoscere il nome e i lineamenti del volto del loro salvatore; far dono del proprio vigore unicamente per comunicare o rendere ad altri quello che essi hanno perduto; non reintegrare poi le proprie forze esauste che per ricominciare e rinnovare lo stesso dono e lo stesso sacrificio: ecco ciò a cui vi siete generosamente votati.

Non è forse quel che, in modo infinitamente più alto, ha fatto e continua a fare Gesù, che ha versato il suo sangue nella sua vita mortale, durante la sua passione, fino alla sua morte di Croce, fino alla trafittura del suo Cuore, donde uscì l'ultima goccia del suo sangue prezioso, quel Gesù che, entrato nella sua gloria e nella indefettibile beatitudine, rinnova sull'altare l'offerta di questo medesimo sangue per tutti e per ciascuno degli uomini suoi fratelli? Sì, Cristo è in ciò a voi per eccellenza modello e ispiratore; ma è anche di più.

Noi amiamo di pensare che tutti, quanti siete qui presenti, volontari datori del vostro sangue, sapete trovare in Cristo più che un esempio da imitare, più che un ideale, la cui bellezza vi stimola e vi sospinge. La sua azione su voi e in voi è infinitamente più profonda. Non paghi di una nobile, ma puramente umana filantropia, voi vi innalzate alle altezze della vera carità cristiana.

Ai malati, ai feriti, che debbono a voi la loro rigenerazione, voi non date, come un qualsiasi comune rimedio, le gocce materiali del vostro sangue. Questo, cioè, non si applica mediante una semplice somministrazione, ma per una trasfusione; e tale ammirabile trasfusione fa passare da voi in loro, col vostro sangue, col vostro vigore, di cui fate loro dono. come qualche cosa della vostra propria vita, che vi conferisce a loro riguardo, per così dire, quasi una sorta di paternità. Il loro sangue potrà ben in appresso rinnovarsi; ma sarà sempre, in certo modo, il vostro sangue, come quello dei loro padri, che continuerà a scorrere nelle loro vene e a circolare, sotto l'azione del loro cuore da voi vivificato, in tutto il loro organismo.

Non è forse — in una realtà infinitamente superiore — ciò che fa nel cristiano il sangue di Cristo? E chi potrebbe meglio di voi comprenderlo, per quanto è possibile d'intendere un mistero così sublime? Per questo sangue noi siamo stati riscattati e salvati; in questo sangue noi siamo lavati dalle macchie delle anime nostre; la voce di questo sangue perora in nostro favore dinanzi al trono della giustizia eterna. Tutto questo, che la Sacra Scrittura c'insegna, empie di ammirazione e di riconoscenza lo spirito e il cuore di chi lo intravede e si trattiene a gustarlo nella fede. Tuttavia non è ancora abbastanza per l'amore di Gesù. Nella santissima Eucaristia noi riceviamo col suo corpo tutto il suo sangue e col suo sangue la sua vita e la sua forza, cosicchè l'Apostolo S. Paolo poteva esclamare : Io vivo, sì, ma non è più soltanto la mia povera propria vita; Cristo vive in me e di lui vivo io stesso (cfr. Gal. 2, 20).

Come il vostro sangue nelle vene di coloro che vi debbono la vita e la sanità, così il sangue di Cristo fa passare in voi quella partecipazione della vita divina, che noi chiamiamo grazia santificante e che ci fa essere veramente figli di Dio (1 Io. 3, 1-1).

Se mai vi fossero alcuni fra voi che non possedessero ancora questa vita, perchè non l'hanno conosciuta o l'hanno perduta; possano essi, in ricompensa della loro generosità e bontà naturale, ricevere dal gran Datore del suo sangue, Gesù Cristo, quella vita divina che germoglia quaggiù per schiudersi nella eternità. E perciò, mentre imploriamo per loro questa grazia e per voi tutti una sempre più larga abbondanza di favori celesti, impartiamo di cuore a voi e a quanti vi sono cari la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, X,
 Decimo anno di Pontificato, 2 marzo 1948 - 1° marzo 1949, pp. 253 - 254
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana